TFR e tasse: ecco quanto paghi quando finisci di lavorare

Le tasse in Italia si pagano soprattutto sul lavoro: forse però non sai che vanno pagate anche per il TFR, quando finisci di lavorare. Ecco cosa sapere.

Hai lavorato per molto tempo per la stessa azienda, e adesso vuoi cambiare: lavorare per un’altra ditta, oppure aprire una Partita IVA e avviare un lavoro di tipo autonomo. Per farlo dovrai necessariamente comunicare al tuo attuale datore di lavoro che hai deciso di concludere definitivamente.

Al di là delle pratiche burocratiche che dovrai seguire, come ad esempio dare il giusto preavviso per terminare il lavoro, successivamente all’ultimo mese riceverai tutti gli importi che l’azienda ti deve, incluso il TFR, ovvero il Trattamento di Fine Rapporto. Per capire di cosa si tratta, vediamo una definizione di Lavoroepensioni.it:

“Viene comunemente denominato TFR ed è l’acronimo del trattamento di fine rapporto, ossia la prestazione economica che compete al lavoratore subordinato all’atto della cessazione del rapporto di lavoro, per qualsiasi motivo.”

Il TFR è una somma di denaro che riceverai in ogni caso nell’ultima busta paga, e ti viene pagata dal datore di lavoro in base al periodo di tempo che hai lavorato per quell’azienda. Il TFR ti verrà garantito sia in caso di licenziamento che di dimissioni, o anche quando finirai che lavorare per andare in pensione.

Forse non sai però, che anche questa somma di denaro viene tassata: se da un lato le imposte vengono applicate sul guadagno che ricavi durante l’anno, dall’altro lato dovrai pagarla allo stato anche per il Trattamento di Fine Rapporto. Vediamo nello specifico in questo articolo in cosa consiste questa imposta, come bisogna pagarla e a chi è indirizzata.

TFR: cos’è il Trattamento di Fine Rapporto

Per chi non lo conoscesse, prima di vedere come funzionano le tasse sul TFR, vediamo di cosa si tratta. Come suggerisce il nome, il Trattamento di Fine Rapporto è una somma di denaro che viene versata dai datori di lavoro ai lavoratori al termine della carriera.

Questo può avvenire per diversi motivi: puoi esserti licenziato volontariamente da un posto di lavoro, oppure puoi essere stato licenziato, oppure ancora sei arrivato all’età della pensione e devi terminare il tuo periodo lavorativo. In tutti questi casi, ricevere questa somma è un tuo diritto, per cui le aziende sono obbligate a versare queste cifre ai lavoratori che terminano il lavoro.

Se non sai a quanto ammonta questo tipo di cifra, puoi facilmente intuire il suo importo dal numero di anni che hai lavorato: si tratta all’incirca di uno stipendio per ogni anno effettivamente lavorato. In alcuni casi, soprattutto se lavori per molti anni per la stessa azienda, potresti arrivare ad avere anche una somma piuttosto alta di TFR.

Questa cifra viene garantita a tutti i lavoratori, sia nel settore pubblico che nel privato, sia se assunti a tempo determinato che indeterminato, e anche a chi lavora part time. Dato che questa somma è strettamente legata al lavoratore, per ogni dipendente può essere anche molto diversa, in base al periodo effettivamente lavorato.

Ma quando ti verrà pagata questa somma, che ti spetta? il datore di lavoro deve garantire queste cifre alla fine del rapporto lavorativo, ovvero può erogarle con l’ultima busta paga. Quindi non ti preoccupare se non le vedi arrivare subito: entro breve ti saranno riconosciute, anche al di fuori dell’ultima busta paga.

Tuttavia questa regola può anche cambiare, in base alle specifiche indicazioni contenute in ogni contratto di lavoro. Per fare un esempio, per chi lavora nel settore terziario, questa cifra deve essere pagata entro 30 giorni dal termine del lavoro. In alcuni casi particolari, i tempi possono essere più lunghi.

Per il calcolo esatto del Trattamento di Fine Rapporto e delle tasse da pagare su questa cifra, si fa riferimento a quanti anni hai lavorato per la tua azienda: la somma aumenta all’aumentare degli anni trascorsi per la stessa azienda.

Quali sono le tasse sul TFR nel 2022

Il TFR, come visto prima, spetta a tutti i lavoratori che terminano di svolgere un lavoro per una specifica azienda. Questo vuol dire che non è dovuto a tutti coloro che lavorano in autonomia con Partita IVA, ed è dovuto quando sussiste un contratto lavorativo. Al momento in Italia le principali tasse sul lavoro corrispondono all’IRPEF, ovvero l’Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche.

Se stai lavorando come dipendente, potresti non accorgerti dell’esistenza di queste imposte, tuttavia ci sono. Se dai un’occhiata alla tua busta paga infatti, potrai trovarci tutte le informazioni su quali sono le tasse che paghi allo stato ogni mese di lavoro. Tuttavia nella pratica non dovrai mai effettuare questo pagamento, perché ci pensa il tuo datore di lavoro. Diversa è la situazione per chi lavora in autonomia con Partita IVA.

Il TFR è un reddito, allo stesso modo del tuo stipendio. Per questo motivo verrà tassato quando lo riceverai. Ma come funzionano e quali sono le tasse su questa somma di denaro? Si tratta di una imposta che non funziona allo stesso modo dell’IRPEF, che prevede diverse percentuali in base al guadagno annuo.

Sul Trattamento di Fine Rapporto infatti esiste una tassa unica, ovvero una tassazione separata, che viene applicata sulla base di una media del TFR cumulato durante il lavoro. Senza andare nel dettaglio, per stabilire a quanto ammonta il TFR viene fatto un calcolo che tiene in considerazione alcuni valori che variano ogni anno, in base ai dati ISTAT.

In ogni caso, la percentuale relativa all’imposta applicata su questa somma di denaro è del 17%: questo vuol dire, per semplificare, che su 100 euro di guadagno derivato dal TFR, 17 euro saranno destinati allo stato. Alcune variazioni a questi importi sono dovute all’applicazione del calcolo per il caso specifico, in base ai dati aggiornati ISTAT.

In ogni caso, non allarmarti: il Trattamento di Fine Rapporto è un tuo diritto, e se hai lavorato per molti anni ti arriverà una discreta somma, nonostante le tasse. Inoltre, la tua azienda è obbligata a versarti questa cifra, ma tu non sei obbligato a riceverla: potresti infatti scegliere di destinarla ad un altro scopo. Se per qualsiasi motivo non ti arriva, puoi chiedere alla tua azienda di inviarti correttamente questo importo.

TFR 2022: a chi lasciarlo

Se stai pensando di terminare il tuo lavoro, o di andare in pensione, ti può aiutare sapere che puoi destinare la cifra intera del tuo TFR anche ad una pensione complementare, oppure puoi decidere di non prendere questa somma e lasciarla all’azienda.

Solitamente la decisione di dove destinare il TFR la puoi prendere già all’inizio, ovvero entro i primi sei mesi dall’assunzione. Se scegli di destinare questi soldi ad una pensione, non potrai modificare questa scelta in un secondo momento. Tieni presente che ogni mese accumuli una certa quantità di denaro da destinare proprio al tuo TFR: più lavorerai per la stessa azienda, più questa somma sarà alta.

Parallelamente, anche le tasse che dovrai versare su questo importo cresceranno, tuttavia si tratta comunque di una cifra contenuta, a cui provvederà al versamento il tuo datore di lavoro, come accade ogni mese per lo stipendio.

Ma cosa accade se decidi di lasciare il tuo Trattamento di Fine Rapporto all’interno dell’azienda per cui lavori? In questo caso tutto dipende da quanti dipendenti ha l’azienda:

  • Se l’azienda ha meno di 50 lavoratori dipendenti: in questo caso è il datore di lavoro ad essere responsabile di queste somme e della loro gestione;
  • Se l’azienda ha più di 50 lavoratori dipendenti: in automatico in questo caso gli importi vengono corrisposti al Fondo di Tesoreria dell’INPS.

Anche se la tassazione su questo importo è piuttosto bassa, nell’ultimo caso viene aumentata, arrivando al 23%: in questo modo trattenere l’importo in azienda diventa sconveniente, per cui viene destinato in automatico all’INPS. In ogni caso nessuno può obbligarti a lasciare questa somma alla tua azienda, ma è sempre una tua libera scelta.

Anche se non c’è una decisione migliore di un’altra, per il lavoratore può essere conveniente destinare il TFR ad un fondo pensione, da cui potrà accedere alla somma tutta in una volta o periodicamente. Tieni presente che un Trattamento di Fine Rapporto consiste in una somma simile ad uno stipendio mensile per ogni anno di lavoro svolto.

Anticipo TFR: quando chiederlo e tasse

Oltre a quelle viste prima, esiste anche una possibilità aggiuntiva: quella di chiedere un anticipo del TFR. Si tratta di una eventualità che non sempre è possibile, ma solamente in precise situazioni, e per cui potrai chiedere non la totalità della somma cumulata, ma solo il 75%. In base a come scegli di ricevere questa somma, vengono variate di conseguenza anche le tasse.

Tra gli scenari possibili, vi è quello per cui potresti voler scegliere di ricevere in anticipo questi importi a causa dell’acquisto di una prima casa, per te o per i tuoi figli. Quando decidi di acquistare una abitazione, in cui risiedere stabilmente, puoi chiedere un aiuto economico aggiuntivo tramite l’anticipo del TFR.

In questo caso però, la tassa prevista su questa somma sarà molto maggiore rispetto a quella applicata in condizioni normali: dovrai pagare infatti una percentuale del 23% di tasse sul Trattamento di Fine Rapporto. 

Un’altra possibilità per cui ti è concesso chiedere l’anticipo del TFR è quella dovuta a spese mediche. Se per motivi di salute, devi sostenere importanti costi medici, potrai chiedere che ti venga garantito in anticipo il pagamento di queste somme, anche in busta paga. In questo caso le tasse consistono nel 15% di aliquota IRPEF, a cui togliere lo 0,30% per ogni anno di lavoro oltre il quindicesimo. 

Infine, esiste una ulteriore possibilità per cui puoi richiedere l’anticipo, ovvero per motivi personali. Questo vuol dire che non dovrai dare una motivazione specifica al tuo datore di lavoro, né a nessun ente istituzionale, tuttavia in questo caso non potrai richiedere l’anticipo sulla totalità della somma, ma solamente su una parte (il 30%). La tassa in questo caso è identica a quella vista sopra per motivi di salute.

In tutti questi casi è comunque possibile per te scegliere se chiedere l’anticipo oppure non richiederlo, questo non cambierà né il tuo stipendio, né altri fattori, quindi non ti dovrai preoccupare.

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