Come cambiano le tue tasse: nuovi scaglioni IRPEF

La Legge di Bilancio 2022 ha dato il via alla riforma fiscale. Il primo punto su cui si è inteso intervenire sono gli scaglioni IRPEF e le aliquote. Già da marzo 2022 avremo i primi significativi effetti sulla busta paga degli italiani. Sempre a partire dal tale mese, sarà erogato il c.d. Bonus Contributi, previsto per l'intero 2022.

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La riforma fiscale sembra uno dei punti principali del programma di intervento per il 2022. Le prime novità già sono state introdotte con la Manovra finanziaria del 2022. 

La disposizione ha infatti riformulato gli scaglioni IRPEF che sono stati rimodulati. La disposizione si pone come un piccolo tassello nella più consistente riforma che dovrà essere messe in breve in campo. 

A partire dal primo gennaio 2022, infatti, il legislatore ha introdotto alcuni interessanti cambiamenti, che si pongono in continuità con la volontà espressa di porre una svolta nel sistema fiscale. 

L’obiettivo ultimo del legislatore, infatti, è quello di alleggerire il peso nelle tasche degli italiani, che hanno fortemente risentito dell’emergenza pandemica. Le soluzioni all’orizzonte si prospettano essere espressione di due distinti obiettivi, ridurre il peso fiscale e recuperare il gettito che annualmente va perso a causa dell’evasione.

L’ultima manovra  si inserisce proprio in questa prospettiva. Infatti, l’intento primario è stato quello di alleggerire la pressione fiscale su una buona parte della popolazione italiana, soprattutto appartenente alla fascia media.

Al centro della riforma vi è quella che è considerata la principale delle imposte che gravano sui cittadini, ossia l'imposta sul reddito delle peronse fisiche, c.d. IRPEF.

Come cambia l'IRPEF a seguito della Manovra finanziaria?

L’IRPEF è l’acronimo per l’imposta sui redditi delle persone fisiche. La ratio principale della modifica apportata dalla nuova Manovra finanziare è di consentire una minore pressione fiscale sulla busta paga dei cittadini italiani.

Questo è il primo passo che si inserisce in una riforma fiscale, che si prospetta essere uno dei temi più caldi nei prossimi mesi. La normativa in esame ha previsto  la prima modifica a questa imposta, che riguarda le sue aliquote e che si prospetta essere solo il primo dei futuri interventi sull’imposta. 

Il pagamento dell’imposta consistente nell’IRPEF è effettuata secondo degli scaglioni di reddito, che determinano l’applicazione delle imposte per ogni fascia di reddito annuale.

Il Governo ha definito un primo sostanziale intervento sulle aliquote, prevedendo una riformulazione di aliquote, prevedendo una riduzione degli scaglioni, che passeranno da 5 a 4 aliquote.

Novità interessanti sono state introdotte anche in tema di detrazioni. L’obiettivo principale è quello di intervenire anche sulla disciplina del trattamento integrativo (il c.d. “Bonus IRPEF”).

Quali le caratteristiche dell’IRPEF?

Nel precedente paragrafo abbiamo introdotto quelle che sono le novità in vista in tema di riforma fiscale e soprattutto riforma dell’IRPEF. Ma di cosa si tratta?

Quando ci riferiamo all’IRPEF, infatti, individuiamo l’Imposta sul reddito delle persone fisiche. Questa ha una forma di tassazione a carattere progressivo, in ossequio a quelli che sono i principi costituzionali in tema di imposizione fiscale.

Con ciò in genere si intende che l’IRPEF è un’imposta il qui valore deve essere determinato sulla base di una valutazione per quota percentuale sul reddito. In specie la quota in questione cresce proporzionalmente al crescere del reddito.

Dunque, per ciascun scaglione di reddito è prevista una quota, detta aliquota, differente. 

Si garantisce dunque la c.d. progressività con due strumenti principali. Il primo è quello che abbiamo delineato, cioè l’applicazione di aliquote crescenti sui diversi scaglioni di reddito. 

Tuttavia, la progressività si garantisce anche mediante un secondo altri strumenti, quali le deduzioni dal reddito e detrazioni d’imposta.

Chi è tenuto a pagare l’IRPEF?

L’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) è posta in capo a tutti i cittadini produttivi di reddito.

I contribuenti possono, tuttavia, essere sia residenti che non residenti nel territorio dello Stato, che possiedono le previste tipologie di reddito.In particolare, l’individuazione dei criteri di disciplina dell’imposta e soprattutto i requisiti è demandata all’art. 1 del TUIR.

La norma prevede uno specifico requisito dell’IRPEF, quale il possesso di redditi, che vengono anche adeguatamente individuati dall’art. 6 del TUIR. Dunque, in sostanza l’IRPEF è dovuta da tutti i cittadini che producono redditi imponibili. 

L’imposta deve essere oggetto di specifico calcolo. In particolare è necessario prima di tutto individuare la base imponibile, che, come dicevamo, è composto dai redditi che sono indicati all’art. 6, come citato. Dopodiché deve essere calcolata l’imposta lorda. Questa, invero, è individuata molto semplicemente, cioè applicando alla base imponibile accertata le aliquote IRPEF.

Dalla somma ottenuta, tuttavia, si dovrà procedere a sottrarre dall’imposta lorda le voci costituenti detrazioni. La somma ottenuta è quella che viene definita imposta netta.

Dovranno, invero, essere effettuate ulteriori scomputazioni. Infatti, si procede a sottrarre la le ritenute, i crediti d’imposta, le eccedenze pregresse e gli acconti versati. A tal punto, si otterrò l’imposta da versare effettivamente all’Erario (o a credito). 

Nuovi scaglioni IRPEF

Le aliquote dell’IRPEF sono il primo degli step della riforma fiscale, che potremmo ritenere aver avuto inizio proprio con la Legge di Bilancio 2022, ma che presumibilmente andrà a costituire solo il primo tassello di una riforma ben più complessa. 

Come affermato nei precedenti paragrafi, infatti,  il legislatore ha modificato gli scaglioni e aliquote. In particolare si passa da 5 scaglioni a soli 4 scaglioni. 

Gli scaglioni previsti fino allo scorso anno sono: per la fascia di reddito compresa tra  0 a 15.000 euro annui, l'aliquota Irpef al 23%; per la fascia di reddito compresa tra 15.001 euro e 28.000 euro l'aliquota  Irpef è 27%; per la fascia di reddito compresa tra i 28.000 euro e 55.000 euro, l'aliquota Irpef è del 38%, per la fascia di reddito compresa tra i 55.001 euro e 75.000 euro, l'aliquota Irpef è del 41%; per la fascia di reddito compresa  superiori a 75.000 euro, l'aliquota Irpef del 43%.

Per il 2022 non troveranno applicazione i suddetti scaglione che sono stati soggetti a modifica. In particolare, i nuovi scaglione si compongono come segue: per la fascia di reddito compresa tra  da 0 a 15.000 euro, la nuova aliquota IRPEF è al 23%; per la fascia di reddito compresa tra da 15.001 euro e 28.000 euro, la nuova aliquota IRPEF al 25%; per la fascia di reddito compresa tra  da 28.0001 euro a 50.000 euro, la nuova aliquota IRPEF è al 35%; per la fascia di reddito compresa tra  oltre i 50.000 euro, la nuoca aliquota IRPEF è al 43%.

Come si evidenza nel nuovo riparto, giacché è espressamente prevista la medesima aliquota per l’ultimo scaglione, il legislatore ha deciso di concentrare il maggior peso fiscale sulla fascia più alta. Saranno allora principalmente i ceti medi a risentire degli effetti benefici della riduzione apportata alle aliquote IRPEF. 

Come cambiano invece le detrazioni?

Anche il regime delle detrazioni è stata espressamente modificata dagli interventi sull'IRPEF della Legge di Bilancio 2022. 

La Legge di Bilancio 2022 ha previsto delle  detrazioni di imposta. In specie tali detrazioni sono previste per alcune categorie di redditi che sono disciplinati all'art. 13 TUIR.  

Particolarmente interessante è anche la disciplina concernente le detrazioni per i figli a carico. La nuova disciplina si deve infatti confrontare con le novità introdotte con riferimento all’assegno unico universale per i figli a carico.

La normativa ha soppresso alcuni contributi erogati alle famiglie, che sono stati sostituiti da un unico assegno. Tra cui ricordiamo, per l’appunto, le detrazioni per i figli a carico previste dall’art. 12 del TUIR.

Con l’introduzione della nuova disciplina, le detrazioni di cui all’art. 12, saranno applicabili solo con riferimento ai figli minori o di età equivalente a 21 anni.

La disciplina del TUIR prevede, in tema dii IRPEF , delle detrazioni per figli a carico, in specie con riferimento ai figli disabili. In questo secondo caso, il legislatore ha previsto una detrazione sempre applicabile anche ove i genitori beneficino  dell’assegno unico per i figli di età superiore o equivalente ai 21 anni. Tuttavia non sono previste delle detrazione per i figli disabili a carico. 

Riforma fiscale: cosa ci attende nei prossimi mesi?

Come abbiamo più volte affermato, la Legge di Bilancio 2022 ha introdotto una nuova disciplina in tema di scaglioni IRPEF. Tuttavia, il progetto del Governo di Mario Draghi è quello di introdurre una vera e propria riforma dell’imposta sul reddito delle persone fisiche.

Sui cambiamenti principali che ci aspettano sicuramente quello più atteso è la modifica delle aliquote, che dovrebbe consentire una riduzione considerevole della pressione fiscale. 

Sempre nell’ottica di una riforma fiscale, è stato introdotto il c.d. bonus contributi, che si applica per i redditi che non superano i 35 mila euro annui. Inoltre, sempre alla stessa fascia di popolazione, è stata riconosciuto un taglio della quota contributiva per l’intero 2022.

La riforma fiscale non tocca invece l’aliquota contributiva IVS, che per il lavoro dipendente era equivalente al 33%. Tuttavia, pur rimanendo quantitativamente equivalente, è stata introdotta una modifica per quel che attiene a come si distribuisce tra datore di lavoro e lavoratore.

Infatti, come forse già saprai, la somma è ripartita tra i due soggetti,  normalmente secondo la seguente percentuale: 23,81% a carico del datore di lavoro; 9,19% a carico del lavoratore.

Tuttavia, solo per quest’anno anche lo Stato se ne fa in parte carico. Infatti, è stato previsto per il 2022 che sarà suddivisa come segue: 23,81% a carico del datore di lavoro; 8,39% a carico del lavoratore; 0,80% a carico dello Stato.

Tale taglio dei contributi previdenziali prende appunto il nome di bonus contributi. Lo Stato, accollandosi parte del contributo, genera un piccolo surplus, che considerando uno stipendio da 2 mila euro lordi, sono circa 5 euro.

Tale piccola somma verrà versata a far data da Marzo 2022. Oltre a quanto dovuto per il mese di Marzo 2022, dovrà essere versato anche quanto pagato per mesi di Gennaio e Febbraio. 

Sempre a partire da Marzo 2022, troverà applicazione anche il nuovo regime degli scaglioni IRPEF, con la conseguenza che alcune fasce di reddito risentiranno di un piccolo aumento. in busta paga, dovuto proprio alla rimodulazione degli scaglioni.

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