Tregua fiscale, si va verso sanzioni ridotte e il ministro Leo afferma: "Non sono condoni"

Per il vice ministro dell'Economia Maurizio Leo non si deve parlare di sconti o condoni. Ecco perché le sanzioni ridotte sono necessarie, secondo il governo, a raggiungere la tregua fiscale.

Maurizio Leo

Il centrodestra, prima di vincere le elezioni, in piena campagna elettorale, aveva già annunciato di voler raggiungere la tregua fiscale intervenendo sulle cartelle esattoriali e cercando di azzerare o ridurre le sanzioni. Questa volta dalle parole si passa ai fatti e il vice ministro dell'Economia Maurizio Leo ci tiene a chiarire un piccolo dettaglio.

Tregua fiscale attraverso sanzioni ridotte? Ecco il piano del governo

Era prevedibile e così è stato: ci sarà uno stralcio delle cartelle esattoriali fino a 1.000 euro. Questa misura era già stata discussa trovando l'approvazione di tutta la squadra di governo. Nello specifico, come riporta Il Sole 24 Ore, si interverrà sui debiti iscritti a ruolo per importi fino a mille euro, per i quali si studia la cancellazione totale delle pendenze, in un ambito temporale esteso ai carichi affidati all’agente della riscossione fino al 2015. Lo stesso potrebbe essere applicato anche per debiti che superano i 1.000 euro. Si tratta di rottamazioni delle cartelle esattoriali, dove l'imposta è necessario comunque pagarla, il sovrapprezzo ad esso aggiunto a causa della sanzione invece potrebbe essere ridotto ad un massimo del 5% che si potrà dilazionare in cinque anni. Oltre alle cartelle esattoriali si parla di sanzioni ridotte anche per gli avvisi bonari inviati dall'Agenzia delle Entrare nel 2019 e nel 2020. Anche in questo caso le sanzioni si aggirerebbero intorno al 5% che si potranno dilazionare in due anni.

Il vice ministro Maurizio Leo ha affermato che queste misure non sono né condoni né sconti

Queste misure dovrebbero rientrare nella legge di bilancio 2023 che oggi deve passare l'esame della bozza da 155 articoli durante il Consiglio dei Ministri. La manovra, soprattutto dal punto di vista fiscale, è stata fortemente criticata dall'opposizione, in particolare da Giuseppe Conte. Il leader del Movimento 5 Stelle lanciò un messaggio agli evasori fiscali durante la trasmissione Piazzapulita dichiarando:

"Stavamo incentivando i pagamenti digitali e invece il messaggio è evasori e corrotti state tranquilli. Tra condono fiscale e innalzamento della soglia del contante, avrete la pacchia".

Ma per il governo guai a parlare di condono o sconto. A tal proposito è intervenuto infatti il vice ministro all’Economia con delega alle Finanze. Maurizio Leo ha specificato che queste manovre necessarie al raggiungimento della pace fiscale non sono né sconti né condoni ed è dunque sbagliato chiamarli così. Si tratterebbe, per il vice ministro, di rispondere all’esigenza di eliminare le partite per cui "gli oneri di riscossione sono più elevati" rispetto agli introiti per le casse dello Stato e degli enti locali.