Tassa di soggiorno: chi è esente? Ecco cosa sapere prima di andare in vacanza

La tassa di soggiorno è un'imposta a carico di chi pernotta presso hotel, B&B o agriturismi. Tuttavia sono previste delle esenzioni, ecco quali.

Tra le diverse imposte che coinvolgono il turismo italiano, la tassa di soggiorno è quella più frequente a carico di chi viaggia e va in vacanza. Questa imposta riguarda una piccola cifra che ogni turista deve provvedere a pagare per ogni notte di pernottamento presso un hotel, struttura alberghiera, agriturismo o B&B.

Si tratta di una somma piuttosto piccola, di qualche euro a notte, tuttavia, soprattutto per vacanze lunghe, può comportare una spesa non indifferente per i turisti. Prima di partire per una vacanza, può essere utile conoscere il funzionamento della tassa di soggiorno, ovvero sapere chi deve pagarla, quando si paga e quali sono le esenzioni.

Non tutti infatti devono pagare questa imposta, e non in tutte le città d’Italia. Va ricordato che i Comuni italiani la applicano in modo diverso, ovvero in alcune città viene richiesta ai turisti, direttamente dall’albergatore, in altre città invece non è necessario pagarla. In Italia, le cifre più alte di questa imposta riguardano le città di maggiore frequenza turistica, come Roma, Venezia, Firenze, e così via.

Va ricordato anche che essa prevede, per tutta Italia, dei casi specifici di esenzione, ovvero per alcuni turisti non è necessario pagarla. Vediamo i dettagli in questo articolo.

Chi deve pagare la tassa di soggiorno

Prima di partire per un viaggio, e pernottare presso una struttura alberghiera, può essere utile sapere chi deve pagarla, ovvero dove è prevista. Come anticipato, non tutte le città italiane ne prevedono l’applicazione, perchè di tipo comunale.

L’imposta viene raccolta generalmente dal titolare dell’albergo, al momento del pagamento del soggiorno, e può essere richiesta in base alle regole del Comune specifico. Essa viene richiesta in diverse strutture alberghiere dedicate al turismo, come:

  • alberghi;
  • agriturismi;
  • bed&breakfast;
  • stanze in affitto con AirBnb.

Come indicato qui, non solamente gli hotel, ma anche gli affittacamere chiedono al turista il pagamento della tassa di soggiorno, dove è prevista. A pagare l’imposta quindi sono i turisti, al proprietario della struttura alberghiera, tuttavia questa somma non viene incassata dalla struttura, ma versata successivamente dal titolare al Comune.

Come anticipato, non tutti i Comuni italiani prevedono il pagamento dell’imposta, per cui è possibile individuare facilmente località italiane in cui non è necessario questo pagamento. Anche se si prenota tramite applicazioni o piattaforme online, viene applicata l’imposta nei Comuni in cui si utilizza. Per il proprietario della struttura è possibile anche segnare la tassa di soggiorno con la fatturazione elettronica.

Chi è esente dalla tassa di soggiorno

Visto che la tassa di soggiorno va pagata da parte dei turisti, in base al numero di notti di pernottamento presso una struttura alberghiera, va però sottolineato che esistono alcuni casi specifici in cui i turisti non sono tenuti al pagamento di questa somma. La legge italiana infatti prevede casi di esenzione generali per tutta Italia. Si tratta nel dettaglio di:

  • minorenni fino a 10 anni di età. Questa soglia può essere estesa dai singoli Comuni e arrivare anche a 14 anni o 18 anni di età;
  • turisti che pernottano presso gli ostelli della gioventù, che prevedono prezzi vantaggiosi;
  • turisti malati o con disabilità;
  • gli accompagnatori di soggetti malati o con disabilità, e caregivers;
  • i genitori o tutori di minori malati;
  • gli autisti che si occupano di accompagnare i turisti e gli accompagnatori turistici;
  • i soggetti residenti nel Comune in cui pernottano, in alcuni casi;
  • in alcuni casi turisti iscritti all’AIRE;
  • soggetti nelle forze armate.

Oltre a tutti questi soggetti, è possibile che in diversi Comuni vengano applicati anche altri casi di esonero, in base a periodi specifici oppure estesi per tutto l’anno. Per questo motivo è consigliato informarsi preventivamente, anche chiedendo informazioni al titolare della struttura turistica in cui si decide di pernottare.

Tassa di soggiorno e adempimenti fiscali

Per quanto riguarda il pagamento, abbiamo visto che per ogni turista la somma da corrispondere può essere di qualche euro a notte, o una cifra anche inferiore. Tuttavia, anche se le somme sono contenute, il proprietario della struttura alberghiera ha l’obbligo di raccogliere queste somme, per cui il turista non può rifiutarsi di pagare.

Il titolare è quindi tenuto a effettuare il calcolo esatto dell’importo del pagamento, a carico del turista, e chiederne il pagamento insieme al costo per il pernottamento. In un momento successivo poi, il titolare deve rispettare alcuni importanti adempimenti fiscali, ovvero preoccuparsi di versare tutte le somme al fisco, ovvero al Comune.

Chi gestisce quindi la struttura deve comunicare i dati sulla tassa di soggiorno, tramite dichiarazione obbligatoria, fornendo le informazioni su chi risiede in un determinato hotel, albergo o B&B, e versare ogni anno le somme dovute per la tassa di soggiorno. In caso di mancato versamento, il gestore può anche essere multato in denaro.

L’ultimo adempimento a carico del gestore è quello della conservazione di tutte le ricevute fiscali relative al pagamento dei pernottamenti e del pagamento dell’imposta, poiché il fisco potrebbe richiedere tali documenti anche negli anni successivi, tramite controlli. Si consiglia di conservare questa documentazione per almeno altri 5 anni dal momento in cui viene emessa.

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