Superbonus 110%: decreto prezzi e nuova cessione del credito

Superbonus 110%: decreto prezzi, ecco tutte le novità in merito ai nuovi listini e massimali, asseverazioni obbligatorie, controlli e cessioni del credito.

Superbonus 110%: entra in vigore dal 16 aprile il nuovo decreto prezzi che fissa dei limiti massimi ai costi dei materiali utilizzati per gli interventi di riqualificazione.

Come funzioneranno le nuove asseverazioni di congruità e i controlli del fisco in merito?

Anche per la discussa cessione del credito che resta bloccata per molti, c’è una possibile novità sulla prossima approvazione di un emendamento che potrebbe eliminare i vincoli attualmente fissati a massimo tre cessioni. Ecco tutte le novità che potrebbero arrivare a breve dal governo.

Superbonus 110%: decreto prezzi 15 aprile. Cosa prevede

A partire dal giorno 16 aprile 2022, per effetto della legge entra ufficialmente in vigore il nuovo prezzario, con limiti e massimali da rispettare per l’utilizzo dei materiali nell’ambito degli interventi di riqualificazione edilizia sfruttati dai contribuenti attraverso le agevolazioni fiscali come superbonus 110% ed altri bonus casa che prevedono sempre la possibilità di ottenere incentivi sui lavori, sotto forma di credito di imposta IRPEF, di detrazione annuale di sconto diretto in fattura.

Il Ministero della Transizione Ecologica ha firmato il decreto con i nuovi prezzi da approvare già a febbraio, ma l’approvazione vera e propria è slittata al 16 marzo, giorno della pubblicazione del testo in gazzetta ufficiale.

Come da testo di legge viene quindi prevista l’applicazione delle nuove tabelle prezzi entro il trentesimo giorno dalla pubblicazione del decreto.

Quindi in futuro tutte le asseverazioni obbligatorie dovranno attestare la congruità delle spese per i materiali utilizzati ai fini degli interventi edilizi concessi tramite agevolazioni fiscali, sia Superbonus 110% che tutti gli altri Ecobonus casa soggetti alle stesse certificazioni.

Come funziona questo nuovo listino prezzi ai quali conformarsi senza sforare i massimali? Tutte le informazioni ufficiali sono state pubblicate anche sul sito di ENEA, compresa la lista completa in formato pdf e le FAQ del MI.TE per chiarire le risposte ai dubbi più frequenti di contribuenti ed aziende.

Vediamo come funziona il nuovo decreto prezzi e quali sono i nuovi controlli obbligatori che agenzia entrate dovrà svolgere in merito.

Le nuove tabelle massimali prezzi materiali Superbonus 110%

Come prima cosa è opportuno chiarire che: questi listini non comprendono le spese accessorie degli interventi nell’ambito del Superbonus, come ad esempio l’IVA sulle varie prestazioni e i costi della manodopera.

Per questo anche nelle risposte del Ministero, viene specificato che per quanto riguarda l’IVA, si deve fare riferimento all’apposita normativa di settore, mentre per i costi riguardanti installazioni e manodopera, si fa riferimento al prezzario DEI già pubblicato con il DM Decreto Requisiti Tecnici del 6 agosto 2020.

Nell’elenco dei costi ammessi rientrano quindi i prezzi massimi ammessi all’approvazione del beneficio fiscale. Infatti, il termine prezzario potrebbe trarre in inganno i contribuenti, visto che in realtà non sono da prendere in riferimento le stesse cifre pubblicate per effettuare il computo metrico, ma il documento stabilisce qual è il costo massimo di ogni materiale che può essere portato in detrazione e quindi rimborsato dal fisco.

Questo regolamento entra in vigore per tutte le tipologie di bonus casa e ristrutturazione, non solo per il Superbonus 110%. Con la sola esclusione dei lavori che prevedono interventi per un totale complessivo di spesa detraibile inferiore a 10.000 euro, gli stessi che non sono soggetti alla certificazione del visto di conformità e dunque anche dell’asseverazione dei prezzi.

Attenzione perchè c’è una eccezione che riguarda il bonus facciate. Per questo bonus infatti, è sempre necessaria la certificazione da parte di professionisti, a prescindere dalla spesa.

Inoltre, non ha importanza che si tratti di richiesta relativa a sconto in fattura o successiva cessione del credito. L’asseverazione di congruità dei prezzi è sempre obbligatoria, e per il superbonus 110% anche in caso di richiesta di detrazione fiscale IRPEF con rimborso in 10 anni.

I valori massimi sono da considerarsi per i lavori di ristrutturazione o miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici, che vengono avviati a partire dal 16 aprile 2022. Precedentemente infatti veniva utilizzato solo il prezzario regionale.

Superbonus 110%: asseverazione congruità prezzi

Quindi come funziona la nuova asseverazione di congruità dei prezzi dei materiali utilizzati per i lavori del Superbonus, e chi può certificare questo documento?

Mentre il listino con i nuovi massimali è entrato in vigore lo scorso 16 aprile, il decreto anti frodi n. 157 del 2021, stabilisce l’obbligatorietà della certificazione di tutte le spese previste per la ristrutturazione e la conformità di tutti i requisiti tecnici per usufruire dell’agevolazione fiscale superbonus 110%.

Visto che l’asseverazione deve certificare che i materiali utilizzati non superino il tetto massimo previsto dal governo per il rimborso, questo documento può essere presentato a lavori iniziati, ma non è necessario in concomitanza presentare anche lo stato di avanzamento lavori o S.A.L, qualora questo non sia richiesto per altre finalità.

Tutto ciò si è reso necessario al fine di contenere i tentativi di truffa per i bonus edilizi, con prezzi di gran lunga superiori alle medie di mercato, per ottenere crediti di imposta gonfiati e maggiori di quanto effettivamente spettante.

Truffe che, solo nei primi mesi del 2022, venivano stimate con almeno 4,5 miliardi di euro pagati dallo stato indebitamente, evidentemente un costo troppo elevato per il fisco.

La certificazione può essere richiesta esclusivamente ad un professionista iscritto all’albo di ingegneri, architetti o geometri.

La legge di Bilancio 2022, ha anche stabilito che il costo della parcella del professionista che firma l’asseverazione, è perfettamente rientrante nei costi detraibili anche nell’ambito del superbonus 110%.

Per quanto riguarda il prezzo, la parcella del tecnico che effettua l’asseverazione di congruità, può oscillare tra i 200 ed i 400 euro. Ricordiamo che il professionista deve firmare un documento nel quale si impegna ad assumersi la validità legale di quanto dichiarato anche rischiando risvolti penali in caso di falso.

Superbonus 110%: come funzionano i nuovi controlli prezzi

Una volta che il contribuente che intende usufruire del Superbonus 110%, ottempera a tutti gli obblighi di certificazione ed asseverazione tramite intermediari abilitati, cosa si deve aspettare per quanto riguarda i possibili controlli da parte di Agenzia delle Entrate?

Una prima novità è che nel decreto PNNR del 13 aprile viene stabilito un potenziamento dei controlli da parte di ENEA sugli interventi di efficientamento energetico soggetti ad agevolazioni fiscali come appunto gli Ecobonus ed il superbonus 110%.

Questo significa che tutti i contribuenti che utilizzano tali benefici fiscali, invieranno telematicamente i dati sugli interventi già effettuati per il controllo da parte del Ministero. Ma questo punto si riferisce ad una norma sul PNNR che prevede il monitoraggio dell’effettiva transizione ecologica.

Per quanto riguarda invece i controlli del fisco sulle asseverazioni di congruità dei prezzi, in base al nuovo listino, il tecnico dovrà attestare appunto che tutte le spese sostenute rientrano nei margini previsti.

Automaticamente questo impone dei nuovi meccanismi di controllo delle spese effettuate per l’agenzia delle entrate. Quindi l’asseverazione dovrà essere basata su un doppio controllo incrociato, prima su quello che è attualmente il prezzario inserito nel DM del 6 agosto 2020, e poi nell’attenzione a non superare il massimo di spesa per ogni componente materiale utilizzato a seconda dell’intervento, in base all’ultimo listino istituito a marzo.

I controlli sia tecnici che fiscali sul Superbonus 110%, sono affidati a due enti distinti: l’ENEA, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile per quanto riguarda i controlli tecnici e quelli di certificazione energetica, mentre per i controlli fiscali e sul diritto alla detrazione e alla cessione del credito e rimborso fiscale c’è l’agenzia delle entrate.

Ricordiamo a tal proposito che chi rilascia l’asseverazione con dichiarazioni false può essere soggetto a sanzione amministrativa che va dai 5000 ai 15.000 euro di multa dal fisco.

Mentre per il contribuente, come abbiamo detto c’è l’esclusione e la decadenza dal beneficio anche retroattiva e successivamente la restituzione di tutti gli importi eventualmente già fruiti a titolo di detrazioni fiscali indebite.

Superbonus 110%: chi rischia il blocco cessione credito?

Oltre ai nuovi controlli sui prezzi e alle asseverazioni obbligatorie, a complicare l’iter per il superbonus ci stanno pensando le banche, che dopo l’entrata in vigore del decreto anti frodi, modificato più volte in materia di cessioni dei crediti, stanno sempre più restringendo i termini per le nuove acquisizioni, lasciando i contribuenti con pratiche bloccate.

Cosa sta succedendo? Il ripristino delle cessioni del credito successive alla prima aveva fatto sperare in un ritorno alla normalità, ma in realtà quello che si è verificato è stato un notevole abbassamento di tutti i plafond di disponibilità da parte degli istituti finanziari, che non intendono rischiare più con i rimborsi per il superbonus.

Attualmente molti tra coloro che avevano l’accettazione delle pratiche in corso sono a rischio. Per arginare la pressione dei crediti, sempre più banche stanno temporaneamente bloccando l’iter e riducendo il plafond a discapito dei contribuenti.

Il governo quindi sta cercando di risolvere la situazione, riportando un ordine di quattro cessioni ammesse, e soprattutto ripristinando quelle successive alla prima anche ad altri soggetti.

Ricordiamo infatti che attualmente la legge in vigore stabilisce che le cessioni del credito per il superbonus 110% successive alla prima, possano essere effettuate solo nei confronti di enti certificati come le stesse banche, società finanziarie ed assicurative.

Permettendo invece la cessione finale da parte di una banca anche ai correntisti ed anche in maniera frazionata si potrebbe così eliminare il vincolo e sciogliere finalmente il nodo cruciale che ha portato ai numerosi blocchi attuali.

Questa proposta era già stata discussa in occasione del recente decreto bollette, e potrebbe essere approvata a breve con un emendamento al “Decreto Ucraina. Si intravede quindi la concreta probabilità di ripristinare una quarta possibilità di cessione del credito.

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