Riforma fiscale 2022: ecco come NON aumentano le tasse!

La riforma del Fisco attraverso la legge delega arriva allo step decisivo: cosa succederà? Ecco i fronti più importanti, non aumenta la pressione fiscale?

La riforma fiscale con legge delega approvata in commissione finanze della Camera arriva al suo passo decisivo tra pochi giorni, quando dovrà superare lo scoglio finale dell’approvazione in Senato. Scoglio in cui non ci si aspetta un agguato, soprattutto sul tema del catasto, molto sentito, ma qualche incognita rimane…

La posizione della destra, in particolare, sul tema del catasto fa discutere e rende l’approvazione in Senato un vero e proprio gioco di strategia che potrebbe riservare delle sorprese. Sorprese che rischiano di spaccare il Governo e di rendere l’approvazione della legge delega in materia fiscale un’Odissea. Tanti gli aspetti su cui si discute, non solo il catasto, ma tanti anche i punti interrogativi che verranno sciolti solo con i decreti attuativi.

Da quando verrà approvata, se verrà approvata il 19 aprile in Senato, ci sono altri 18 mesi di tempo per attuare quanto previsto in questa legge delega, con naturalmente tutto il potere di stabilire gli aspetti pratici delle misure previste in teoria all’interno della legge delega stessa.

Insomma, comunque vada la partita non è certo chiusa e solo il tempo dirà quali saranno le effettive novità sui tanti fronti coinvolti, ma per ora va incassato da parte dei cittadini una promessa di non aumento delle tasse.

Vedremo nel primo paragrafo di cosa si tratta, ma se sull’Irap e l’Irpef c’è la sensazione che si discutano novità potenzialmente vantaggiose per i cittadini, su altri fronti come il catasto c’è la sensazione opposta. Come se il Governo stesse apparecchiando una potenziale patrimoniale o comunque una qualche novità che aumenterà le tasse e che andrà a svantaggio dei cittadini.

Proprio per questo il fronte catasto è così caldo ed il confronto è così acceso, con le forze politiche di maggioranza che si attaccano senza esclusione di colpi accusandosi a vincenda di voler aumentare le tasse a svantaggio dei cittadini. Al momento non è così, vediamo perché.

Riforma fiscale 2022: c’è la promessa del Governo

Sembra strano ed ai cittadini suona sempre come una promessa astratta, ma all’interno della legge delega c’è veramente la condizione che prevede che la pressione fiscale non aumenti a danno dei cittadini, secondo quanto previsto in particolare dall’articolo 10:

“Dall’attuazione delle deleghe non deve derivare un incremento della pressione tributaria rispetto a quella derivante dall’applicazione della legislazione vigente”

Un aspetto importante che ricorda l’obiettivo della riforma fiscale: riformare il fisco rendendo alcune pratiche più veloci, semplici e facili da controllare (in termini di evasione) e dall’altro lato revisionare alcune imposte come Irap e Irpef che al momento sono ritenute inadeguate rispetto agli obiettivi che perseguono ed alla condizione dei cittadini italiani in questo periodo storico.

Una riforma dell’Irpef è già arrivata in Legge di Bilancio 2022, ma ci sono ancora alcune novità previste nelle prossime settimane. Come vedremo in seguito, i fronti sono però numerosi: non solo Irpef e Irap, ma anche cashback fiscale, catasto, flat tax ed ovviamente lotta all’evasione, un tema sempre attuale su cui il Governo ha promesso di fare di più rispetto alla situazione attuale.

Come cambiano le detrazioni nel 2022? C’è il cashback fiscale

Le detrazioni Irpef cambiano e portano la novità del cashback su un nuovo fronte. Il cashback non è altro che il sistema con cui una certa percentuale della spese effettuata viene restituita in maniera immediata (o quasi) ed è ben noto come questo meccanismo sia efficace e piaccia ai cittadini.

Un modo rapido ed immediato per incoraggiare i consumi e “premiare” i cittadini che utilizzano metodi di pagamento tracciabili e quindi “visibili” per lo Stato. Ora, però, si va verso un cashback fiscale al posto di quello che nel 2021 è stato chiamato “Cashback di Stato“, che riguardava i pagamenti in generale.

Questo cashback fiscale va sostanzialmente a sostituire, seppur parzialmente, le detrazioni Irpef sulle spese mediche. Parliamo del 19% che viene restituito nel 730 ogni qual volta si documenta una spesa medica il cui pagamento è stato effettuato attraverso metodi tracciabili. Il sistema, dovrebbe ulteriormente incentivare i cittadini a scegliere queste modalità di pagamento.

Infatti, con il sistema di detrazione del 730 bisogna attendere praticamente un anno prima di ottenere la detrazione, mentre in questo modo la detrazione sarebbe immediata o quasi. Al cittadino rimarrebbe in questa fase sperimentale la scelta di come usufruire della detrazione, liberamente.

Riforma fiscale 2022: come cambiano Irap e Irpef? Ecco la risposta

Le due imposte potrebbero cambiare ancora, dopo che negli ultimi mesi sono arrivate diverse novità. Ecco cosa succede su questo fronte, anche se ancora una volta va definito che saranno i decreti attuativi a stabilire molto di come saranno la nuova Irpef e la nuova Irap.

L’Irpef ha cambiato recentemente gli scaglioni e potrebbe cambiarli ancora. L’obiettivo è quello di favorire i ceti medio bassi che altrimenti sono svantaggiati dal sistema progressivo e, contemporaneamente, non diminuire in maniera troppo netta il gettito per lo Stato. Si potrebbe togliere ancora uno scaglione, ma come detto per questo aspetto pratico bisognerà aspettare ancora.

Per quanto riguarda invece l’Irap la volontà è quella di abbatterla gradualmente fino praticamente a cancellarla. Anche in questo caso l’impresa non è semplice, perché si andrebbe a diminuire il gettito (delle regioni nella fattispecie), ma l’intenzione è comunque quella di rendere più equa un’imposta che è gravosa per troppe imprese ed in alcuni casi non compatibile con gli obiettivi prefissati.

Riforma fiscale 2022: pronta la flat tax per le partite IVA?

Quando si parla di flat tax il pensiero va subito alle imposte sui redditi dei cittadini, ma ormai sappiamo che quel progetto, voluto negli anni da diverse forze politiche ma mai realizzato, è in realtà incompatibile con la Costituzione che prevede la progressività come principio cardine.

Per le partite IVA la flat tax però esiste ed è applicata solo a chi opera in regime forfettario e, quindi, ha entrate inferiori a 65.000 euro. La prospettiva è quella di prevedere un nuovo sistema transitorio tra regime forfettario ed ordinario, con flat tax anche fino a 80.000 o 100.000 euro

L’obiettivo è quello di disincentivare l’elusione fiscale spesso applicata a ridosso del tetto di 65.000 euro, prevedendo un sistema più equo e potenzialmente anche meno eludibile rispetto a quello attuale.

Riforma fiscale 2022: attenzione al catasto!

Un ultimo fronte fondamentale è quello della riforma del catasto, per molti pretesto per applicare poi nuove tasse e imposte smentite dal Governo in maniera tassativa, come visto in precedenza. La modifica ormai quasi certa è al sistema di rilevazione catastale degli immobili, in modo da consentire il controllo sugli immobili “fantasma”.

Questo è l’obiettivo dichiarato, ma ovviamente resta questo strumento nelle mani del Governo ed anche dei Governi futuri, comunque pericoloso in termini di potenziale patrimoniale. Una riforma del catasto è utile e necessaria, ma mette il Governo nelle condizioni di avere una freccia importante al proprio arco dal punto di vista impositivo e deve assolutamente gestirla con consapevolezza.

In ultimo, ricordiamo anche che all’inteno della legge delega è previsto un lavoro di digitalizzazione ulteriore dei sistemi di cui il Fisco si avvale in modo da poter continuare a combattare l’evasione fiscale e l’elusione, obiettivo fondamentale e fondante del Governo guidato da Mario Draghi, su cui certamente arriveranno ulteriori dettagli in sede di approvazione dei decreti attuativi.

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