Taglio delle accise: la soluzione di Draghi! Funzionerà?

Il taglio delle accise è arrivato solo da qualche giorno, ma già ci si chiede quali siano gli effetti e come possa funzionare questo sistema, tra semplificazioni (e banalizzazioni, diciamolo) e complicazioni dal punto di vista puramente economico. Ecco come lo Stato può sostenere il calo di un'entrata fondamentale e le prospettive future.

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Il taglio delle accise è arrivato solo da qualche giorno, ma già ci si chiede quali siano gli effetti e come possa funzionare questo sistema, tra semplificazioni (e banalizzazioni, diciamolo) e complicazioni dal punto di vista puramente economico. Ecco come lo Stato può sostenere il calo di un'entrata fondamentale e le prospettive future.

La domanda sorge naturale: se lo Stato ha tagliato le accise, come farà fronte alle minori entrate? Ma soprattutto, se può tagliare le accise così facilmente... perché non lo fa in maniera definitiva? Anche solo un calo potrebbe essere decisivo, dato che sappiamo che il prezzo del carburante è condizionato per più della metà da accise ed IVA.

In particolare, proviamo a capire perché concretamente lo Stato non può, neanche volendo, togliere le accise dall'oggi al domani ed attenzione che non è solo una questione economica, ma anche di normative addirittura europee. Questo lega le mani all'Italia, costretta a rispettare alcuni criteri.

Possiamo anche dire apertamente, però, che anche se non ci fosse questo vincolo sarebbe problematico togliere le accise, o ridurle in maniera importante, da un giorno all'altro ed in maniera definitiva.

Partiamo allora dalla definzione di accisa, non poi così scontata come potrebbe sembrare, fino ad arrivare alla scelta del Governo Draghi ed al futuro di questo tipo di introito per le casse dello Stato, naturalmente in relazione a quanto sta accadendo sul fronte benzina e carburanti in generale.

Ecco il punto della situazione.

Taglio delle accise: cosa significa?

Le accise non sono altro che un'imposta che lo Stato sceglie di mettere sulla fabbricazione e/o sulla vendita di un certo bene o servizio (in genere si tratta di beni fisici). Tipicamente, le accise si applicano su specifiche tipologie di beni ed in ogni caso lo Stato ricorre a questo tipo di imposta in situazioni particolari. Per fare un esempio banale, non può succedere che si scelga di applicare tale tipo di imposta sui beni di prima necessità, come gli alimenti.

Nel caso specifico, sappiamo che le accise sulla benzina sono un'entrata molto importante per lo Stato, ma sempre per completezza possiamo dire che ci sono accise rilevanti anche sull'energia, sui tabacchi e sull'alcool. Questi ultimi due sono piuttosto noti e sono legati alle conseguenze negative date dal consumo di certi prodotti.

La logica è quindi quella di rendere alcuni beni meno accessibili economicamente, ma soprattutto di bilanciare in un certo senso le conseguenze negative che questi prodotti causano, cosa che per la benzina ed i carburanti vale dal punto di vista dell'ambiente e dell'inquinamento.

Inserire le accise è stata una pratica di cui si è abusato soprattutto negli anni '80 e '90, con proprio quelle sui carburanti tra le maggiori indiziate ogni volta che ce n'era l'occasione. Ovviamente, però, è negli interessi del Governo e della collettività che certi prodotti mantengano un prezzo al di sotto di una soglia accettabile.

Altrimenti, i consumi crollano e l'obiettivo di massimizzare le entrate per lo Stato viene di fatto annullato. Passiamo ora a vedere come funzionano le accise sulla benzina, una tematica che forse non è mai stata attuale quanto ora.

Taglio delle accise: quali ci sono sui carburanti?

La lista delle accise sui carburanti è lunga e non ha molto senso elencarle, ma per avere maggiori informazioni suggeriamo semplicemente la pagina Wikipedia dedicata proprio a questo, in modo da avere una panoramica completa non solo delle cifre, ma anche delle motivazioni che hanno portato all'aumento di accise.

Infatti, era ed è ancora prassi aumentare le accise sui carburanti ogni qual volta c'è una crisi a cui far fronte, dalla crisi di Suez del 1956 in poi. In pratica, ad ogni calamità naturale o crisi di varia natura si inseriva una nuova accisa che andasse a finanziare gli interventi economici necessari per fronteggiarla.

Ma era o è un metodo vincente? Non particolarmente, soprattutto perché dal 1995 è cambiato un aspetto fondamentale: quanto lo Stato incassa con l'accisa non va direttamente a finanziare le spese per quella crisi, ma va genericamente tra le entrate dello Stato.

Per questo motivo, parlare di accise che finanziano le crisi è ormai anacronistico. Le accise finiscono nella grande voce "entrate" all'interno del bilancio dello Stato e possono poi essere utilizzate per finanziare le attività pubbliche, come qualsiasi altra entrata.

Ecco che, in questo quadro più chiaro del funzionamento delle accise nel nostro Paese, possiamo provare a capire cosa succede sul tema delle accise sui carburanti.

Taglio delle accise: come funziona?

Il taglio delle accise è ormai stato deciso una settimana fa ed è entrato in vigore precisamente martedì scorso. Di cosa si tratta? In sostanza, il Governo Draghi ha deciso d'ufficio che proprio da martedì scorso sia benzina che gasolio sono scesi di 25 centesimi al litro.

Complice anche il lieve calo, finalmente, del prezzo del petrolio, siamo arrivati ad un prezzo ben inferiore ai 2 euro al litro (si gira intorno ad 1,80 al litro circa, contro i picchi di 2,30 di due settimane fa). Chiaramente, gli italiani non possono che essere soddisfatti di questa novità, anche se il prezzo al litro è sensibilmente più alto di quanto non fosse qualche mese fa.

In ogni caso, un vantaggio c'è ed è anche consistente, oltre al fatto che questa notizia ha fatto "calmare" un po' i mercati, dato che anche tanti altri paesi hanno preso provvedimenti simili ed hanno così dato rassicurazioni alle famiglie in questo ambito.

Ci si potrebbe però chiedere, chi paga per tutto ciò?

Taglio delle accise: ecco la copertura finanziaria

Non solo il taglio delle accise NON è finanziato con soldi pubblici, dove sappiamo che ciò significherebbe dover rinunciare a qualcos'altro, ma ci sono anche altre considerazioni da fare.

Innanzitutto, il minor gettito che lo Stato otterrebbe dalle accise per i trenta giorni da quando la novità è ufficiale, questa la durata decisa dal Governo, è recuperato sostanzialmente tassando i guadagni aggiuntivi ottenuti dalle società che operano in questo ambito. In sostanza, sono tassati gli extra profitti che queste società hanno conseguito e, dato che parliamo di cifre molto rilevanti, ciò basta per coprire il buco che sarebbe rimasto.

Come dicevamo anche in introduzione, allora perché il Governo Draghi non prende una decisione simile in maniera definitiva e non più solo per un mese? La motivazione è semplice e la vediamo nel prossimo paragrafo.

Taglio delle accise: perché NON si può fare

L'ipotesi di tagliare, ridurre o ritoccare le accise esce in maniera praticamente sistematica tra i tanti temi su cui il Governo Draghi potrebbe agire facendo un passo verso i cittadini, ma mai come ora tale novità viene caldeggiata dai cittadini, che trovano mediamente inaccettabile spendere così tanto per il carburante.

In tal senso, c'è però una regola europea che prevede che non si possa andare sotto una certa soglia di accise, in modo da allineare a grandi linee gli stati europei sulle stesse cifre e rendere così la competizione il più possibile equa, in termini di prezzi del carburante naturalmente.

Ciò costituisce un grande freno per il Governo, ma va considerato anche che il gettito proveniente dalle accise, tutte comprese, è pari a circa 25 miliardi di euro all'anno. Non parliamo quindi di cifre marginali, basti pensare che è perfettamente paragonabile ad una manovra finanziaria.

Inoltre, le accise servono ai Governi (non solo quello italiano) per sostenere le spese di salvaguardia dell'ambiente pensate per controbilanciare i danni di inquinamento che le macchine causano, almeno in teoria. In tal senso, si capisce quindi che togliere completamente le accise non è una soluzione di lungo periodo e soprattutto costituisce una serie di conseguenze da non sottovalutare.