Riforma IRPEF 2023, chi ci guadagna e chi ci perde con le nuove aliquote

Con l'ipotesi di una riforma IRPEF 2023 a tre aliquote non tutti avranno un lauto risparmio fiscale. Ecco chi ci guadagna e chi ci perde.

Con la nuova Manovra di Bilancio il Governo Meloni vuole puntare a riformare anche il pagamento dell’imposta IRPEF.

Già riformata nel 2022, con un nuovo calcolo delle aliquote, il neo governo di centrodestra vuole riformarla ancora una volta, ma stavolta non cambiando la percentuale o lo scaglione, ma il numero, ovvero passare ad un sistema a tre aliquote.

L’obiettivo del Governo è però di estendere, nei prossimi anni, la flat tax a tutti i contribuenti italiani, e non solo alle partite IVA come in uso oggi.

Nel frattempo, per il 2023, si punta ad una riforma IRPEF a tre aliquote.

Una soluzione che potrebbe far guadagnare ad alcuni qualche soldo in più alla fine dell’anno, ma anche a farne perdere ad altri.

Come cambia l’Irpef 2023

Negli ultimi anni l’IRPEF è cambiato diverse volte, aumentando o riducendo le aliquote. L’ultima modifica risale al Governo Draghi, che ha portato all’introduzione delle attuali quattro aliquote:

  • 23% per i redditi fino a 15.000 euro,

  • 25% per i redditi tra 15.001 e 28.000 euro,

  • 35% per i redditi tra 28.001 e 50.000 euro,

  • 43% per i redditi oltre i 50.000 euro.

Se dovesse venire introdotta nella Manovra di Bilancio tale proposta, dal 1 gennaio 2023 saranno in vigore solo queste tre aliquote per i vari scaglioni di reddito stimati:

  • 23% per i redditi fino a 15.000 euro,

  • 27% per i redditi tra 15.001 e 50.000 euro,

  • 43% per i redditi oltre i 50.000 euro.

Si presume per l’aliquota al 27% uno scaglione tra 15.000 e 50.000, anche perché, se fosse tra 15.000 e 28.000 euro, verrebbe a meno il principio di equità orizzontale. Infatti, come segnala il Giornale:

“si creerebbe una sperequazione nella fascia di reddito compresa tra i 15 e i 28mila euro l’anni, che crescerebbe nell’imposizione dal 25 al 27%.”

In pratica verranno accorpate le due aliquote del 25% e 35%, lasciando quindi un “gradone” di 16 punti percentuali tra l’aliquota del 27% e quella del 43%.

E’ dal 1987 che non è mai stato ridotto così drasticamente il numero di aliquote, constatando che per l’IRPEF 1991 vennero disposte ben 7 aliquote, da una minima di 10% ad una massima di 50%.

Chi ci guadagna e chi ci perde dalla riforma IRPEF 2023

Come già anticipato dal viceministro all’Economia Maurizio Leo, la riduzione delle aliquote è uno dei primi step di questa riforma IRPEF, il cui culmine sarà l’introduzione della flat tax per tutti i contribuenti italiani, anche dipendenti e pensionati.

Inoltre, come già più volte promesso dal Governo Meloni, tutte queste proposte hanno come l’obiettivo la riduzione del cuneo fiscale per le fasce più deboli.

In realtà, come sempre, la riforma delle aliquote IRPEF 2023 garantirà ad alcuni un guadagno, e ad altri una perdita. Nel caso del fisco, si parla di un maggior o minor risparmio fiscale. In pratica gli stessi risultati della precedente riforma IRPEF.

Con il ricalcolo delle aliquote, si è stimato un risparmio fiscale effettivo solo per i redditi medio-alti, e minore per quelli medio-bassi.

Secondo le stime de Il Giornale, chi ha un reddito lordo tra 28.000 e 50.000 euro, avrebbe una riduzione di 8 punti percentuali sull’IRPEF.

Chi guadagna tra i 28.000 e i 35.000 euro, anche grazie allo sconto del 3% sul cineo fiscale, avrebbe un risparmio dai 1.270 ai 1.610 euro.

Chi invece guadagna dai 35.000 ai 50.000 euro, lo avrebbe dai 1.150 euro ai 3.640 euro.

E oltre ai redditi medio-bassi, anche lo Stato ci perderebbe con questa modifica.

Con l’adozione delle nuove aliquote, le entrate fiscali saranno più contenute. E già lo Stato deve affrontare il buco da 1,6 miliardi di euro previsto per l’adozione delle nuove misure fiscali per autonomi (flat tax) e per il taglio del cuneo fiscale.

Leggi anche: Il taglio del cuneo fiscale aiuta davvero i redditi bassi? Percentuali e stipendi nel 2023

Quando vanno in vigore le nuove aliquote Irpef

Le nuove aliquote previste dalla riforma IRPEF 2023 partiranno dal 1 gennaio 2023, una volta varata la Manovra di Bilancio, ormai prossima alla votazione alla Camera e al Senato.

Se dovesse venire confermata la stessa procedura di anno, l’adozione da parte degli Enti Locali avverrà entro il 31 marzo 2023, così da evitare errori di passaggio.

Ma prima di tutto dovrà essere decisa l’introduzione di queste aliquote.

Lo stesso viceministro è cauto sulla questione, anche se ricorda che l’evoluzione alla flat tax, “rispetterà la progressività con meccanismi di detrazioni e deduzioni, senza metterci in contrasto con la Carta Costituzionale“.

Leggi anche: Irpef, ecco chi paga più tasse e regge lo Stato: un’analisi in previsione del 2023

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