Riforma fiscale: il Governo la sblocca? Ecco le ultimissime

La riforma fiscale sembrava bloccata fino a pochissime ore fa, ma ora c'è uno spiraglio. Intesa trovata sulla riforma del catasto? Le ultime.

La riforma fiscale è giustamente un tema molto discusso e caldo per le forze di maggioranza, la cui grande eterogeneità sicuramente non aiuta. La riforma del catasto, in particolare, sembra essere quella che blocca tutto l’ingranaggio, ma da qualche ora si parla di una soluzione finalmente trovata… ma è veramente così?

La domanda è lecita, perché sul catasto si è forse fatto più un passo indietro che un passo avanti, ma resta l’obiettivo di portare a casa una riforma che semplifichi e snellisca un sistema che risulta essere troppo burocratizzato ed inutilmente complesso. In questo senso, il Governo ed il suo premier potrebbero aver trovato un accordo di massima che sa di compromesso, di “piuttosto che niente… è meglio piuttosto”.

Non è però questa la sede in cui scendere nel merito delle questioni politiche, ma piuttosto di capire come cambia il Fisco con questa riforma, ora forse davvero giunta ad un punto di svolta. Proviamo allora a capire meglio cosa sta succedendo e cosa ancora potrebbe succedere.

Come detto, la riforma del catasto è sicuramente il tema più caldo e discusso, ma si è parlato molto anche dell’introduzione della fatturazione elettronica per tutti i soggetti, della nuova modalità di detrazione Irpef che somiglia sostanzialmente ad un cashback ed anche novità sul fronte Irap e Irpef.

Vediamo meglio cosa succede, scendendo nel tecnico di aspetti che, se veramente sul catasto si è trovata una soluzione, saranno presto trasformati in realtà. Ricordiamo che la legge delega alla riforma fiscale ha dei tempi tecnici ben definiti: una volta approvata in linea generale, il Governo ha 18 mesi per mettere in pratica gli aspetti previsti.

Le tempistiche confermano che poche sono le novità che diverranno realtà in pochi giorni, ma è sicuramente utile restare aggiornati e vigili su questi fronti.

Legge delega alla riforma fiscale: c’è la promessa del Governo

Il primo aspetto da vedere assolutamente è quello fondante di questa legge delega alla riforma fiscale: essa contiene infatti una premessa e promessa di non aumentare le tasse. Anzi, l’obiettivo è semplificare e razionalizzare con piuttosto il fine di diminuire il cuneo fiscale.

A questa premessa/promessa si è ancorato soprattutto il centrodestra, che infatti ha insistito molto sulla riforma del catasto in modo che non aumentasse le tasse oggi, ma neanche domani. Il rischio era infatti quello di vedersi realizzare una soluzione che un domani avrebbe lasciato spazio per una patrimoniale.

Non è questa la volontà attuale, ma si vuole scongiurare anche la possibilità che ciò accada in futuro, servendo di fatto un assist molto goloso per i Governi che verranno nei prossimi anni. Inoltre, anche per quanto riguarda Irpef e Irap la direzione è già stata delineata ed è palesemente di riduzione del peso di queste imposte.

Naturalmente, c’è da tenere l’occhio anche sulle entrate dello Stato, che non possono essere eccessivamente sacrificate in una fase che già di per sé è piuttosto delicata.

Ecco allora i punti principali di questa riforma fiscale, apparecchiata attraverso la legge delega.

Legge delega alla riforma fiscale: le novità per i titolari di Partita IVA

Partiamo da una novità che potrebbe arrivare prestissimo per i titolari di Partita IVA che operano in regime forfettario: la fatturazione elettronica diventerà obbligatoria a partire dal 1° luglio 2022 o, in caso di slittamento, al 1° gennaio 2023.

Al momento, però, l’obbligo riguarderebbe solamente i soggetti che fatturano oltre 25.000 euro l’anno, mentre per chi rimane sotto questa soglia l’obbligo scatterà solo a partire dal 1° gennaio 2024, cioè tra oltre un anno e mezzo.

L’altra grande novità per i liberi professionisti e lavoratori autonomi riguarda invece il nuovo Regime Transitorio che potrebbe essere istituito dal Governo per diminuire il distacco dal punto di vista fiscale e di obblighi tra il forfettario e l’ordinario, con la discriminante del tetto di fatturato entro o oltre i 65.000 euro.

L’idea è quella di estendere la flat tax (al 10% o al 20%) per redditi fino a 100.000 euro in questo Regime Transitorio di due anni, permettendo così un passaggio più graduale. Per maggiori info, suggeriamo questo approfondimento.

Legge delega alla riforma fiscale: il nodo del catasto (forse) sciolto

Il nodo principale di questa legge delega, da approvare alle Camere, è come già detto la riforma del catasto. Una questione che, al netto degli aspetti pratici ovviamente molto importanti, è sicuramente ideologizzata e portata ad un confronto profondamente politico tra le forze di maggioranze.

Inevitabilmente, questo ha portato a scontri più o meno forti ed in alcuni casi ha quasi fatto saltare il tavolo. Il lavoro di Draghi è stato ancora una volta da mediatore e se fino a ieri si parlava di rimandare anche la discussione del 9 maggio in aula perché serviva tempo, ora si è aperto uno spiraglio che potrebbe far sbloccare la situazione e portare finalmente alla fine di questo tira e molla.

Pare che verrà tolta dalla riforma del catasto la parte controversa, quella non voluta proprio dal centrodestra, in riferimento ad un nuovo metodo di rilevazione (spesso si è parlato di sistema duale). Il sistema che avrebbe permesso l’emergere di immobili fantasma ed avrebbe rischiato di apparecchiare una futura patrimoniale o comunque un possibile aumento delle tasse.

Non è bastata l’esplicita promessa di non sfruttare questo espediente per aumentare le tasse ed a quanto pare verrà proprio tolto questo passaggio. Ma in questo modo si raggiungerà l’obiettivo? L’interrogativo resta…

Legge delega alla riforma fiscale: pronto il cashback fiscale!

Un altro aspetto di cui si è parlato molto riguarda il cashback fiscale, il nuovo sistema attraverso cui sarebbe possibile godere delle detrazioni Irpef in maniera più diretta ed automatica, ricevendo il famoso 19% delle spese mediche direttamente sul proprio conto corrente, senza attendere il 730 dell’anno successivo.

Sarebbe un’ottima mossa nell’ottica di rendere il sistema più digitale, rapido ed automatico, ma ovviamente avrà bisogno di una fase di rodaggio ben strutturata. Questa fase comprenderà infatti solo le spese mediche per questo motivo, con l’obiettivo di allargarsi anche alle altre spese detraibili se e quando sarà possibile e ragionevole farlo.

Un passo avanti importante anche rispetto a quanto promesso nel PNRR, in cui si parla anche di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e, appunto, del Fisco. In questo senso il lavoro è appena iniziato, ma con questa novità e con la fatturazione elettronica si farebbero due importanti passi in avanti.

Legge delega alla riforma fiscale: Irpef e Irap… cosa succede?

Concludiamo con un approfondimento su altri due fronti molto importanti, perché si tratta di due imposte molto importanti, cioè Irpef e Irap. La prima, già ritoccata nella Legge di Bilancio 2022 passando da cinque aliquote a quattro, potrebbe subire un ulteriore semplificazione.

Si passerebbe addirittura a tre aliquote, semplificando così il sistema e favorendo il più possibile i redditi medi e bassi. Anche questa novità è in discussione, ma più che di un “se” sembra che si parli di un “quando”.

Per l’Irap la situazione è invece differente, perché siamo già arrivati alla sua cancellazione per le società di persone ed i lavoratori autonomi che erano tenuti a pagarla, ma l’obiettivo è di cancellarla anche per le società di capitali. Anche qui la tempistica è tutta da definire, ma possiamo parlare davvero di abolizione dell’Irap al 100%.

C’è però ancora da comprendere come cambierà il gettito delle Regioni, che attualmente incassano l’Irap, soprattutto per il finanziamento della sanità.

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