Taglio accise sui carburanti: confermato fino all’8 luglio!

Il taglio delle accise è stato per fortuna confermato fino all'8 luglio: ecco cosa ha deciso il Governo guidato da Mario Draghi e come.

Il caro carburanti è sicuramente tra quelli più semplici da riscontrare da quando è iniziata la guerra: l’occhio sui prezzi del carburante è infatti una costante per le famiglie italiane e da fine febbraio il prezzo al litro è lievitato, portando il Governo ad adottare delle obbligatorie contromisure. Ora il taglio è prorogato fino all’8 luglio, ecco tutte le informazioni utili.

Non è semplice affrontare il discorso togliendo il punto di vista da consumatore, perché i carburanti sono uno di quei beni di cui siamo tutti in qualche modo consumatori. Tutti, anche chi va al lavoro in bicicletta perché ha la fortuna di essere a pochi minuti di distanza da casa.

Infatti, il carburante è uno di quei beni “leva”, capaci di far lievitare i prezzi di praticamente tutto (il cosiddetto fenomeno di inflazione) in maniera conseguente, come una sorta di effetto domino. Ogni bene che compriamo al supermercato, per restare su un esempio semplice, arriva attraverso trasporto principalmente via terra o aerea… e come si riforniscono questi mezzi? Con quei carburanti di cui abbiamo visto scoppiare i prezzi.

Insomma, è una questione che riguarda tutto e tutti ed il Governo lo sa bene, come è in evitabile che sia. Come intervenire allora per rendere la situazione più sostenibile? Innanzitutto, è arrivato un taglio sulle accise, una richiesta che fin da subito le federazioni e associazioni di consumatori hanno fatto ai piani alti.

Le accise sono infatti una spesa aggiuntiva superflua di cui lo Stato può, almeno in parte, fare a meno per un periodo limitato di tempo. Sono poi arrivati aiuti rispetto alle bollette, altro costo che è lievitato davvero in maniera considerevole negli ultimi mesi, ma anche su qualche altro fronte secondario.

La situazione è sicuramente molto delicata per le famiglie, soprattutto le più bisognose, ma anche per le imprese che con carburanti ed energia in generale sostengono la maggior parte della loro produzione, costrette a far fronte ad aumenti folli rispetto a quelli di una singola famiglia.

Ecco allora il punto della situazione sulle azioni del Governo.

Taglio accise sui carburanti: ecco cosa significa esattamente e perché il Governo ha scelto questa via

Il taglio sui carburanti è un “regalo” del Governo? Difficile definirlo così, perché è in realtà più una pezza messa su un problema che è destinato a trascinarsi per lungo tempo. Infatti, il taglio sui costi dei carburanti è sicuramente positivo per il portafoglio dei cittadini italiani, ma potrebbe non bastare.

Una soluzione di breve termine per un problema di lungo termine, in sostanza. Al momento, però, è anche l’unica soluzione possibile per dare agli italiani un aiuto concreto ed immediato. Per questo motivo, l’aiuto è addirittura stato prorogato ed ora ha scadenza all’8 luglio, anziché alla precedente fissata al 2 maggio, ormai ieri.

Il taglio è sostanzialmente una diminuzione delle accise sui carburanti. Accise che non sono altro che una aggiunta al prezzo di mercato del bene industriale che vanno nelle casse dello Stato, per sostenere sostanzialmente due aspetti: da un lato l’impatto ambientale (come fosse un disincentivo al loro utilizzo) e dall’altro per finanziare “spese speciali” a cui lo Stato ha dovuto inaspettatamente far fronte.

Inizialmente, infatti, le accise erano applicate specificamente per finanziare la ricostruzione dopo calamità naturali che avevano causato danno in una certa area geografica del nostro Paese. Ora, invece, concorrono in maniera generica alle entrate nel bilancio dello Stato. Ma come può lo Stato farne a meno?

Taglio delle accise sui carburanti: ecco perché il Governo può permetterselo

Se abbiamo da un lato compreso perché il Governo ha scelto questa via, in sostanza per esigenze pratiche e per rapidità di messa in pratica, dall’altro può sembrare difficile comprendere come lo Stato possa permettersi di rinunciare ad una parte del suo gettito così, apparentemente a cuor leggero.

C’è però un meccanismo molto semplice che il Governo Draghi sembra aver perfettamente presente: l’aumento dei prezzi di tanti beni e servizi, carburanti ed energia su tutti, fa lievitare anche l’IVA pagata su di essi. IVA che naturalmente entra nelle casse dello Stato.

Essendo in percentuale, più aumenta il prezzo di un bene più aumenta di pari passo l’IVA. Un meccanismo semplicissimo che però ha una falla da non sottovalutare: l’inflazione e l’incertezza fanno diminuire i consumi e quindi anche tasse ed imposte pagate dai consumatori.

Al netto di ciò, però, al momento le casse dello Stato possono fare a meno di questa entrata per un certo periodo di tempo, rimpiazzata largamente dalle maggiori entrate legate soprattutto all’aumento del prezzo dell’energia.

Taglio delle accise sui carburanti: arriva ufficialmente la proroga!

La proroga di questo taglio era nell’aria da qualche settimana e non si è praticamente mai dubitato che la misura potesse essere spostata in avanti rispetto alla precedente scadenza del 2 maggio. Infatti, una misura del genere interrotta dopo così poche settimane avrebbe avuto ben poco senso.

La proroga, arrivata con il nuovo decreto di aiuti legati ai prezzi dell’energia ed in generale all’aumento del costo della vita, è però stata più generosa del previsto, proprio dal punto di vista temporale. Si parlava infatti di spostarla in avanti almeno fino a fine maggio, con qualche voce che parlava di metà giugno o addirittura fine giugno.

Ebbene, la proroga arrivata è addirittura fino all’8 luglio, cioè oltre due mesi a partire da oggi. Una buona notizia che conferma che evidentemente il Governo ritiene questa misura da un lato necessaria e dell’altra sufficientemente efficace rispetto alle attese (oltre che sostenibile, almeno per ora).

Taglio delle accise sui carburanti: come sono cambiati i prezzi?

Negli ultimi due mesi questo taglio delle accise è stato applicato direttamente dai distributori sui prezzi al pubblico e l’effetto “calmante” si è visto: si è passati dai picchi di 2,30 euro al litro agli attuali prezzi intorno ad 1,80 al litro, cioè 2,10 se si considerano i 30 centesimi di “sconto”.

Il prezzo di mercato è quindi leggermente sceso, arrivando anche a 2 euro al litro (che senza accise è significato un prezzo di circa 1,70 al litro) e placando quella psicosi che abbiamo vissuto ad inizio marzo in cui è sembrato che il prezzo potesse crescere all’infinito.

In questo senso, possiamo dire che la misura ha funzionato e, nonostante i leggeri aumenti degli ultimi giorni, il prezzo rimarrà probabilmente sotto controllo, almeno finché il taglio delle accise sarà confermato (cioè per ora almeno fino all’8 luglio). Dopo ci sarà da capire l’effetto che farà sul mercato e sui consumatori un eventuale ritorno al prezzo di mercato con le accise… in base anche all’andamento del conflitto in Ucraina.

Taglio delle accise sui carburanti: non l’unica novità del decreto di aiuti

Il decreto approvato in questi giorni non riportava solo la scadenza del taglio delle accise ad inizio luglio, ma anche una serie di altre novità. Senza entrare nello specifico, non ne è questa la sede, possiamo dire che sono in arrivo nuovi aiuti legati al costo dell’energia sia per i cittadini che per le imprese.

Per i cittadini, invece, si parla di un bonus da circa 200 euro per chi ha redditi inferiori ai 35.000 euro l’anno, pensati per controbilanciare l’aumento del costo della vita. Ovviamente, un bonus del genere ha subito creato una certa discussione e confronto tra forze di maggioranza ed anche tra i cittadini.

Vedremo come e quando verrà realizzato, naturalmente sarebbe una notizia positiva per tante famiglie ma, come sempre accade in questi casi, è necessario che sia ponderato e studiato in maniera coerente rispetto alle esigenze ed agli obiettivi.

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