TARI 2022: scadenza, calcolo e pagamento. Cosa sapere?

Quest'anno la tassa sui rifiuti ha subito alcuni cambiamenti e ha integrato molte novità. L'ARERA ha infatti emanato un documento per potenziare il servizio di smaltimento e raccolta dei rifiuti urbani. Scopriamo tutto in questo articolo analizzando tutte le possibili sfaccettature della TARI: di cosa si tratta, come si calcola il pagamento, come effettuare il versamento e soprattutto a chi è diretta questa tassa.

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La TARI è una tassa comunale introdotta con la Legge di stabilità per l’anno 2014 ed è finalizzata a gestire i costi di gestione per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.

Con l’introduzione di questa imposta sono state sostituite le precedenti TIA (tariffa di igiene ambientale), TARSU (tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) e TARES (tributo comunale sui rifiuti e sui servizi).

Il pagamento della tassa sui rifiuti viene richiesto a chiunque possegga qualsiasi tipo di locale, anche da intendersi come area non coperta, adibito ad ogni tipo di utilizzo. 

Ovviamente, il locale o l’area non coperta in questione, devono essere passibili di produrre rifiuti urbani.  

In questo articolo analizzeremo tutte le sfaccettature di questa tassa.

Inizieremo analizzando i termini entro i quali procedere al pagamento. In particolare, porremo l’accento sul calcolo della tariffa.

Successivamente vedremo quali soggetti devono pagare la TARI e chi invece ne è esente.

Infinte scopriremo tutte le novità introdotte per l’anno 2022

TARI 2022: scadenza in base al comune di residenza 

Cominciamo dal tema che per primo ci salta in mente quando si tratta di pagare tasse e contributi: la scadenza. 

È bene essere sempre informati ed aggiornati sul tempo che si ha a disposizione per effettuare questi pagamenti, per evitare sanzioni causate da ritardi

La scadenza della TARI 2022 cambia a seconda del proprio comune di residenza, di conseguenza consigliamo di visionare le singole guide che si possono trovare nei siti online dei comuni. 

È però possibile dare delle linee guida generiche che disciplinano la scadenza nella maggioranza dei casi. 

Infatti, solitamente il primo acconto del pagamento è da versare entro la fine del mese di aprile; il secondo acconto, invece, è richiesto entro la fine del mese di luglio. 

Per quanto riguarda il saldo totale, si può procedere entro la fine dell’anno

I limiti di versamento della TARI sono gestiti autonomamente dai vari comuni. Proprio per questo motivo sono i comuni stessi che provvedono ad inviare i bollettini per procedere al pagamento.

Sui bollettini viene già segnato l’importo calcolato dovuto e sono riportate le varie scadenze entro cui adempiere. 

Calcolo del pagamento 

Ora che sappiamo cosa concerne questa tassa, vediamo come si calcola l’importo che dovremo versare. 

Specifichiamo subito che le tariffe della TARI vengono calcolate da ciascun comune di residenza, il quale provvederà poi a comunicare il costo al diretto interessato. Non è quindi il cittadino a dover calcolare l’importo che dovrà pagare! 

Per il calcolo della TARI il punto di riferimento principale da prendere in considerazione è l’immobile soggetto all’imposta, più nello specifico la sua superficie

Proprio in merito a ciò, così prevede il testo di legge:

“Per l’applicazione della TARI si considerano le superfici dichiarate o accertate ai fini dei precedenti prelievi sui rifiuti. Relativamente all’attività di accertamento, il comune, per le unità immobiliari iscritte o iscrivibili nel catasto edilizio urbano, può considerare come superficie assoggettabile alla TARI quella pari all’80 per cento della superficie catastale determinata secondo i criteri stabiliti dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 marzo 1998, n. 138”

La superficie dell’immobile è quindi un elemento determinante per il calcolo dell’importo della TARI, ma sicuramente non è l’unico. 

Infatti, dato che si tratta di smaltimento di rifiuti, un’altra componente da prendere ovviamente in considerazione è la quantità di rifiuti prodotti

La spesa sui rifiuti è a sua volta composta da tre quote:

  • Una quota fissa che si ricava moltiplicando i metri quadrati dell’immobile per il numero di persone occupanti del medesimo
  • Una quota variabile calcolata sulla base dei costi di servizio
  • Una quota variabile inerente alla quantità di rifiuti prodotti, la quale cambia da comune a comune     

TARI 2022: modalità di pagamento 

Così come per il calcolo della TARI, un discorso analogo è da fare per le diverse modalità di pagamento della stessa. 

Anche in questo caso, infatti, la normativa rimette al comune di residenza la possibilità di scegliere come procedere al versamento dell’imposta.  

Ci sono però tre sistemi di pagamento principali che ci vengono garantiti da tutti i comuni: 

  • Pagamento tramite bollettino postale
  • Pagamento tramite MAV

Partiamo dalla prima opzione! Come abbiamo detto, è il sempre il comune di residenza che si occupa di inviare per tempo i bollettini postali a tutti i contribuenti. 

In particolare, l’invio del bollettino avviene in prossimità delle scadenze e può suddividersi in due rate semestrali. 

Una volta che ci viene recapitato direttamente a casa, spetta a noi recarci presso un qualsiasi ufficio postale e procedere con il pagamento della tassa. 

Per chiunque si trovi in difficoltà con questa modalità di pagamento, ricordiamo che Poste Italiane ha messo a disposizione la sezione “Pagamento tributi locali” grazie alla quale è possibile richiedere tutte le info. 

Veniamo ora alla seconda alternativa: il MAV (Pagamento Mediante Avviso).

Questa tipologia di pagamento è utilizzata per versare diverse imposte statali e prevede sempre la presenza di un bollettino, a cui segue però una piccola procedura interbancaria

Il pagamento tramite MAV può essere effettuato presso gli appositi sportelli bancomat di Poste Italiane, presso uno sportello bancario, oppure, in alternativa, tramite il servizio di banking online

A prescindere da come si decidere di procedere, la cosa fondamentale da ricordare è di inserire il codice identificativo a 17 cifre del MAV, grazie al quale il pagamento può essere tracciato. 

L’ultima opzione a nostra disposizione è il pagamento tramite modello F24

Per chi decidesse di optare per quest’ultima modalità, ciò che bisogna per forza sapere è il codice tributo stabilito dall’Agenzia delle Entrate che sarà da inserire nel modulo, ovvero 3944.

Ecco qui di seguito una breve guida sui campi da compilare del modello F24 per il versamento della TARI:

  • Nella sezione “Imu e altri tributi locali” inserire il codice tributo 3944
  • Nella sezione “Codice ente/codice comune” inserire il codice catastale del comune nel quale sono collocati gli immobili
  • Nella sezione “Numero immobili” inserire il numero di immobili di riferimento. Qui si può inserire un massimo di 3 cifre
  • Nella sezione “Rateazione/mese rif” inserire il numero della rata seguendo lo schema NNRR, dove NN è il numero della rata in corso di pagamento e RR è il numero delle rate totali da pagare
  • Nella sezione “Anno di riferimento” inserire l’anno relativo all’imposta da versare (ad esempio se si deve pagare la TARI del 2022, bisogna inserire 2022)
  • Nella sezione “Data del pagamento” inserire la data in cui si effettua il pagamento che deve essere precedente alla scadenza 

NOTA BENE: nel caso di pagamento tardivo della TARI, sarà necessario sbarrare nel modulo la sezione “Ravv”, ovvero il ravvedimento operoso per il pagamento di arretrati. Solo in questo caso il codice tributo da prendere in considerazione è 3945

Per chiunque avesse dei dubbi, il sito dell’Agenzia delle Entrate ha creato la sezione “Come compilare il modello F24 – Codice Tributo 3944” dove viene spiegato tutto nei dettagli. 

TARI 2022: chi deve pagarla? 

Scopriamo ora chi sono i soggetti che devono pagare la TARI. 

Come specifica l’articolo 1 della legge n.147 del 2013, devono provvedere al versamento della TARI tutte le persone che siano in possesso di locali o aree scoperte che producono rifiuti urbani.

Con il termine “locali” si intendono tutti gli edifici chiusi costruiti sul terreno. Mentre per “aree scoperte” si fa riferimento a tutti quegli spazi appunto scoperti in cui NON sorgono strutture edilizie, ma che comunque per il loro utilizzo producono rifiuti. 

Occorre però fare una specifica: poniamo la nostra attenzione sulla parola “possesso”! 

Qui si apre un quesito che molte persone si sono poste: quando si parla di possesso si fa riferimento al proprietario dell’immobile o ad eventuali inquilini e affittuari? 

Secondo la normativa, è soggetto al pagamento obbligatorio:

  • Il proprietario occupante dell’immobile
  • L’affittuario che ha stipulato un contratto di locazione di almeno 6 mesi. Nel caso in cui il contratto sia inferiore ai 6 mesi, il pagamento della TARI spetta al proprietario 

TARI 2022: chi è escluso dal pagamento? 

Sempre sulla base del presupposto citato all’inizio, vediamo adesso in quali casi la TARI non va pagata. 

Come specifica la normativa sono esenti dal pagamento dell’imposta le aree scoperte pertinenziali o accessorie delle abitazioni civili e le aree condominiali comuni. 

Spieghiamo più nello specifico!

Le aree pertinenziali o accessorie delle abitazioni civili sono tutte quelle zone adiacenti o facenti parti di un edificio, ma che sono escluse dal calcolo della tassazione: terrazze, balconi, cantine, giardini. 

Le aree condominiali comuni invece sono tutti quelli spazi che condividiamo con le altre persone all’interno di palazzi o abitazioni: ascensori, scale, atrio. 

Un altro caso di cui forse non tutti sono a conoscenza è quello delle case disabitate

Sono escluse del pagamento della TARI tutte le strutture disabitate e non adatte all’alloggio.

Ad una condizione però: l’edificio in questione non deve avere iscrizioni per contratti di luce, gas e acqua

Nuova TARI 2022: cosa cambia?

Eccoci finalmente ai cambiamenti previsti per il nuovo anno.

Ovviamente tutte le novità dovranno essere integrate dai vari comuni italiani, ai quali spetta sempre l’autonomia nella decisione delle scadenze e del metodo di pagamento. 

Le modifiche sono state promosse dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) tramite un testo denominato “Rifiuti: nuovi standard di qualità tecnici e contrattuali omogenei nel Paese”.

Innanzitutto, questo documento prevede che ogni aggiornamento in ambito TARI debba essere assimilato da tutti i soggetti coinvolti entro il 31 marzo 2022 e sarà ufficialmente in vigore dal 1° gennaio 2023

La prima novità riguarda le rateizzazioni e va a tutelare soprattutto le famiglie maggiormente in difficoltà.

L’ARERA ha deciso che il periodo minimo di riscossione dell’importo sia annuale ed ha aggiunto la possibilità di rateizzare ulteriormente tutte le rate con importo minimo di 100 euro

Questo beneficio sulla rateizzazione è inoltre garantito a… 

  • Tutti i soggetti che godono del bonus sociale per il disagio economico in campo elettrico, idrico e gas
  • Tutti i soggetti che vivono situazioni economiche gravi comprovate dagli enti territoriali di competenza
  • Tutti i soggetti la cui la tariffa addebitata superi del 30% il valore medio di riscossione relativo agli ultimi due anni 

Un’altra novità riguarda la gestione delle rettifiche per gli importi sbagliati

Nel caso in cui si dovessero pagare cifre sbagliate o non dovute, sarà possibile richiedere la rettifica ai gestori del comune di residenza, i quali si impegneranno a mettere in atto la procedura per l’accredito dell’importo errato

Le richieste di rettifica dovranno avere un tempo limite entro cui essere presentate, ovvero 120 giorni lavorativi per un totale di prestazioni compreso tra il 70% e il 90%. 

Per le risposte alle richieste, l’ARERA fissa come tempo standard 60 giorni lavorativi per un totale di prestazioni compreso tra il 70% e il 90%. 

Infine, l’ARERA assicura che verrà predisposto un servizio clienti migliore, offerto tramite numero verde raggiungibile sia da rete mobile che da rete fissa.

Tutto questo per potenziare a livello generale tutta la gestione del servizio di smaltimento e raccolta dei rifiuti.