Tagli Irpef, Draghi penalizza chi ha la partita Iva! Come!

I tagli Irpef arriveranno direttamente grazie alla Legge di Bilancio 2022. Le prime vittime sacrificali saranno i titolari di una partita Iva.

I tagli Irpef arriveranno direttamente grazie alla Legge di Bilancio 2022. Le prime vittime sacrificali saranno i titolari di una partita Iva. Sì, signori. In questi giorni abbiamo letto e riletto articoli su articoli che ci spiegavano che i lavoratori dipendenti ci avrebbero guadagnato un bel po’ dal taglio delle tasse. Busta paga più ricca, stipendi più alti. Sì perché grazie ai tagli dell’Irpef a fine mese sarebbero rimasti in tasca un po’ più di soldi. Ai lavoratori dipendenti sì, di sicuro. Ma gli autonomi ed i professionisti con partita Iva ne beneficeranno ben poco.

Purtroppo il Governo guidato da Mario Draghi ha partorito un mostro giuridico di 1013 commi, racchiusi interamente in un articolo. Stiamo parlando della Legge di Bilancio 2022, che grazie ai suoi rinvii normativi – ce ne sono a migliaia – diventa un documento incomprensibile anche per il contribuente più attento. Quello che si è visto in giro, soprattutto sulla stampa generalista, sono le consuete analisi, che riportano come i contribuenti risparmieranno da quest’anno sulle tasse. Tutto merito del taglio dell’Irpef. Ma quanti lavorano con la partita Iva, come sono messi?

Partita Iva, ma i tagli Irpef dove stanno?

Nel corso delle ultime settimane le polemiche sulla stampa generalista non sono di certo mancate. L’attenzione si è posta su chi ci avrebbe guadagnato di più dal taglio dell’Irpef, ma soprattutto dalla rimodulazione delle aliquote. Senza girarci troppo intorno, fermandosi ai lavoratori dipendenti, la fascia di reddito che ci guadagna di più è quella che ha un reddito intorno ai 40.000 euro all’anno. Sostanzialmente sono i contribuenti con un reddito medio, che fino ad almeno qualche giorno fa risultava svantaggiato dal salto d’imposta dal 27 al 38%. Questo scalone è stato leggermente ammorbidito dalla mini riforma fiscale presentata dal premier Mario Draghi.

In pochi, però, hanno preso in considerazione che vi è un forte divario tra il carico fiscale che pesa sulle spalle dei lavoratori dipendenti e quelli che rientrano negli autonomi, che lavorano con partita Iva. La distanza tra il primo tipo di lavoratore ed il secondo viene addirittura ampliata dalla riforma, dato che chi percepisce una busta paga avrà un margine di risparmio maggiore rispetto a quanti emettano una fattura. 

Proviamo a fare un semplice esempio. La no tax area per i lavoratori dipendenti è fino a 8.145 euro, mentre per quanti lavorano con partita Iva è 5.500 euro. Nel caso in cui il reddito dichiarato sia uguale, le imposte che gli autonomi sono tenuti a pagare sono più pesanti rispetto a quelle dei dipendenti. Aggiungiamoci poi una cosa: nel caso in cui un lavoratore dipendente si trovasse nella situazione di dover dichiarare un reddito superiore di un euro a quello minimo, potrebbe comunque beneficiare di un’imposta negativa, avrebbe il bonus 100 euro che costituisce una bella somma annuale. Quanti lavorano con partita Iva non possono usufruire di queste agevolazioni.

Partita Iva, quali benefit arrivano per gli autonomi!

Qualche benefit interessante, all’orizzonte, comunque c’è anche per quanti siano dei professionisti – con partita Iva – iscritti agli ordini dei dottori commercialisti, degli avvocati e dei consulenti del lavoro. Nel caso in cui abbiano una malattia certificata o un ricovero in ospedale, hanno la possibilità di prorogare gli adempimenti fiscali dei propri clienti.

Il quotidiano Italia Oggi provvedere ad effettuare un’annotazione molto importante, perché se è vero che

già da tempo il lavoro principale del senato e della camera dei deputati è quello di convertire in legge i decreti-legge approvati (a raffica) dal governo. E ormai quasi sempre i 60 giorni concessi dalla Costituzione per questa attività vengono impegnati per la prima lettura, riducendo così la seconda lettura ad una ratifica, senza alcuna possibilità di introdurre modifiche, e spesso nemmeno di discutere nel merito, i provvedimenti che vengono approvati, quasi sempre con il voto di fiducia. Ma con la legge di bilancio 2022 si è raggiunto il punto di rottura, avendo avuto ciascuna delle due camere un paio di giorni per leggere, discutere e approvare, con voto di fiducia, un provvedimento così complesso. Di fatto, sembra quasi una certificazione della inutilità del Parlamento.

Taglio dell’Irpef e partita Iva: una dura verità!

Sostanzialmente abbiamo capito che per il 2022 arriva il tanto annunciato taglio dell’Irpef. Purtroppo, però, non tutti i contribuenti ci guadagneranno nello stesso modo, creando una netta frattura tra lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi con partita Iva. Ci saranno differenze sostanziali, dovute, come abbiamo visto dal bonus 100 euro, ma questo potrebbe non essere l’unica differenza che arriverà tra i lavoratori:

A tutto questo si dovrà aggiungere l’impatto dell’Auuf (Assegno Unico Universale Figli) che da marzo sostituirà gli Assegni per il Nucleo Familiare – commenta Rosario De Luca, presidente della Fondazione Studi – Consulenti del Lavoro -. Sarà agganciato all’Isee, quindi vedremo cosa ne sortirà come quantificazione individuale.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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