Cibi scaduti: quali si possono ancora mangiare e quali no

Cibi scaduti e cibi in scadenza: quali è possibile mangiare oltre la data e quali no.

È capitato davvero a tutti di trovare nella propria dispensa o nel proprio frigo alimenti prossimi alla scadenza o addirittura già scaduti. Come comportarsi a riguardo?

È possibile mangiare tutto anche dopo la data di scadenza? Quali sono le conseguenze per la salute del corpo mangiando cibi già scaduti?

Cosa succede se si mangia un cibo scaduto

Sicuramente non tutti i cibi sono uguali. Un consumo salutare dei cibi passa per una buona conservazione e una massima attenzione alle scadenze, cosa non da poco. Mangiare cibi scaduti infatti potrebbe non portare alcuna conseguenza al nostro corpo ma in alcuni casi può portare delle intossicazioni alimentari. I sintomi e le conseguenze possono essere:

  • mal di pancia

  • vomito

  • diarrea

  • in casi più seri intossicazioni e tossinfezioni che possono provocare danni agli organi.

Attenzione: nessuna conferma arriva sul riconoscere un cibo scaduto semplicemente annusandolo. Infatti la maggior parte dei batteri non hanno odore quindi usare l’olfatto per riconoscere un cibo scaduto e perciò se è possibile ancora mangiarlo o meno dopo la scadenza non è una bella idea. Un alimento può essere non sano per la nostra salute a prescindere dall’odore o dal sapore per via della proliferazione batterica.

Quanto tempo dopo la scadenza si possono mangiare i cibi?

Non tutti i cibi si comportano allo stesso modo dopo la scadenza. Difatti alcuni possono essere ancora consumati per lungo tempo mentre altri di lì a poco devono essere o mangiati o cestinati. La prima differenza sta nel controllare l’etichetta e distinguere la scadenza. Scopriamo quali alimenti è possibile consumare oltre la data di scadenza:

  • pasta e riso, ovviamente non freschi hanno una scadenza che va da due anni e due anni e mezzo e possono essere consumati fino a 2-3 mesi dopo la data di scadenza. Il consumo è consigliato sempre previo controllo e mancanza delle cosiddette farfalline del cibo che possono proliferare: in quel caso è necessario cestinarle;

  • surgelati e prodotti in scatola hanno dei tempi di scadenza molto lunghi e possono essere conservati fino a 2 mesi dopo la scadenza. Attenzione però a cattivi odori o muffe che potrebbero portare mal di pancia o intossicazioni;

  • yogurt e formaggi possono essere mangiati fino a 6 giorni dopo la data di scadenza. Attenzione: formaggi freschi si rovinano più facilmente e sono da consumarsi entro la data riportata sulla sul prodotto, i formaggi stagionati possono essere consumati anche oltre la data di scadenza togliendo la parte ammuffita;

  • latte può essere ingerito al massimo oltre due o tre giorni dalla data di scadenza dopodiché già l’olfatto aiuterà ad avvertire un cattivo odore ed anche la qualità visiva del latte sarà nettamente diversa;

  • biscotti e crackers possono essere consumati fino a 2-3 mesi dopo la data di scadenza. In questo caso potrebbe essere utile consumarli per fare un dolce come una cheesecake;

  • caffè e cioccolato possono essere consumati oltre la scadenza senza problemi scaduti ovviamente perderanno l’aroma e leggermente il proprio sapore;

  • olio conservato lontano dalla luce quindi al buio può essere utilizzato in cucina per altri 8 mesi dopo la scadenza previo ovviamente controllo dell’eventuale irrancidimento.

Quali prodotti scaduti si possono mangiare?

È giusto chiarire che non esistono prodotti consumabili oltre la data di scadenza: questa viene indicata per un sistema di precauzione al fine di limitare i rischi in quanto non si può prevedere la proliferazione dei batteri e quindi la dannosità e la pericolosità di un alimento.

Nessun prodotto il giorno della scadenza può essere esonerato dall’essere nocivo. È pertanto consigliabile attenersi alla data di scadenza riportata sulle confezioni e cestinare i cibi scaduti.

Un consiglio: cercare di organizzare la spesa e anche l’alimentazione per evitare che i cibi raggiungano la data di scadenza, pianificare i pasti ed avere in dispensa solo il necessario.

Leggi anche: Vitamine termolabili: ecco quelle che si perdono con la cottura

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