Mercurio nel tonno in scatola, basta un colpo d’occhio per capirlo

Il tonno in scatola può contenere mercurio dannoso per la salute. Ecco come capirlo al volo con un colpo d'occhio.

Il tonno è uno di quei classici alimenti “salvacena”, amato da adulti e bambini. Apprezzatissimo per la sua versatilità, può essere utilizzato sia come condimento per sfiziosi piatti di pasta che per una sana insalata veloce. Il tonno può però contenere tracce di mercurio, non proprio salutari per la salute.

Ma c’è un modo facile e veloce per capire se il tonno che vogliamo acquistare contiene o meno mercurio. Ecco qual è.

Mercurio nel tonno, ecco i motivi per cui è possibile trovarlo

Va anzitutto detto che il mercurio diventa pericoloso per la salute nel momento in cui se ne assumono elevate quantità. Per questo motivo ci sono due principali considerazioni da fare quando si mangia il tonno.

La prima riguarda la differenza tra le varie tipologie di tonno. Il tonno bianco e quello “leggero” contengono generalmente meno quantità di mercurio rispetto al più pregiato tonno rosso.

Infatti, il consiglio degli esperti è quello di consumare non più di 2 scatolette di tonno a settimana e di prediligere al tonno rosso il consumo di altri pesci come salmone, nasello, sardine e simili.

Il motivo per il quale il tonno rosso, detto anche tonno pinna blu, contiene tendenzialmente più mercurio ha a che fare con la grandezza: più è grande il tonno maggiori sono le quantità di mercurio presenti nel suo organismo.

Ma perché il mercurio è presente nel tonno? Molto semplicemente per via dell’inquinamento marino. Nel mare – così come nei fiumi – il mercurio diventa gassoso e contamina l’habitat, tonni compresi.

Come fare quindi a capire se la nostra scatoletta di tonno presenta elevate percentuali di mercurio? La risposta sta nell’etichetta.

Cosa guardare nell’etichetta per capire se nel tonno c’è il mercurio

Va subito chiarito che qualsiasi marca di tonno si acquisti i rischi di intossicazione da mercurio sono decisamente bassi, a patto di non consumarne quantità spropositate.

Ma, per stare ancora più tranquilli, occorre guardare la zona di provenienza dell’amato pesce. Esiste infatti una classificazione FAO, ossia l’identificazione di determinate aree geografiche di pesca stabilite dall’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura.

Queste zone vengono riportate nell’etichetta del tonno in scatola con la sigla F seguita da alcuni numeri. Alcune zone sono più inquinate rispetto ad altre, come quelle appartenenti all’Oceano Pacifico.

Le sigle che indicano una provenienza più pulita sono la FAO 27 e 37 che si trovano nel Mediterraneo.

Tra le sigle invece da evitare in quanto molto inquinate troviamo la FAO 61, 67, 71 che si trovano nell’Oceano Pacifico. La 61 e 71 sono poi particolarmente a rischio a seguito del disastro di Fukushima.

Da evitare infine, il tonno proveniente da zone che sono state oggetto di gravi disastri ambientali così come zone di sversamento di materiali inquinanti.

Leggi anche: Pesticidi nella passata di pomodoro: ecco quale marca non comprare e quelle che si salvano

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