Politica monetaria non-convenzionale

Siamo abituati a vedere il greenback sotto pressione e quindi apriamo la nostra pagina con uno sguardo alla “povera” sterlina, flagellata dal Pil uscito a -0,4% rispetto al +0,2% atteso. Di S.Berlinzani

Buon giorno e buon inizio settimana. Siamo abituati a vedere il greenback sotto pressione e quindi apriamo la nostra pagina con uno sguardo alla “povera” sterlina, flagellata dal Pil uscito a -0,4% rispetto al +0,2% atteso. Abbiamo già criticato la formulazione di attese un po’ troppo esose ultimamente, e questa volta il mercato ha reagito con decisione. Vedremo sul fronte Quantitative Easing cosa significhi questo dato. Ma parlando di Politica Monetaria, apriamo una piccola parentesi. Politica Monetaria non-convenzionale. Così si può definire quello che le banche centrali, in concerto, stanno attuando da oramai un anno a questa parte. Quantitative Easing, Credit Easing…ma quanto saranno efficaci? Se ne parla ora che il mercato desidera vederne la fine. Ma la Bank of Japan aveva già sperimentato questa via dal 2000 al 2006, con pochi effetti sull’economia. La Bank of Japan ha incrementato le riserve ufficiali delle banche commerciali (quindi la parte di passività sul bilancio della BoJ); la Fed invece acquista attività tossiche in cambio di liquidità (quindi aumentando le attività del suo bilancio). La Fed quindi si sostituisce alla domanda privata, mentre la BoJ è intervenuta direttamente sulla creazione di base monetaria. Due metodi diversi di affrontare il problema, ma alla fine l’ausilio del bilancio di una banca centrale può solamente dare tempo alle banche commerciali di ristrutturare i propri bilanci. Intanto c’è stata un'altra mossa “spettacolare” da parte del segretario del Tesoro USA, Geithner: per riuscire a gestire il bilancio intertemporale del Tesoro sta per allungare la scadenza media sui Treasury da 49 a 72 mesi. Dunque ribassi in arrivo sui corsi obbligazionari con queste nuovi emissioni, e rendimenti a rialzo. Il Tesoro sta allungando la scadenza media dei Treasury per evitare che il debito venga inflazionato quando i tassi di interesse si rialzeranno. Mossa quasi forzata, ma che batosta per gli investitori (ed i fondi) esposti sull’obbligazionario.