La riforma fiscale del governo Meloni è sicuramente uno dei punti cardini sulla quale si sono accese le discussioni politiche degli ultimi mesi. Sarà composta da ben 21 articoli che sono stati definiti all'interno della bozza ufficiale, la quale potrà essere presentata al Consiglio dei Ministri già da settimana prossima.
All'interno della suddetta bozza possiamo vedere come il governo Meloni abbia deciso di intervenire sulle aliquote Irpef. Sappiamo che si è deciso di puntare ad una "flat tax per tutti" sul lungo periodo e come obiettivo finale della legislatura.
A questo punti i cittadini si chiedono come cambieranno le buste paga. Ad esempio cosa succede a chi percepisce una retribuzione annua dai 15.000 ai 28.000 euro?
Nella bozza della riforma preannunciata dal Ministro Leo la novità più discussa riguarda le aliquote Irpef che cambieranno tra poco.
Le nuove aliquote passeranno da quattro a tre scaglioni Irpef, con dei cambi alle singole aliquote.
Un'altra importante novità contenuta all'interno della bozza della riforma riguarda il taglio di oltre 600 tax expeditures, ovvero detrazioni e deduzioni fiscali che allo Stato italiano costano circa 156 miliardi.
Questi soldi potranno essere utilizzati dal governo per effettuare tutte le varie manovre che sono previste dalla riforma, tra le quali anche la riduzione a tre degli scaglioni Irpef.
Gli scaglioni in base al reddito, cosa succede a chi guadagna fino a 28.000 euro l'anno
Secondo l'ipotesi più accreditate lo studio che è stato effettuato dal governo Meloni indica che si vorrebbe accorpare gli scaglioni centrali per ottenere così soltanto tre fasce. Le nuove aliquote Irpef potrebbero essere le seguenti:
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la prima il 23% per tutti redditi fino a 15.000 €
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la seconda al 27% per tutti redditi dai 15 ai 50.000 €
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la terza parte al 43% per tutti i redditi oltre 50.000 €
Le nuove aliquote previste
Le aliquote Irpef non saranno le uniche a variare a seguito della nuova riforma fiscale infatti si pensa che con i tagli alle tax expenditures si possa prevedere anche delle nuove IRES a due aliquote.
L'obiettivo del governo è quello di rendere il sistema fiscale maggiormente attrattivo grazie all'introduzione di questa nuova imposta. L'ipotesi è quella di affiancare all'aliquota ordinaria del 24% un ulteriore aliquota ridotta per due anni per tutti coloro che decidono di effettuare degli investimenti e generare nuove occupazioni.
Obiettivo del governo meloni è proprio quello di favorire la capitalizzazione delle imprese stabili nel nostro paese ed anche favorire nuovi strumenti per migliorare l'occupazione e creare nuovi posti di lavoro, in sintesi il governo dichiara:
chi più assume e investe meno paga.
Verso il tributo unico
Possiamo definire la nuova riforma fiscale come una vera e propria rivoluzione, rispetto al numero e alla tipologia di aliquote presenti nel nostro sistema fiscale.
Nella bozza leggiamo infatti che la riforma prevederà una razionalizzazione di numero e delle aliquote IVA, non che la suddetta disciplina delle operazioni che sono attualmente esenti.
L'obiettivo del governo in questo caso è quello di omogenizzare il trattamento dell'aliquota IVA rispetto a beni e servizi, in modo da semplificare tutte le varie procedure relative ai rimborsi.
Il governo vorrà poi anche andare verso un graduale superamento dell'imposta IRAP, così da introdurre un'imposta sopra imponibile corrispondente a quella dell'attuale IRES. Oltre a questo andranno a scomparire anche imposta di bollo e catastale.
La missione del governo sembra essere ben chiara, si vuole arrivare ad ottenere un tributo unico sostituendo tutte le varie imposte ed i tributi catastali/ipotecari con un unico tributo, eventualmente in misura fissa.
Leggi anche: Verso la riforma fiscale 2023: tre aliquote Irpef, nuovi incentivi e abolizione dell'Irap.
Chi andrà davvero a guadagnarci?
È chiaro che la nuova riforma fiscale introdotta dal governo Meloni andrà ad introdurre innumerevoli cambiamenti in tutto il sistema fiscale del nostro paese, soprattutto se si vorrà effettivamente introdurre la tanto discussa flat tax.
L'ipotesi più accreditata è che la flat tax non verrà introdotta almeno inizialmente nel nostro sistema fiscale, la novità che abbiamo però preso negli ultimi giorni è che vi è l'ipotesi di introdurre la tassa piatta anche per i dipendenti.
In questo caso si pensa di iniziare da coloro che percepiscono i redditi più bassi per poi andare ad introdurre una flat tax incrementale, che possa andare a premiare con il tempo gli aumenti di stipendio. L'idea generale del governo è proprio quella di introdurre una tassa piatta che possa andare a favorire tutti i contribuenti indipendentemente dal lavoro autonomo o da quello dipendente. Sicuramente quello che si vuole fare è incentivare l'aumento degli stipendi, grazie a una diminuzione delle tasse a loro applicati.