Molto probabilmente già a partire dalla metà di questo mese la riforma fiscale ideata dal nuovo governo Meloni potrà arrivare al tavolo del consiglio dei ministri di Palazzo Chigi. Sul tavolo ci sono diverse novità, la principale è la riforma degli scaglioni Irpef che da 4 potrebbero passare a 3.
Questo significa che gli stipendi cambieranno per molti lavoratori: per alcuni la riforma andrà a migliorare la busta paga per altri, invece, potrebbe avere l'effetto contrario cioè una diminuzione.
Le aliquote Irpef sono uno dei punti cardini della nuova riforma fiscale del governo Meloni, gli stessi sono stati già recentemente modificati nell'anno 2022 a seguito della legge di bilancio dello stesso anno.
Attualmente gli scaglioni sono quattro:
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per i redditi imponibili fino a 15.000 €, l'aliquota è pari al 23% con un'imposta dovuta sull'intero importo;
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per il redditi dai 15,001 euro fino ai 28.000 € l'aliquota è pari al 25% con un'imposta dovuta di 3.450 € + 25% del reddito che supera i 15.000 €;
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per i redditi dei 28,001 € fino a 50.000 € l'aliquota è pari al 35% e l'imposta dovuta e pari a 6700 € +35% rispetto al reddito che supera i 28.000 €;
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per i redditi sopra i 50,001 euro l'aliquota è pari al 43% e bisogna versare un'imposta pari a 14.400 € + 43% sul reddito che supera i 50.000 €.
Questi attuali quattro scaglioni con la nuova riforma dovranno essere suddivisi in tre.
Secondo il terzo scaglione saranno infatti incorporati al primo avendo così un'unica aliquota.
Nuove aliquote: cosa cambierà?
Al momento non abbiamo effettivamente delle certezze rispetto a come verranno suddivisi i nuovi tre scaglioni per le aliquote Irpef, possiamo però basarci su degli scenari più o meno fattibili.
Quello che sappiamo al momento è che un valore che cambierà sicuramente all'interno delle buste paga sarà il netto, per tutti coloro che appartengono ad un ceto medio-basso, ovvero le compone le persone che hanno dei redditi compresi tra i 15.000 e 50.000 €.
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Due ipotesi molto plausibili
In base alle informazioni in circolazione possiamo fare qualche anticipazione sulle nuove aliquote Irpef e per cercare di capire di quanto potrebbe diminuire lo stipendio.
Una prima suddivisione potrebbe infatti essere la seguente:
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per tutti i redditi imponibili fino a 15.000 €, l'aliquota prevista è pari al 23% sull'intero importo;
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per i redditi imponibili dai 15,001 fino a 50.000 € l'aliquota pari al 28% con un'imposta dovuta di 3450 € +25% su tutto il reddito che supera i 15.000;
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per i redditi imponibili superiori a 50,001 l'aliquota è pari al 43% con un'imposta dovuta pari a 14.400 € +43% sul reddito che supera i 50.000.
Una seconda ipotesi potrebbe invece essere definita con una seconda aliquota leggermente più alta ovvero:
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per tutti i redditi imponibili fino a 28.000 €, l'aliquota prevista è pari al 23% sull'intero importo;
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per i redditi imponibili dai 28,001 fino a 50.000 € l'aliquota pari al 33% con un'imposta dovuta di 3.450 € +25% su tutto il reddito che supera i 15.000;
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per i redditi imponibili superiori a 50,001 l'aliquota è pari al 43% con un'imposta dovuta pari a 14.400 € +43% sul reddito che supera i 50.000.
Entrambe queste manovre richiederebbero delle cifre molto elevate da parte dello Stato per poter essere attuate, nel caso della prima ipotesi stiamo parlando di circa 10 miliardi di euro nel caso della seconda 6 miliardi di euro.
Come andrebbero a variare gli stipendi nella prima ipotesi
Se prendiamo come esempio la prima ipotesi, che vi abbiamo fornito nel paragrafo precedente, possiamo andare a definire anche in che modo diminuisce lo stipendio e soprattutto quali cittadini andrebbero pagare più o meno tasse.
In questa prima ipotesi l'imposta lorda dovuta per tutti redditi che vanno dai 15.000 fino ai 30.000 € sarebbe sicuramente superiore valutata sull'intero anno.
Per tutti i redditi superiori a 25.000 € invece ci sarebbero delle penalizzazioni maggiori, in quanto secondo i nostri calcoli ci sarebbe un aumento di tasse pari a 300 €, comprensivo di tutto l'anno.
Per tutti i redditi superiori ai 30.000 € potrebbero esserci invece delle agevolazioni in quanto è l'Irpef potrebbe iniziare a calare notevolmente fino ad un massimo di 1.150 € in meno per tutti i redditi superiori ai 50.000 €.
In quest'ipotesi sicuramente sono agevolati tutti i cittadini che percepiscono già dei redditi particolarmente elevati. E saranno proprio gli stipendi dei ceti medio-bassi che andranno a diminuirsi.
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Come andrebbero a variare gli stipendi nella seconda ipotesi
Se prendiamo in considerazione la seconda ipotesi tutte le fasce di reddito identificate andrebbero a beneficiare del cambiamento, vediamo anche nel caso contrario di quanto diminuisce lo stipendio con la riforma.
Per coloro che percepiscono dei redditi da 25.000 € risparmierebbero circa 200 € di tasse l'anno, così in modalità progressiva fino a 700 € per i redditi più elevati.
Sicuramente la seconda ipotesi, nonché anche la manovra meno costosa, è più vantaggiosa per i redditi medio-bassi, mentre la prima ipotesi andrebbe ad avvantaggiare solo gli stipendi più alti diminuendo quelli più bassi.
Un fattore da non sottovalutare è che in ogni caso questa riforma fiscale, rispetto ad aliquote Irpef, non andrà a toccare in alcun modo tutti i cittadini che percepiscono un reddito inferiore ai 15.000 €, e quindi non saranno interessati dalla suddetta riforma.