Novità TARI 2022?Che confusione, facciamo chiarezza!

C'è sempre una grande confusione sulla tassa dei rifiuti, tra Tasi, IMU ecc c'è da confondersi. Facciamo chiarezza.

Quando si parla di acronimi e nuove leggi, c’è sempre una grandissima confusione tra TARI, IMU, etc.

Negli anni la tassazione sui rifiuti è cambiata molto ma non sempre siamo stati pienamente informati delle modifiche e non poche volte è capitato di non capirci nulla e avere difficoltà a capire cosa è giusto pagare e su cosa magari siamo esenti.

Spesso, la tassa sui rifiuti in campagna elettorale, inoltre, è stata nominata come tassa da eliminare, ma vediamo bene nel dettaglio cosa effettivamente ad oggi esiste e cosa bisogna pagare e quali possono essere gli errori più comuni che possono capitare in sede di pagamento.

Cos’è la TARI?

Con l’acronimo TARI intendiamo TAssa sui Rifiuti ed è una tassa che si paga per sopperire al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Questo tributo è quindi destinato a finanziare i costi relativi al conferimento rifiuti e come spiega il sito del MEF

“è dovuta da chiunque possegga o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre i rifiuti medesimi”

L’introduzione della TARI è da datare al 2014, come contributo facente parte dell’imposta unica comunale IUC, che si componeva anche di:

  • IMU: imposta municipale propria 
  • TASI: tributo per i servizi indivisibili (abolita dal 2020 e confluita nell’IMU)

La TARI nel 2014 ha, quindi, di fatto sostituito il tributo comunale e sui rifiuti e sui servizi, conosciuta anche TARES, che a sua volta ha sostituito per il solo anno 2013 il tributo conosciuto come TARSU.

Concentrandoci solo sulla TARI, il pagamento della stessa si basa quindi sul possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o aree scoperte, adibiti a qualsiasi uso, capaci di produrre rifiuti di tipo urbano.

Già da questa definizione capiamo che sono escluse dalla TARI:

  • aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali tassabili, non operative
  • aree comuni condominiali che non siano detenute o occupate in via esclusiva
  • cantine, locali di sgombero, scale di accesso, parti comuni del condominio

Tra questi non rientrano però i box considerati di pertinenza.

Risulta inoltre tassabile il giardino, ma non il posto macchina scoperto.

Tutto questo elenco non vale però per aree utilizzate per attività economiche, come per esempio i cortili delle fabbriche, che concorrono alla tassazione.

Ma chi la deve pagare la TARI?

Messo in chiaro quali sono le pertinenze che vanno considerate nel calcolo della TARI, passiamo a capire chi effettivamente deve pagare la TARI.

La casistica si può semplificare in due situazioni.

Chi vive in un appartamento di proprietà è deputato al pagamento della tassa direttamente.

Chi vive in un appartamento in affitto, secondo l’articolo 643 della Legge di Stabilità 2014 deve seguire una diversa strada:

  • Se il contratto di locazione è inferiore ai 6 mesi, il pagamento della TARI è dovuto al proprietario dell’immobile;
  • Se il contratto di locazione è superiore ai 6 mesi, il pagamento spetta all’inquilino che vive nell’appartamento.

Il pagamento della TARI come funziona?

Capito chi deve pagare nei due differenti caso, proprietario e affittuario, bisogna fare un chiaro distinguo su quanto si deve pagare.

Presupponendo la possibilità che ciascun Comune ha la possibilità di deliberare, in via del tutto autonoma, differenti aliquote e detrazioni e che quindi è il caso di mantenersi informati sui siti del proprio comune di Appartenenza, ci sono delle informazioni che valgono per tutti i cittadini.

Il costo della TARI è costituito da due quote, una quota detta fissa e una quota detta variabile.

La “quota fissa” è una quota dipendente dalle voci che compongono:

  • costo del servizio,
  • metri quadrati dell’immobile,
  • modalità del servizio erogato dal Comune di riferimento,
  • costi di esercizio,
  • investimento e smaltimento.

Per quanto invece riguarda la “quota variabile”, essa è dipendente principalmente dal numero di componenti familiari del nucleo in considerazione.

L’importo in analisi può anche variare in base a se si sta parlando di utenze domestiche oppure utenze non domestiche, come industriali, professionali, artigianali e commerciali.

Vi segnaliamo un sito che dà la possibilità, selezionando la propria regione e comune di appartenenza, di capire a quanto ammontano le aliquote utili a capire l’ammontare della TARI.

Cliccando infatti su “Calcolo TARI” sarà possibile inserire come informazioni:

  • la tipologia di tariffa,
  • la superficie,
  • tariffa della quota fissa e variabile, consultabile annualmente nella delibera del comune,
  • periodo di utilizzo,
  • eventuali riduzioni,
  • altre informazioni.

Inserendo tutte le informazioni corrette è possibile avere un calcolo del pagamento della TARI per l’anno di riferimento a cui è aggiornato il sito.

Sullo stesso sito è possibile anche calcolare IMU, ISEE e trovare modelli utili da scaricare o compilare su internet come F24 Accise, F23 online, etc.

Bene è specificare che il cittadino non è tenuto al calcolo autonomo della TARI in quanto è il Comune a calcolare l’importo e inviare l’avviso di pagamento. Il calcolo online può servire a farsi un’idea nel caso in cui ci siano state variazioni rispetto all’anno precedente della propria situazione immobiliare o delle aliquote applicate dal Comune di appartenenza.

Per capire come mai ogni Comune ha libertà di scelta in merito alla TARI, è importante rifarsi al concetto “chi inquina paga” secondo l’articolo 1 c 652 L. n. 147/2013. I comuni secondo questo articolo possono determinare la propria tariffa tenendo conto dei costi del servizio e di altre spese accessorie. Va da sè, quindi, che i Comuni più virtuosi potranno applicare diverse tassazioni, anche migliori, rispetto ai Comuni con maggiori costi di smaltimento e conferimento rifiuti.

Quando  e come si paga la TARI?

Per quanto riguarda il pagamento, è possibile farlo in due modalità:

  • soluzione unica entro il 31 maggio di ogni anno
  • in più soluzioni, che possono variare da Comune a Comune.

A volte le scadenze possono variare da Comune a Comune, quindi è bene informarsi per il proprio caso specifico.

Per le modalità di pagamento, sono fondamentalmente 3 le modalità accettate per il pagamento della TARI:

  • MAV
  • Bollettino Postale
  • F24 precompilato (codice 3944)

Per quanto riguarda il modello F24, per procedere al pagamento occorre un codice tributo da utilizzare per la compilazione: il codice in questione è il 3944 da inserire nella sezione “IMU e altri tributi locali”

I Modelli F24 risultano particolarmente comodi nel pagamento poichè possono essere anche pagati online tramite:

  • sito di Poste Italiane,
  • sito dell’Agenzia delle Entrate,
  • sito della propria banca nella sezione dedicata.

Dal 2021 è possibile pagare la TARI anche con PagoPA.

Che novità porta il 2022 per la TARI?

Finora abbiamo approfondito delle informazioni che valgono in maniera generale, ma dal 2022 qualcosa potrebbe cambiare.

Entro, infatti, il 31 marzo 2022 con l’adozione dei nuovi regolamenti da parte dei Comuni, legati alla delibera dell’ARERA del 18 gennaio 2022 ci potranno essere grosse novità.

Ma non solo, l’ARERA si è espressa anche su tempi per le risposte alle richieste di informazioni e reclami che non potranno più superare i 30 giorni per almeno il 70 o 90 per cento delle prestazioni.

Le novità introdotte dalla delibera dell’ARERA servono a garantire un servizio di maggiore qualità ed efficienza nella gestione dei rifiuti.

Inoltre, scopo sicuramente importante da sottolineare è la volontà di creare uno standard minimo omogeneo in tutta Italia per poter superare agevolmente le frammentazioni che hanno finora caratterizzato i servizi di raccolta rifiuti.

Entrando nello specifico, tutti i Comuni dovranno garantire l’accesso alla rateizzazione, per un importo pari a minimo 100 euro per rata, a determinate categorie di utenti:

  • coloro i quali sono beneficiari del bonus per disagio economico, previsto nei settori elettrico, gas e idrico
  • utenti in condizioni economiche di disagiate, individuate secondo criteri definiti dall’ente territoriale di competenza
  • utenti con importi addebitati superiori al 30% del valore medio di riscossione emessi nei due anni precedenti.

Altre categorie che potranno beneficiare delle agevolazioni sono:

  • nuclei familiari con ISEE non superiore a 8.107,5 euro,
  • famiglie numerose con ISEE non superiore a 20.000 euro,
  • beneficiari del Reddito di Cittadinanza o Pensione di Cittadinanza.

Tra le novità degne di nota ricordiamo anche il servizio minimo di ritiro su chiamata, gratuito

Inoltre, sia i Comuni che le aziende di igiene urbana di riferimento dovranno indicare per ogni via il giorno e la fascia oraria in cui si svolgeranno:

  • raccolta dei rifiuti,
  • spazzamento
  • pulizia strade.

Inoltre, per il 2022 si parla anche di riduzioni.

Riduzioni obbligatorie:

  • mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti
  • effettuazione del servizio di cui alla TARI in grave violazione della disciplina di riferimento
  • interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi che abbiano determinato una situazione di danno o pericolo a persone o ambiente.

Riduzioni facoltative:

  • abitazioni con un unico occupante,
  • abitazioni a disposizione per uso stagionale o altro uso discontinuo,
  • locali ed aree scoperte per uso stagionale o discontinuo
  • fabbricati rurali ad uso abitativo,
  • abitazioni occupate da soggetti che risiedano o abbiano la dimora per più di sei mesi all’estero.

Infine, i Comuni, ancora, dovranno garantire un numero verde gratuito per i cittadini per rispondere ad ogni loro dubbio e necessità e il tempo massimo per i rimborsi delle somme versate in eccedenza è fissato ad un massimo di 120 giorni.

Che problema esiste allora con l’IMU?

Molti cittadini ancora fanno confusione come abbiamo detto tra le varie imposte.

L’IMU in particolare spesso viene ancora pagata anche laddove non è dovuta, poichè facente parte come abbiamo detto, di un’unica tassa chiamata IUC.

L’IMU è un’imposta municipale unica sulla proprietà degli immobili.

L’IMU è stata abolita per tutte le prime case, fatta eccezione per quelle considerate di lusso, quindi in categoria A/1,A/8 e A/9.

Si paga invece sempre per la seconda abitazione o per altri immobili.

Il pagamento dell’IMU è legato al valore catastale dell’immobile moltiplicato per dei coefficienti stabiliti dalla legge in base alle diverse tipologie abitative.

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