Riforma del fisco, per i sindacati è un flop: ecco perché bocciano la Meloni

Intervento dei sindacati a Palazzo Chigi sulla riforma fiscale. Vediamo di cosa si tratta

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Il governo Meloni si appresta a varare una riforma fiscale. Ieri, quando i sindacati sono stati convocati a Palazzo Chigi e sono usciti, hanno di fatto annunciato una mobilitazione generale. Da questo punto di vista, non è un buon inizio. L'esecutivo ha annunciato la riforma fiscale sotto forma di un pacchetto già pronto, inaccettabile per CGIL, CISL e UIL. Vediamo il motivo della bocciatura dei sindacati.

La riforma fiscale: un progetto che non mette d'accordo tutti

Domani il Consiglio dei Ministri approverà una legge delega che fisserà gli interessi che dovranno essere affrontati dal Parlamento, e poi si darà tempo alla stesura di un decreto: riduzione dell'aliquota IRPEF, eliminazione graduale dell'IRAP, revisione dell'IRES con agevolazioni per le imprese, aumento della flat tax per tutti, azzeramento dell'IVA sui beni essenziali sono i punti fondamentali della riforma fiscale.

Gianna Fracassi, vicesegretario generale della CGIL, ha dichiarato al termine dell'incontro: "Per questo non possiamo concordare una riduzione di tre aliquote o una flat tax, che non rientra nella dimensione di progressività prevista dalla Costituzione, in quanto favorisce i redditi alti e altissimi".

E aggiunge: "Questo non è un problema che riguarda tutti".

Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, è stato ancora più categorico, aggiungendo che "bisogna accelerare il dibattito su ammortizzatori sociali, pensioni, salute e sicurezza, non vivibilità, ripresa degli investimenti, qualità e sicurezza del lavoro".

Ha poi annunciato che "speriamo che il Governo risponda alle nostre richieste e priorità nei prossimi giorni, ma in caso contrario siamo pronti a valutare l'idea di una mobilitazione congiunta con CGIL e UIL".

In serata è arrivata una nota firmata da Palazzo Chigi per cercare di raffreddare gli animi, nei giorni in cui Giorgia Meloni si prepara a partecipare – in maniera abbastanza insolita – al congresso della Cgil: "I rappresentanti dell’esecutivo hanno assicurato alle sigle sindacali presenti massima apertura al dialogo e al confronto durante tutto l’iter parlamentare di approvazione della delega e dei successivi provvedimenti attuativi – si legge – Dopo il confronto con i sindacati è in programma un tavolo con le associazioni di categoria e gli ordini professionali". 

Il metodo del dialogo dimostra la volontà del Governo di realizzare riforme concrete e comuni. Ma gli stessi sindacati sono frustrati dalla mancanza di una via comune per il futuro, oltre che da una serie di altre questioni importanti. E ora potrebbero scendere nuovamente in piazza.