Rischio biosfenolo negli alimenti: ecco le marche più contaminate e i rischi per la salute

Una recente indagine ha rilevato biosfenolo negli alimenti ed è allarme: ecco le marche ed i cibi maggiormente contaminati.

Quando si tratta di cibo, la sicurezza è uno dei fattori più importanti da considerare. Ma siamo davvero certi che ciò che mangiamo sia sicuro? Purtroppo, di recente, l’associazione al servizio dei consumatori italiani Altroconsumo ha compiuto un’indagine sulla presenza di biosfenolo negli alimenti. E l’indagine ha messo in luce come determinate marche siano risultate più contaminate.

L’allarme biosfenolo negli alimenti ha suscitato preoccupazioni diffuse sulla sicurezza e sulla salute umana. Questo fenomeno inquietante ha portato alla luce un’ombra sinistra che si nasconde dietro molti dei cibi che finiscono sulle nostre tavole.

In questo articolo, scopriremo tutto sul biosfenolo negli alimenti: le marche più contaminate ed i rischi associati alla presenza di questi prodotti chimici nelle nostre tavole.

Biosfenolo negli alimenti: l’indagine Altroconsumo

Purtroppo, la questione del biosfenolo negli alimenti è degna di nota poiché questo composto può avere conseguenze negative per la salute umana.

In particolare, è il biosfenolo A (noto anche come BP) ad essere potenzialmente dannoso. Ed è proprio questa tipologia di composto che è stata trovata all’interno degli alimenti, anche perché ampiamente utilizzato nella produzione di imballaggi in plastica destinati ai cibi.

Essendo potenzialmente dannoso per l’uomo, l’Unione Europea ha introdotto varie norme per limitarne l’uso, soprattutto nell’industria alimentare.

Eppure, l’indagine Altroconsumo parla chiaro: in moltissimi alimenti che portiamo sulle nostre tavole, il BPA è presente. Il test dell’associazione, condotto di concerto con altre associazioni europee, ha analizzato i prodotti alimentare in vendita in sette Paesi, tra cui il nostro.

La presenza di biosfenolo negli alimenti riguarda soprattutto determinate marche, che sono risultate più contaminate di altre. Inoltre, è stato scoperto che i cibi più a rischio sono quelli venduti in lattina.

Rischio biosfenolo negli alimenti: quali sono le marche più contaminate e i rischi per la salute

I prodotti esaminati durante l’indagine Altroconsumo non riguardano soltanto gli alimenti. Tra i 179 campioni analizzati, infatti, troviamo anche oggetti in plastica, tessili e prodotti per bambini.

Di questi, 79 sono risultati contaminati da BPA. Si tratta del 44% del campione: una cifra davvero elevatissima, soprattutto se consideriamo che il biosfenolo, purtroppo, non rappresenta un problema solamente negli alimenti. Il composto è potenzialmente dannoso anche se a contatto con il corpo umano.

Ovviamente, in questa sede ci concentreremo però solamente sul biosfenolo negli alimenti.

L’indagine Altroconsumo, come già anticipato, ha rilevato preoccupati quote di questo composto soprattutto in prodotti alimentari in lattina.

Il biosfenolo negli alimenti riguarda soprattutto alcune marche, che sono risultate più contaminate di altre. In particolare, le bibite in lattina rientrano tra gli alimenti che contengono più BPA. Oltre ai prodotti Coca-Cola (tra cui Sprite, Fanta e Coca-cola da 33 cl), Lemonsoda e Pepsi, tra gli alimenti con biosfenolo vengono elencati anche l’Acqua Brillante Recoaro da 33 cl, il tè Lipton alla pesca da 33 cl, l’energy drink Monster Green da 500 ml e la polpa di pomodoro Mutti in confezione da 2×210 grammi.

Quando alle scatolette di tonno, sono state analizzate due marche in particolare, ossia Rio Mare e Asdomar. Per fortuna, in questo caso, il tonno non risulta a rischio. Infatti, i livelli di biosfenolo negli alimenti quali il tonno in scatola non ha raggiunto risultati preoccupanti.

BPA negli alimenti: rischi per la salute e come contrastare i danni

Sfortunatamente, tutti i prodotti analizzati erano a norma di legge. Questo significa che, anche ove sia stato trovato del biosfenolo negli alimenti delle marche appena citate, non si tratta di prodotti che non rispettano la normativa europea.

Purtroppo, questo fa concludere che le norme UE relative al biosfenolo negli alimenti, nei prodotti tessili e in oggetti destinati all’uso umano siano eccessivamente permissive.

Sebbene infatti la normativa abbia vietato l’uso del BPA in oggetti quali i biberon destinati ai neonati, o negli scontrini fiscali, il composto risulta presente in tessili e alimenti troppo spesso.

I rischi che si corrono sono in effetti tantissimi. Il biosfenolo A ha infatti il potere di interferire con le ghiandole endocrine. Con conseguenti danni per la salute dell’uomo.

Ovviamente, non si tratta di un pericolo immediato: bere una lattina della propria bibita preferita non causerà alcun danno. Il rischio maggiore legato al BPA si infatti se l’esposizione al biosfenolo è continua e duratura nel tempo.

Ci sono comunque delle azioni che possiamo compiere per evitare danni gravi al nostro organismo.

In primis, i cibi in scatola vanno consumati con moderazione. In secondo luogo, dato che, come già detto, il biosfenolo si trova anche in tessili e altri prodotti in plastica, è bene preferire abiti in seta, lana e altre fibre tessili naturali.

Attenzione anche ai giocattoli in plastica: tracce i BPA sono state trovate anche nei prodotti in plastica per bambini, quali ad esempio giochi, borracce o massaggiagengive. Ove possibile, è bene evitare che il bambino li tenga in bocca molto tempo.

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Alessia Seminara
Alessia Seminara
Copywriter, classe 1991. Versatile, multipotenziale, laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche presso l'Università degli Studi di Catania, con una seconda laurea in Logopedia, ho una passione per la scrittura e il web copywriting. Entrambe mi hanno portato a concludere la canonica formazione accademica e ad intraprendere un ulteriore percorso di formazione in Seo e Copy Persuasivo. Grazie a vari corsi di formazione ho approfondito le mie conoscenze in ambito Digital Martketing. Negli anni ho stretto diverse collaborazioni come copywriter freelance per seguire variegati progetti.
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