Tari 2022: ecco come cambia e chi la deve pagare!

Quanto devo pagare di Tari nel 2022? È la domanda che si pongono molti contribuenti: qui troveranno le istruzioni per calcolare l'importo da versare.

Quanto devo pagare di Tari nel 2022? È la domanda che si pongono molti contribuenti: qui troveranno le istruzioni per calcolare l’importo da versare. La cifra che dovrà essere versata nel corso di quest’anno è composta da una quota fissa ed un variabile. È quindi molto importante comprendere quali siano i criteri che servono per determinare quanto si debba pagare di Tari.

L’importo, che ogni singolo contribuente sarà tenuto a versare, è determinato da valori oggettivi, che valgono in tutta Italia. Ma è anche necessario fare riferimento ai criteri adottati localmente dal proprio Comune. Scopriamo insieme come determinare gli importi della Tari che si devono versare.

Tari 2022, facciamo due conti

Partiamo dalle basi. La Tari 2022 viene calcolata tenendo conto di due variabili:

  • la quota fissa;
  • la quota variabile.

Ogni amministrazione comunale, per legge, deve adottare una delibera entro il 31 luglio di ogni anno, nella quale dovrà stabilire le tariffe per ogni tipo di utenza. Sarà sempre responsabilità degli enti locali determinare le eventuali agevolazioni applicate. Benché i singoli comuni abbiano una certa libertà di movimento, le decisioni prese a riguardo della Tari dovranno comunque rientrare nella sfera delle regole definite dall’Arera.

Il primo passo per riuscire a calcolare la Tari è quello di stabilire quale sia la base imponibile sulla quale calcolare la tassa sui rifiuti. Questa viene determinata dalla superficie calpestabile dell’immobile, copre muri interni, pilastri e muti perimetrali. Partendo da questa base possiamo soffermarci sulle regole, che si devono applicare per arrivare a determinare l’importo della Tari. Ma soprattutto sarà possibile confrontarsi con il comune di residenza per scoprire quali siano le novità del 2022.

Come fare il calcolo della Tari

Come abbiamo visto, il calcolo della Tari deve essere effettuato tenendo conto di due componenti molto importanti: la quota fissa e quella variabile. Altri elementi utili per scoprire quanto andremo a pagare sono:

  • superficie in metri quadri;
  • dati catastali, se questi sono disponibili;
  • periodo di riferimento;
  • nucleo familiare;
  • quota fissa;
  • quota variabile;
  • quota provinciale 5 per cento.

Entriamo un po’ più nello specifico: la quota fissa si ottiene moltiplicando i metri quadrati della singola unità immobiliare con il numero di persone che occupano l’immobile. Nel caso in cui i contribuenti non fossero residenti nell’immobile, si prenderanno in considerazione i seguenti parametri:

  • 1 occupante: locali fino a 45 mq;
  • 2 occupanti: locali fino a 60 mq;
  • 3 occupanti: locali fino a 75 mq;
  • 4 occupanti: locali oltre i 76 mq.

Il passo successivo sarà quello di sommare alla quota fissa quella variabile. Questa ha lo scopo di coprire i costi del servizio di raccolta rifiuti. L’importo della Tari da pagare verrà calibrato sulla quantità di rifiuti, che vengono prodotti in via presuntiva, secondo dei parametri che sono stabiliti direttamente dalle delibere comunali. A questo punto sarà necessario distinguere gli immobili residenziali ad uso domestico dalle attività commerciali.

Tari 2022, adesso arrivano le novità

Così come accade con l’Imu, anche la Tari è gestita a livello locale. Le regole, che determinano quali siano le somme da versare e le scadenze entro le quali si dovranno effettuare i versamenti, seguono delle logiche diverse, che cambiano da Comune a Comune: gli importi possono risultare notevolmente diversi, anche se le condizioni di partenza sono uguali.

Proprio per dare una maggiore omogeneità tra le varie zone d’Italia è intervenuta l’Arera, la quale, attraverso la delibera 363/2021/R/rif, ha provveduto a confermare molte delle regole previste dal metodo tariffario servizio integrato di gestione dei rifiuti stabilito lo scorso 31 ottobre 2019. Uno dei punti di forza di questo nuovo metodo tariffario consiste nel garantire la cosiddetta sostenibilità sociale delle tariffe. Ma soprattutto provvede a regolarizza le tariffe di accesso agli impianti di trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti urbani.

Con questi nuovi parametri si dovranno confrontare i Comuni nel momento in cui dovranno mettere a punto le regole per calcolare la Tari 2022. A questo punto dobbiamo anche richiamare le novità che sono state introdotte con il Decreto Legislativo n. 116, del 3 settembre 2020. Il 26 settembre 2020 è, infatti, entrata in vigore la norma di

attuazione della direttiva (UE) 2018/851 che modifica la direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti e attuazione della direttiva (UE) 2018/852 che modifica la direttiva 1994/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio.

Ma non solo. Dal 1° gennaio 2021 si è provveduto a modificare la definizione di rifiuto urbano, provvedendo a sopprimere la categoria dei rifiuti speciali assimilati agli urbani. Tra i soggetti che devono pagare il tributo vengono esclusi i magazzini delle industrie, dal momento che le industrie producono solo rifiuti speciali.

Come ultimo argomento di questo articolo, ci soffermiamo sulle scadenze della Tari. Benché queste possano variare da Comune a Comune, nella maggior parte le scadenze sono divise in tre tranche:

  • aprile: versamento del primo acconto;
  • luglio: versamento del secondo acconto;
  • fine dell’anno: saldo.
Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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