Riforma catasto: 2 benefici su cui punta il governo Draghi

La riforma del catasto è un punto fondamentale per la nuova politica intrapresa da Mario Draghi, i benefici della riforma saranno molti, vediamoli.

Il nuovo obiettivo che si è imposto il governo di Mario Draghi è quello di effettuare la riforma del catasto, operazione che rimane ferma da ormai più di vent’anni. 

Eravamo infatti negli anni 80 quando è stata effettuata l’ultima mappa catastale del nostro paese e da li mai più nessuno è riuscito a riformare questo complesso settore. 

Ormai tutte le mappe catastali che sono presenti non rispecchiano più il nostro paese e soprattutto ci sono moltissimi terreni, ormai costruiti, che non sono segnalati e questo porta tantissimi nuovi evasori fiscali.

Il tema dell’evasione fiscale è difatti strettamente collegato a quello della riforma del catasto, in quanto se si dovesse riuscire a ricreare una nuova mappa catastale aggiornata si obbligherebbero anche tutti coloro che attualmente non pagano le imposte dovute a risarcire le casse dello stato

Evasione fiscale e riforma del catasto sono ormai diventati due punti centrali della politica del governo Draghi, che vuole impegnarsi a fondo per riuscire ad ottenere entrambi entro il 2024 e il 2026

Purtroppo, nonostante il governo abbia ricevuto anche l’approvazione da parte dell’Europa per proseguire con i lavori relativi alla riforma del catasto la manovra non è ancora avviata; questo per via delle differenti posizioni che hanno i rispettivi leader dei partiti rispetto alla questione. 

La legge delega è comunque ai voti in questi giorni presso la camera e sicuramente avremo informazioni più dettagliate nel corso delle prossime settimane, esistono comunque delle indiscrezioni che cercheremo di analizzare nel corso dell’articolo, cercando di capire verso che direzione di sta muovendo il nostro governo.

Riforma del catasto: le approvazioni della legge delega

Abbiamo già accennato come in questi giorni è in discussione presso la camera la nuova legge delega, all’interno della quale sono riportate tutte le riforme fiscali che vogliono essere introdotte nel nostro paese compresa la riforma del catasto. 

Le proposte che sono avanzate al Senato rispetto all’anagrafe tributaria sono le seguenti:

  • istituire una nuova banca dati che contenga al suo interno sia le informazioni relative alle proprietà immobiliari che a quelle catastali, riuscendo così a raccogliere tutti i dati notarili agevolando il controllo fiscale e le finalità di antiriciclaggio;
  • istituire una raccolta contenente tutti i dati da mettere a disposizione di tutte le amministrazioni pubbliche e locali, in modo da far conoscere a tutti i soggetti la natura urbanistica dei centri abitati. 

Per quanto riguarda invece la riforma del catasto, sempre all’interno della legge delega è stato confermato che:

  • saranno previste delle modifiche relative all’emersione di immobili e terreni che ancora ad oggi non sono iscritti al registro del catasto;
  • attuare un’operazione che riesca ad integrare delle nuove informazioni rispetto agli immobili che sono già attualmente presenti all’interno del registro del catasto, effettuando delle rilevazioni su tutti gli immobili il calcolare il relativo valore secondo i canoni espressi dal mercato e dall’adeguamento periodico.

 Riforma del catasto: le raccomandazioni dell’UE

L’unione europea ha prodotto dei documenti molto rigidi rispetto a quella chi è la situazione fiscale ed economica del nostro paese.

Stiamo parlando in particolare di due documenti pubblicati il 23 maggio 2022, le Raccomandazioni 2022-2023 e il Country Report; all’interno della quale vengono descritte le condizioni economiche e sociali del nostro paese dal punto di vista dell’UE.

Sicuramente uno dei fronti più discussi è quello fiscale, che è stato definito molto negativamente dalla commissione dell’unione europea; la relazione che è stata pubblicata definisce il nostro sistema con diverse debolezze di lunga data e che riesce ad ostacolare l’efficienza economica del paese.

Il punto più discusso del nostro sistema fiscale è sicuramente l’elevata tassazione sul lavoro, la quale fa riferimento anche alle basse entrate di IVA, dovuto secondo all’unione europea da un uso prolungato delle aliquote ridotte così come per l’esenzione del pagamento delle tasse sulla prima casa

Sicuramente il discorso casa e lavoro sono due focus fondamentali dei documenti prodotti dell’Unione Europea, per questi motivi viene evidenziato come sia necessario produrre un doppio intervento chi aiuti a ridurre la pressione fiscale nel nostro paese, prima di tutto con una riduzione dell’IRPEF e in secondo luogo l’adeguamento dei valori catastali.

All’interno dei documenti stessi si parla molto spesso di catasto e di come all’interno del nostro paese sarebbe opportuno adeguare i valori che sono utilizzati per il calcolo delle imposte sugli immobili, i quali sempre secondo l’unione europea sono ormai obsoleti.

La raccomandazione principale che ci viene inoltrata dalla commissione dell’unione europea è quella di riuscire ad attuare il prima possibile la nuova legge delega sulla riforma fiscale.

Riforma del catasto: ci potrebbero essere degli aumenti?

È stato ripetuto più volte anche durante le recenti conferenze stampa che l’intervento della riforma del catasto non avrà alcun impatto tributario.

Questo perché le nuove informazioni che saranno aggiornate non verranno resi disponibili prima del 1° gennaio 2026 e verranno effettuate per creare una fotografia aggiornata e completa della situazione catastale nel nostro paese.

Verranno evidenziati i valori patrimoniali, le rendite e anche gli estimi catastali; mentre per quanto riguarda le imposte sugli immobili rimarranno quelle attuali.

In questo senso quindi le informazioni che saranno raccolte non avranno alcun tipo di valenza rispetto alla determinazione e al costo delle imposte sui redditi e sugli immobili posseduti. 

Tutto questo discorso ovviamente non vale nel caso in cui durante le operazioni previste per la riforma del catasto vengano evidenziati degli immobili irregolari, e che non sono correttamente assegnati al catasto, per i soggetti che sono possessori di questi particolari immobili avverrà ufficialmente l’iscrizione al catasto e di conseguenza saranno tenuti a dover pagare tutte le imposte del proprio immobile. 

Riforma del catasto: quali sono le tasse sugli immobili

Lo stato italiano percepisce diversi introiti che provengono dalle tasse sugli immobili; in totale all’anno lo stato percepisce all’incirca 41 miliardi di euro provenienti dalle tasse sugli immobili, questi dati sono stati forniti direttamente da uno studio dell’agenzia delle entrate.

le tasse provenienti degli immobili possono essere suddivise in:

  • l’IMU, che porta allo stato all’incirca 21 miliardi di euro i quali rappresentano il 50% dell’importo totale;
  • gli atti di successione, ovvero le tasse che vengono pagate nel momento in cui vi è una compravendita su un immobile portano allo stato all’incirca 11 miliardi l’anno;
  • l’imposta di cedolare secca che viene versata da tutti i proprietari che hanno degli immobili in affitto, in questo caso stiamo parlando di all’incirca 3 miliardi l’anno;
  • per finire troviamo tutte le tasse relative all’IRPEF e al bollo sull’abitazione che valgono in totale circa 6 miliardi di euro.

In generale dobbiamo mettere a confronto il fatto che il patrimonio di 41 miliardi che lo stato percepisce delle tasse sugli immobili fa riferimento ad un patrimonio immobiliare del nostro paese che vale all’incirca 35.200.000 €, rispetto agli immobili che sono attualmente censiti al catasto.

La maggior parte degli immobili che sono recensiti al catasto fanno parte della categoria catastale A3 ovvero tutte quelle abitazioni che fanno parte di una categoria di immobili per i quali sono stati utilizzati materiali e impianti tecnologici economici e indispensabili.

Questo può far presumere che se si effettuerà la nuova riforma del catasto molto probabilmente verranno evidenziati anche moltissimi immobili che fanno parte di categorie catastali più elevate e che quindi potrebbero portare allo stato anche un maggior introito rispetto alle tasse immobiliari.

Riforma del catasto: come funziona la mappatura catastale

È importante sottolineare anche in che modo funzionerà la futura riforma del catasto e soprattutto come sarà strutturata la nuova mappatura catastale.

Sappiamo che la riforma catastale nasce per aggiornare le rendite catastali, ma non è il suo unico scopo infatti viene utilizzata anche per mappare tutti gli immobili presenti sul territorio italiano e riuscire a fare emergere dei possibili abusi edilizi, come per esempio gli immobili che non sono mai stati accatastati oppure che sono stati accatastati solo parzialmente. 

L’obiettivo è infatti quello di revisionare tutto l’archivio catastale cercando di riprodurre dei nuovi documenti più ordinati e completi che vadano a descrivere nella realtà quella che è la situazione catastale degli immobili nel nostro paese.

Sicuramente un altro punto fondamentale della riforma catastale è quello di introdurre di nuovi modelli e strumenti che possano rendere più veloce e immediata la comunicazione tra le varie amministrazioni pubbliche e comunali.

Grazie ai nuovi strumenti alle nuove tecnologie che sono state messe a disposizione anche da Agenzia delle entrate la riforma del catasto riuscirà ad evidenziare:

  • tutti gli abusi edilizi presenti nel nostro paese rispetto a degli immobili che non sono mai stati censiti o che hanno subito degli ampliamenti o delle modifiche non dichiarate allo stato e al catasto;
  • tutti quei terreni che sono classificati come agricoli ma che in realtà sono terreni edificabili accatastati;
  • tutti gli immobili definiti come abusivi, identificando gli stessi ed evidenziando anche quelli sono stati gli incentivi e le forme di valorizzazione rispetto alle attività di accertamento svolte dai comuni stessi, che evidentemente non hanno svolto l’attività correttamente.

All’interno della stessa riforma del catasto è prevista anche una sezione relativa all’aggiornamento delle rendite catastali, questo perché come abbiamo già anticipato l’ultima volta che sono state aggiornate erano gli anni 80, e di conseguenza è facile capire come le rendite catastali non siano aggiornate agli attuali valori di mercato. 

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