Anche questa mattina gli investitori continuano a scommettere sul recupero dollaro statunitense, con il biglietto verde si muove attorno al massimo delle tre settimane contro la altre principali valute, sostenuto dal calo delle materie prime: il greggio scende stamattina di un altro 1% dopo la caduta del 5% di ieri, innescata da una lettura superiore alle attese delle scorte Usa, mentre i dati peggiori delle attese sulla produzione industriale di Pechino (oltre alle attese di nuove misure di stretta monetaria da parte delle autorità di Pechino, per contrastare un'inflazione che resta sopra al 5%) raffreddano le quotazioni dei metalli come il rame, che ha toccato il minimo da dicembre scorso (metallo di cui la Cina è il primo consumatore mondiale). Il biglietto verde rimane in sostenuto anche nei confronti della valuta unica, ‘grazie’ ai timori relativi al debito greco che pesano sull'euro e che ieri hanno fatto precipitare il cambio eurodollaro da area 1.44 fino al minimo a 1.4142, livello appena testato questa mattina: l’intonazione per la divisa del vecchio continente rimane anche a livello tecnico ribassista, con tutte le medie mobili inclinate al ribasso e poste sopra al cambio. Il contesto di mercato il mercato rimane nervoso, e una rottura del forte supporto psicologico posto in area 1.415 (minimo del 18 aprile a 1,4156 dollari) potrebbe portare ad altre accelerazioni ribassiste nel corso della seduta. Questa mattina le statistiche di marzo sulla produzione industriale dell’eurozona hanno deluso le attese (a -0,2% su base mensile, contro consensus per un +0,4%) e i moniti del Fondo Monetario Internazionale (“servono riforme senza sosta per paesi periferia”) hanno contribuito ad affossare la valuta unica, sebbene le attese dell’inflazione media siano al di sopra del 2,5% nel 2011 secondo BCE e Stark (il quale ha però sottolineato che l'attuale tasso di cambio aiuta a contenere il rialzo dei prezzi). Il clima di avversione pesa sulla sterlina (deludono anche i dati UK di marzo su produzione industriale e manifatturiera, con il cable sui minimi di maggio sotto area 1.63), mentre premia lo yen, forte anche di alcuni dati macro: in Giappone, le partite correnti di marzo hanno mostrato un bilancio a +1.679,1, a fronte di un'attesa di 1.754,0 miliardi, per un surplus in contrazione del 34,3%, mentre il ministro giapponese dell'Economia Yosano ha dichiarato oggi che il negativo impatto del sisma di marzo sulla produzione industriale è inferiore a quanto inizialmente stimato, con le catene produttive stanno recuperando prima del previsto. Ora si attendono i dati macro del pomeriggio, per vedere se questi potranno cambiare il trend della mattinata: alle 14.30 italiane sarà diffuso il numero delle nuove richieste settimanali per i sussidi di disoccupazione (attesa a 430.000 unità), oltre ai prezzi alla produzione (attesa 0,6% m/m; 6,5% a/a) e alle vendite al dettaglio per il mese di aprile (attesa 0,6% m/m); alle 16 sarà la volta delle scorte delle imprese registrate nel corso di marzo (attesa 0,8%).