La TARI del 2022: tutto quello che devi sapere!

Sei a conoscenza delle news sulla TARI? Non perdere il calendario dei pagamenti e le novità sul bonus, vedrai ti sarà utile consultare questa guida.

Se soltanto al sentir nominare la parola TARI vorresti fuggire via, non temere perché le imposte da pagare non piacciono a nessuno. E’ normale sentirsi un po’ persi quando entrano in gioco i consueti pagamenti ai quali dobbiamo rispondere per adempiere ai nostri doveri di contribuenti.

Le novità in corso però generano delle innovazioni importanti, le quali devono essere prese in considerazione in maniera approfondita, anche perché il Governo Draghi le sta tentando tutte per disciplinare al meglio le condizioni economiche del nostro Paese.

Ancora alle prese con la pandemia di coronavirus, ecco il vademecum aggiornato per conoscere tutte le informazioni più importanti inerenti la tassa, con l’aggiunta degli aggiornamenti delle scadenze per il 2022.

Cos’è la TARI?

Innanzitutto, bisogna evidenziare che si tratta di una tassa che fa riferimento all’attività di raccolta dei rifiuti, quindi alla base dell’imposta c’è un legame diretto tra la gestione del servizio e il pagamento stesso. La materia è in parte complicata dal fatto che sono le disposizioni locali di ogni singolo territorio che definiscono le caratteristiche più importanti inerenti la TARI.

Quindi, proprio per queste iniziali caratteristiche bisogna rivedere ed esplicare le modalità di pagamento previste per il 2022, per partire in maniera più consapevole rispetto quello che accadrà nel corso di quest’anno.

Questo però non significa che qualsiasi area regionale possa agire come meglio crede cambiando di continuo il regime che determina la disciplina. Non è affatto così, perché i criteri e i parametri da rispettare sono sempre predisposti in maniera Nazionale. Di conseguenza, c’è la normativa di riferimento pronta a soddisfare parte dei quesiti inerenti la tassa.

Come è stata introdotta? Tutto accadde nel lontano 2014, quando la Legge di stabilità ha unito le imposte inerenti l’ambito dei rifiuti. Appunto, basta ricordare: la tariffa di igiene ambientale, abbreviata TIA, oppure la tassa che indica lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, la cosiddetta TARSU, ed infine il tributo sui servizi destinati alla gestione dei rifiuti, la TARES.

La ratio che disciplina l’imposta risiede nel presupposto di avere in proprietà delle aree che sono destinate all’uso o alla produzione di rifiuti solidi urbani, condizione che genera il costo sostenuto dalle amministrazioni dei singoli comuni attraverso il proprio personale, nello svolgere attività di raccolta e smaltimento. La tassa serve per pagare questi servizi fondamentali per la società in cui viviamo. 

Le disposizioni essenziali implicano che il soggetto deve dichiarare di possedere un immobile con le caratteristiche richieste dal Comune nello specifico. Soltanto in questo modo, con la raccolta dei dati, e con il loro successivo aggiornamento, è possibile tenere sotto controllo la situazione che riguarda l’attività di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti. Perché è così importante?

Prima di andare avanti in questa guida e analizzare punto per punto la tematica, bisogna capire che gestire una questione come quella dei rifiuti significa dare valore ad uno dei servizi più importanti. Il mondo è al collasso a causa di questa pandemia di coronavirus, ma prima del virus non dobbiamo dimenticare che c’è stato, e c’è tutt’ora, un livello di inquinamento dovuto anche ai rifiuti che danneggia il pianeta che ci ospita.

Di conseguenza, finanziare servizi così importanti, significa prendere sul serio ed agire a favore della salvaguardia de nostro ambiente.

Calcolo TARI: ecco come

Continuando sulla scia di questo discorso, se poi siamo in grado di contribuire anche noi a livello personale alla salvaguardia della natura, è tanto di guadagnato. Anche perché il calcolo della TARI dipende da quanta immondizia viene prodotta. Infatti, bisogna delineare i due metodi che servono per calcolare l’importo della tassa da pagare.

Il primo si chiama “normalizzato”, ed implica il saldo di una quota stabilita in maniera fissa, cioè è legata dal numero dei membri che vivono in casa, ma anche una quota variabile determinata dalla superficie in metri quadrati. Questa è la modalità che vige nella maggior parte dei Comuni italiani, ma non è la sola.

Infatti, la seconda viene definita “corrispettiva”, data dalla quantità concreta dei rifiuti realizzati. Ma bisogna approfondire gli elementi della questione, dato che con le nuove decisioni presto l’ordine delle cose si evolverà.

Perché la nuova regola sarà quella caratterizzata dal metodo tariffario nazionale di tipo unico, basandosi sull’effettiva immondizia prodotta, ma in relazione a calcoli e conteggi stabiliti dalle disposizioni comunali. In questo caso, entrano in gioco i due aspetti delineati nella seguente strategia.

La disciplina è studiata tenendo conto della quota fissa, data dal numero di metri quadri insieme alle pertinenze e a quanti vivono in quel nucleo familiare, e dalla cosiddetta somma variabile che appunto è definita da ogni singolo Comune in relazione a un quantitativo minimo di rifiuti oppure in base a quello residuo conferito. Tutto questo se si tratta di residenti, e chi non è residente?

Bisogna tenere conto di ogni singolo soggetto al quale corrisponde un certo e stabilito valore di metri quadrati. Se si tratta di una persona per le case fino a 45 mq, se sono 2 fino a 60 mq, ed infine se si sale a 3 o 4, i metri quadrati da considerare rispettivamente sono 75 circa 76.

TARI: calendario scadenze 2022

Già dall’inizio del 2021, oltre che al condizionamento dato dall’incubo della pandemia perenne, la materia aveva visto delle modifiche. Infatti, la definizione di rifiuto urbano si modifica, perché è eliminata l’etichetta di rifiuti speciali, in quanto vengono assimilati a quelli definiti urbani.

Così, ancora una volta i Comuni hanno dovuto stravolgere e riadattare le proprie disposizioni, e hanno agito sulle diminuzioni definite dalla Legge n. 147 del 2013 sempre sulla quota variabile.

Con la modifica accade che il soggetto non domestico deve decidere se usufruire di un servizio privato o di uno pubblico per un arco di tempo distribuito su 5 anni. Ma ancora le cose sono state cambiate dal Disegno di Legge approvato dal Governo Draghi a novembre e che attualmente in esame al Parlamento, dovrebbe far diminuire a 2 anni proprio a partire dall’anno nuovo.

Le misure implicano che si può abbandonare la gestione privata e passare a quella pubblica, ma non si potrà fare il contrario. Inoltre, c’è chi è stato esente al pagamento della TARI e si tratta delle industrie, poiché producono i cosiddetti rifiuti definiti “speciali”, ma tra poco soggetti quali ipermercati e centri commerciali non faranno più parte della suddetta categoria e torneranno a pagare il tributo.

Dopo aver analizzato in maniera approfondita i dettagli che contraddistinguono la TARI, è bene presentare la questione inerente i termini di scadenza che per il 2022 varieranno in base ai Comuni.

Quindi, bisognerebbe visionare in anticipo i regolamenti per avere un quadro più chiaro per quanto concerne le modalità e i tempi del saldo della somma. Di solito dovrebbero essere tre i periodi. Il primo ricadrebbe a fine aprile, il secondo a fine luglio, e l’ultimo entro il 2022. Sulla base della previsione del calendario, chi è pronto a pagare?

Ecco chi paga la TARI

L’imposta deve essere saldata dai contribuenti che vivono in immobili o aree che producono rifiuti, questa è la dicitura generale della normativa. E’ il Comune che invia l’avviso in ogni singola casa e fa la comunicazione tanto attesa, ovviamente in seguito a tutti i calcoli effettuati.

Si può decidere se farlo in una soluzione o in maniera rateizzata, in ogni caso arriva la notifica. Lo stesso per quanto concerne chi è in affitto, la tassa deve essere pagata, ma nel caso in cui si tratti di una struttura cointestata?

Uguale, perché decideranno i cointestatari come adempiere all’obbligo, comunque la richiesta al pagamento della tassa arriva dal Comune. E’ il caso di marito e moglie che hanno cointestata la casa, può pagare solo una persona, e l’altra niente, ma una situazione del genere può succedere anche tra fratelli. In entrambi i casi si potrebbe voler decidere di dividere la somma oppure avvalersi del pagamento dell’altro.

Se invece il duo in questione non abita nello stesso immobile, ma lo è solo uno, di conseguenza è quello che ci vive a dover pagare, perché è l’unico che produce rifiuti in quel dato contesto, è la stessa Legge di Stabilità del 2014 che disciplina la TARI che implica nella produzione di rifiuti, il presupposto al pagamento.

TARI: guida al pagamento!

Dulcis in fundo, scatta il pagamento della TARI! Anche per quanto concerne la disciplina del saldo, varia da luogo a luogo. Infatti, a tal proposito è necessario fare un sunto completo delle modalità utilizzate per chiarire al meglio i dettagli più importanti che qualificano la questione.

Non temere, ciò che conta è adeguarsi al sistema che vige nel proprio Comune, poi in ogni situazione ci sono determinate specificità da tenere in considerazione per soddisfare caso per caso. Tra i pagamenti usati maggiormente di frequente c’è: il modello F24, il bollettino postale e il MAV.

 E’ proprio il primo caso che ha subito importanti cambiamenti di cui non bisogna lasciarsi scappare i dettagli. Si deve fare attenzione al codice tributo 3944 che si riferisce all’IMU e in generale ai tributi locali. Nel corso del 2021 però l’Agenzia delle Entrate ha realizzato nuove cifre tributo da appostare nei modelli in questione per poter soddisfare anche il tributo scorporato chiamato TEFA. Perché l’anno precedente veniva saldato insieme alla tassa. 

Così, ci sono i codici in aggiunta da versare che si applicano alle diverse condizioni, sono chiamati: TEFA, cioè il tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela e igiene dell’ambiente; TEFN è lo stesso, ma in riferimento agli interessi; ed infine c’è TEFZ con le stesse funzioni, ma in relazione alle sanzioni. 

Se ti interessa sapere tutto sul pagamento, ricorda che c’è il bonus in arrivo per le famiglie con un ISEE non maggiore agli € 8.107,00, ma non solo. Perché si parla di incentivi ed agevolazioni? Perché la crisi pandemica sta innescando una catena di eventi distruttivi per il nostro sistema economico.

Potresti fare un recap della manovra economica del 2022 seguendo l’approfondimento dell’influencer Mr. LUL Lepaghediale, vedrai ti sarà tutto più chiaro e avrai un quadro completo delle misure previste nel 2022.

Il bonus sociale in questione che assume il nominativo di Bonus TARI, viene garantito anche a tutti quei nuclei che pur essendo numerosi non hanno un ISEE che va oltre gli €20.000, oppure per coloro che ottengono Reddito o Pensione di cittadinanza. Da qui il fatto che le misure in questione non sono incompatibili da tra loro.

Però pure in questo ultimo caso occorre analizzare nello specifico le informazioni inerenti il proprio Comune, per essere a conoscenza del fatto di fare le operazioni correttamente, e che queste siano in linea con le direttive del luogo in cui è e residenti.

Redazione Trend-online.com
Redazione Trend-online.com
Di seguito gli articoli pubblicati dalla Redazione di Trend-online. Per conoscere i singoli autori visita la pagina Redazione Trend-online.com
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
765FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate