Superbonus 110%: novità su cessione del credito e villette

Superbonus 110%: prossime novità sulla scadenza stato avanzamento lavori per le villette? Ecco quali sono le regole 2022 per la cessione del credito.

Superbonus 110%: sono in arrivo altre novità e modifiche al regolamento? Il governo sembra voler aprire la possibilità ad una probabile proroga in merito alla scadenza per quanto riguarda l’avanzamento lavori per le villette. Argomento fortemente discusso negli ultimi mesi e per il quale si stanno battendo molte forze politiche a favore dell’eliminazione del vincolo temporale.

C’è infatti un emendamento, che se venisse approvato, potrebbe finalmente permettere ai molti contribuenti con lavori in sospeso di completarli senza rischio di non poter più accedere all’agevolazione.

Dopo i ritardi già causati dal caos che ha riguardato i nuovi controlli a tappeto, i listini prezzi ufficiali ai quali conformarsi e soprattutto il blocco delle cessioni del credito multiple, poi riattivato, che ha mandato in crisi le banche, gli enti intermediari ed i possibili beneficiari della misura

. Vediamo quindi quali sono le ultime novità sulla proroga e sui recenti decreti che sono stati approvati dal governo in merito al superbonus 110%.

Superbonus 110%: cosa cambia nel 2022

Il superbonus nei primi mesi del 2022 è stato caratterizzato da numerose novità che si sono succedute, oltre alla prima proroga che già era partita nell’incertezza, c’è stato subito dopo il decreto anti frodi e tutte altre le modifiche che riguardavano le modalità permesse per la cessione del credito, i nuovi limiti temporali, i controlli e gli obblighi dei contribuenti sui documenti da presentare per l’approvazione.

Oltre a questo è stato istituito il listino prezzi ufficiale per evitare che i costi possano essere gonfiati dalle imprese e quindi comportare una spesa enorme per le casse del fisco non giustificata.

Come ricorda il Corriere della Sera, attualmente i lavori per i quali è stata approvata l’asseverazione a fine febbraio valgono 14,7 miliardi di euro. Il problema che ha fatto scattare la corsa delle imprese, tanto che attualmente scarseggiano i materiali e i ponteggi, è stato però il fatto di dover necessariamente raggiungere almeno il completamento del 30% dei lavori da effettuare per poter usufruire dello sconto fiscale pieno del 110%.

Ovviamente tutti questi cambiamenti improvvisi, alcuni approvati definitivamente, altri ancora in via di discussione, hanno provocato una confusione che, attualmente mette in crisi tutti i contribuenti che hanno iniziato i lavori per il superbonus.

In particolare i nuovi ostacoli sono rappresentati dalla difficoltà di accettazione da parte delle banche per la cessione del credito, fattori che, insieme alla nuova normativa anti frode stanno pesantemente complicando una situazione già burocraticamente complessa, anche per i soggetti che intendono agire nella completa legalità e nel rispetto della vigente normativa.

Superbonus 110%: come funziona la nuova cessione del credito

L’opzione di cessione del credito a banche e società finanziarie è stata la misura che ha subìto nei mesi scorsi le più sostanziali modifiche e ripensamenti da parte del governo. Ora, precisamente lo scorso 28 marzo è stato approvata con decreto attuativo, e pubblicata in gazzetta ufficiale, la conversione in legge del decreto Sostegni Ter, che finalmente ripristina la possibilità delle cessioni multiple successive alla prima.

Per quanto riguarda il superbonus 110% infatti: quando l’impresa concede lo sconto in fattura al contribuente che usufruisce della misura fiscale per i lavori di ristrutturazione, può successivamente cedere il credito alla banca.

Con il decreto anti frodi veniva stabilito che la cessione poteva essere soltanto una, dunque ne era derivato il blocco immediato di tutte quelle successive alla prima. In seguito però è stato chiarito da agenzia delle entrate che a partire dal 26 febbraio, è possibile cedere i crediti del superbonus per altre due volte ma solo ai soggetti definiti “qualificati”.

Con questo termine si intendono intermediari ed istituti bancari o assicurativi con certificato di autorizzazione ad operare in territorio italiano.

Altre due opzioni differenti vengono concesse anche a chi ha comunicato la procedura di cessione del credito entro il 16 febbraio 2022. E cioè la possibilità di effettuare l’opzione cessione a soggetti detti “jolly” per la prima volta e dopo la prima solo ad altri due enti qualificati. Questo è valido anche per chi sceglie lo sconto in fattura, e dunque per le ditte che hanno eseguito i lavori, che potranno così continuare ad effettuare le cessioni del credito multiple.

Purtroppo c’è da dire che questo susseguirsi di variazioni alle regole, insieme al pacchetto di leggi anti truffa e di controlli sempre più severi, soprattutto sulla cessione del credito, ha contribuito alla modifica di molti regolamenti interni degli istituti bancari e finanziari che accettano questo tipo di procedura.

Infatti attualmente molti disagi per i contribuenti sono rappresentati dal fatto che le banche stanno gradualmente diminuendo il plafond di spesa disponibile per l’accettazione dei crediti. Oltre a questo un gran numero di intermediari si sta aggiungendo all’elenco dei soggetti che, pur essendo accreditati, decidono comunque di accettare solo prime cessioni del credito.

Superbonus 110%: stop ai vincoli per le villette?

Per quanto riguarda l’applicazione del superbonus 110% alle cosiddette villette e cioè edifici unifamiliari con accesso autonomo, attualmente il maggiore ostacolo per tutti i contribuenti è rappresentato dal vincolo temporale dell’avanzamento lavori di almeno il 30% alla data del 30 giugno.

Termine obbligatorio per poter usufruire dell’agevolazione compresa la cessione credito e lo sconto in fattura. La norma ha suscitato opposizione da parte non solo dei proprietari di casa ma soprattutto da parte delle associazioni di categoria che rappresentano le aziende impiegate attualmente in questo tipo di attività di ristrutturazione.

Ci sono però varie proposte di eliminazione del vincolo, che potrebbero a sorpresa essere approvate, in quanto sia in Senato che alla Camera la proroga ha trovato sostenitori, compreso il sottosegretario al Ministero dell’Economia Federico Freni.

L’emendamento infatti, che dovrebbe andare in approvazione insieme al DEF, il documento di Economia e Finanza pubblica, prevede la cancellazione del vincolo di stato avanzamento lavori al 30 giugno, proprio per quanto riguarda le villette.

Quindi riepilogando: senza un intervento su questo, solo chi avrà rispettato tali limiti e termini potrà continuare ad usufruire del superbonus 110% sulle unità unifamiliari fino a dicembre.

Sembra però ormai certo il fatto che verrà estesa la proroga e questo sarebbe una vittoria per i promotori dell’emendamento e per i cittadini che attendono questa possibilità. Anche perchè per molti arrivare al 30 giugno con l’avanzamento lavori sarebbe molto difficile, e questo comporterebbe oltre alla perdita del beneficio fiscale per i contribuenti anche il rischio fallimento di molte aziende operanti nel campo dell’edilizia che negli ultimi mesi hanno fatto del superbonus 110% la principale attività.

Proroga Superbonus 110%: le nuove scadenze

In questo momento, e nell’attesa che possano essere approvate altre proroghe per alcune categorie di immobili, le scadenze attualmente in vigore per l’avanzamento lavori del superbonus 110% sono così suddivise:

In base alla legge di Bilancio 2022per quanto riguarda i condomini, o soggetti privati su unità immobiliari composte da due a quattro appartamenti accatastati in maniera distinta, spetta ancora il 110% di sconto fiscale per i costi sostenuti fino a dicembre 2023, poi passerà al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025.

Per i lavori effettuati dagli enti di edilizia popolare e dai proprietari sulle stesse unità immobiliari, spetta lo sconto del 110% fino a dicembre 2023, a patto che alla data del 30 giugno 2022, l’avanzamento lavori sia arrivato almeno al 60% del totale complessivo.

Mentre come abbiamo detto, al momento, per i proprietari delle unità unifamiliari, spetta il 110% fino a dicembre 2022, con il vincolo che siano stati conclusi i lavori per almeno il 30% del totale alla data del 30 giugno.

Per questi soggetti, in mancanza di altre novità sulla normativa il superbonus si concluderà a fine anno. Pertanto si evidenzia la corsa alla conclusione lavori, anche cumulabili con interventi per i quali si prevede una diversa detrazione come ad esempio l’ecobonus al 65%, che però soprattutto in questo periodo risulta essere ostacolata dai paletti inseriti nella legge sui controlli, soprattutto per quanto riguarda i materiali ed i relativi prezzi, che devono essere adeguati ai listini ufficiali.

Un percorso non semplice che risultava già burocraticamente articolato prima dell’intervento del decreto anti frodi. Ora la normativa da rispettare prevede infatti ulteriori documenti con costi a carico del contribuente, soprattutto per le asseverazioni.

Vediamo come funziona la nuova certificazione di avanzamento lavori con l’asseverazione obbligatoria e quali controlli può effettuare il fisco sugli interventi e sui pagamenti già effettuati.

Superbonus 110%: documenti e controlli 2022

Per chi vuole ancora continuare ad usufruire del superbonus 110%, non solo per le villette e unifamiliari, la condizione obbligatoria è certificare lo stato di avanzamento dei lavori ed avere l’asseverazione firmata da professionisti abilitati. In particolare per poter essere certi di poter contare sulla cessione del credito o di far valere lo sconto in fattura già applicato.

Ma per avere questi documenti in regola non sono necessarie le dimostrazioni di pagamento, infatti i bonifici parlanti a norma di legge che certificano le spese già sostenute, possono essere già stati inviati per quanto riguarda il periodo trascorso e a partire dalla data inizio lavori.

L’asseverazione sul sito ENEA entro il 30 giugno invece, è necessaria per poter avere l’agevolazione anche sulle spese ancora non sostenute.

E cioè su quelle che potranno essere pagate entro il 31 dicembre 2022. Per essere in regola occorre che l’intermediario al quale è stata affidata la pratica certifichi lo stato di avanzamento.

Successivamente è bene ricordare che ENEA e Agenzia delle Entrate, effettueranno i nuovi controlli previsti dal MITE, che riguarderanno non solo le caratteristiche tecniche dichiarate, ma soprattutto i costi dei materiali conformi con i listini prezzi e gli attestati di qualificazione energetici.

Questi successivamente, se trovati non a norma potranno essere oggetto di contestazione con revoca del superbonus ed applicazione di sanzioni fiscali, amministrative o penali nei casi più gravi.

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