Di seguito riportiamo l'intervista a Pietro Paciello, CEO e Chief Analyst della Pro Markets Sagl, Asset Management Company, al quale abbiamo rivolto alcune domande sulla situazione di Piazza Affari e sulle strategie da seguire per diversi titoli.Pietro Paciello vi aspetta il lunedì e il venerdì alle ore 16 con il Market Talk OPENING BELL - NewTraderLab. Per info clicca qui.
L'euro-dollaro ha subito un duro affondo dopo il meeting della Fed, mentre il dollaro-yen sale sopra quota 110. Cosa può dirci di questi due cross?
La sensazione è che l'euro-dollaro non abbia ancora concluso la fase discendente che trova peraltro un bel parallelismo con l'ascesa violenta del dollaro-yen.
Credo che l'euro-dollaro abbia ancora spazio al ribasso verso 1,182/1,18 dove a mio avviso dovrebbero apparire nuovamente i compratori.
Mi sembra che i tentativi di rimbalzo delle ultime ore siano abbastanza limitati, proprio perchè in questa zona prezzo no c'è un grande riferimento supportivo.
Vedo ora tre livelli di supporto per l'euro-dollaro: il primo a 1,182/1,18, il secondo, meno forte, in zona 1,177, e un terzo più lontano in area 1,16, che funge anche da livello psicologico.
Se l'euro-dollaro non dovesse difendere la soglia degli 1,18 non sarei sorpreso di vedere un ulteriore indebolimento verso zona 1,16.
Il dollaro-yen ha mostrato un grafico più preciso negli ultimi mesi e al momento viaggia al di sopra di un bellissimo supporto dinamico testato recentemente prima dell'ultima fase direzionale ascendente.
Il dollaro-yen ha un supporto in area 109,7 e finchè si manterrà al di sopra di tale soglia non vedo invertire l'attuale forza del biglietto verde.
Una chiusura del cross sotto area 109,7 mi darebbe un segnale di esaurimento di forza dollaro e quindi una potenziale inversione che di pari passo dovrebbe portare ad un rimbalzo dell'euro-dollaro.
Se guardiamo il dollar index notiamo che ha rotto al rialzo area 90,2/90,3 in tempi non sospetti e sembra avere spazio fino ai 92,8/92,90.
Il rafforzamento del dollaro quindi non è finito e rimanderei il giudizio al test dell'area appena indicata, dove il biglietto verde dovrebbe fermarsi, lasciando respirare l'euro e lo yen in direzione opposta.
Anche l'oro è stato colpito da una pioggia di sell dopo la Fed: vede nuovi cali nel breve?
Come logica conseguenza del rafforzamento del dollaro, l'oro scende e non trova livelli di supporto. La sensazione è che il movimento non sia completo e ora vedo un primo sostegno in area 1.730 dollari, ma prima di allora non vedo motivi per accumularlo al rialzo.
Sotto i 1.730 dollari troviamo un supporto statico in zona 1.675 dollari, quindi anche per l'oro le vendite al momento non sono finite.
Il petrolio, pur avendo ritracciato dai top, mostra ancora forza: avremo nuovi rialzi?
Se è vero che metalli e materie prime soffrano la forza del dollaro, in questo caso lo strapotere rialzista del petrolio mi sembra acclarato.
L'oro nero continua a salire, non ha ostacoli particolari e parlerei di una view ribassista solo in caso di quotazioni al di sotto di area 67,5 dollari, diversamente il petrolio andrà tradato al rialzo.
Wall Street più dell'Europa ha risentito delle indicazioni arrivate dalla Fed. Si tratta di una battuta d'arresto temporanea o il ribasso è destinato a proseguire?
Nelle ultime interviste abbiamo detto spesso che l'unico indice americano che manteneva una vocazione a salire era il Dow Jones.
La cosa preoccupante delle ultime ore è che anche questo indice ha rotto al ribasso, per la prima volta nel periodo post-Covid, il suo supporto dinamico.
Per quanto mi riguarda questo è un segnale short sui mercati azionari che arriva peraltro con un dollaro forte e questo si sta riflettendo in un problema potenziale per i listini.
Il Dow Jones, che fino ad oggi era rimasto immune a tutte le dinamiche correttive che si erano sviluppate su altri listini, rompe il supporto storico.
Per quanto mi riguarda ora siamo entrati in mercati bearish abbastanza evidentemente, quindi attenzione a mantenere ancora long, perchè credo che, complice anche la stagionalità e soprattutto la forza del dollaro, la corsa dell'azionario sia finita per il momento.