Superbonus: stop alle cessioni del credito a catena

Doccia fredda per molti contribuenti onesti che stanno già ristrutturando casa e hanno optato per la cessione del credito di imposta del superbonus. Il nuovo decreto Ristori-ter approvato venerdì 21 gennaio vieta la cessione multipla di qualunque credito di imposta.

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Doccia fredda per molti contribuenti onesti che stanno già ristrutturando casa e hanno optato per la cessione del credito di imposta del superbonus. Il nuovo decreto Ristori-ter approvato venerdì 21 gennaio vieta la cessione multipla di qualunque credito di imposta.

Divieto di cessione di qualunque credito d’imposta

La cessione del credito di imposta generato dalle operazioni di ristrutturazione e di riqualificazione che prevedono agevolazioni fiscali da adesso è possibile una volta sola: il cessionario dovrà usare il credito senza possibilità di girarlo ulteriormente.

Lo stabilisce l'art. 26 della bozza del decreto intitolato "Misure di contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche". La norma modifica dunque il decreto-legge 34/2020, convertito dalla legge 77/2020.

A rischio dunque le cessioni che riguardano i bonus edilizi, il bonus facciate, superbonus ed ecobonus. Ma vediamo perchè.

Divieto di cessione del credito: cosa succede in pratica

La nuova limitazione rischia di tarpare le ali all'intero sistema delle agevolazioni fiscali legate alle ristrutturazioni e alle riqualificazioni con pesanti ripercussioni sui contribuenti: alcuni istituti potrebbero infatti aver già raggiunto il limite massimo dell'importo utilizzabile con la conseguenza di non poter più accettare i crediti da parte dei consumatori. Se ultimi avessero già preso impegni di pagamento con l'impresa che sta eseguendo i lavori, si troverebbero nella condizione di non poter più onorare il debito. 

Queste dinamiche potrebbero mettere in crisi l'intero settore, le imprese che vi operano, i professionisti e gli stessi committenti.

Con una visione più di lungo termine, il divieto di cessione multipla limiterà l'accesso alle agevolazioni fiscali a molte persone, per scarsità dei soggetti disponibili ad acquisire il credito, affossando il superbonus e gli altri bonus edilizi. Le conseguenze peserebbero inoltre sul rilancio dell'economia, che ha fondato uno dei suoi pilastri proprio nella riqualificazione edilizia.

Il presidente dell'Ance (Associazione nazionale costruttori edili), Giovanni Salmistrari, ha dichiarato che in questo modo "si rischia di mettere una pietra tombale all’operatività dei cantieri. Chiediamo al governo di stralciare la norma".

Sulla stretta alle cessioni interviene anche Finco, la Federazione delle Imprese per le costruzioni, ribadendo che quanto previsto dal Sostegni ter è "controproducente e potenziale terreno di coltura per un’importante serie di contenziosi, oltre ad essere iniquo sotto il profilo della retroattività nei confronti di contribuenti ed imprese". 

Cessioni a catena: perchè questo divieto?

L'obiettivo del governo nasce come sempre da buoni propositi. Dai controlli effettuati dalla Guardia di Finanza sulle cessioni dei crediti di imposta sono emersi molteplici tentativi di frode per un giro d'affari di milioni di euro. Tuttavia questo provvedimento rischia di generare migliaia di contenziosi danneggiando cittadini e imprese.

Periodo transitorio

Se la norma venisse confermata con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, potrebbe essere concesso dal Governo un periodo transitorio durante il quale i crediti già ceduti alla data del 7/2/2022 possono essere ancora oggetto di cessione ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito.

In questo modo l'impatto sui lavori già avviati potrebbe essere limitato.

(Claudia Cervi)