Oggi, alle 01:30 GMT, la Reserve Bank of Australia (RBA) ha diffuso i verbali di politica monetaria della riunione del consiglio direttivo di settembre. L’aspetto più importante dei verbali è l’impostazione molto accomodante dei banchieri centrali, che sono tornati ad adottare formulazioni già utilizzate durante la riunione di giugno, come ad esempio “l’outlook per l’inflazione continua a lasciar spazio di manovra per un aggiustamento della politica, in risposta a un eventuale deterioramento consistente delle prospettive per la crescita”. I verbali mostrano anche che i membri del consiglio ritengono che l’AUD sia troppo forte, nonostante il calo dei prezzi delle materie prime. Nei verbali si affronta anche il tema delle spese in conto capitale delle società e, in particolare, delle industrie di estrazione. Si legge che “alcune società minerarie hanno recentemente rivisto l’intenzione di partecipare a progetti per cui non si erano ancora impegnati”. La RBA si concentra sulle spese in conto capitale (capex) del settore minerario perché esso gioca un ruolo fondamentale per l’economia australiana. Pare che la banca centrale preveda un aumento delle spese in conto capitale per l’anno prossimo, per effetto del grosso progetto GNL (gas naturale liquefatto) e di altri progetti d’investimento, ma che la sostenibilità dell’aumento d’investimenti non sia garantita. Dopo essere sceso sotto la parità contro l’USD in maggio, l’AUD si è ripreso in modo brillante, salendo del 10,88% dal minimo di quest’anno. La coppia rimane saldamente all’interno della fascia compresa fra i 30 e i 70 punti dell’indice di forza relativa (RSI), e ciò significa che c’è ancora spazio per un rialzo, in caso di una ripresa consistente della propensione al rischio. Secondo noi, il tono accomodante della banca centrale potrebbe spianare la strada ad altri tagli del tasso d’interesse, attualmente il più alto fra le valute del G10, al 3,50%. In Europa, i titoli di stato spagnoli sono risaliti sopra il 6% per la prima volta dal 7 settembre, perché gli investitori iniziano a preoccuparsi del fatto che la Spagna non abbia ancora richiesto gli aiuti. Ieri, il membro della BCE Coene ha detto che, se i mercati percepissero che la Spagna non richiederà gli aiuti, “gli spread torneranno a salire e così la Spagna sarà in qualche modo costretta a riconsiderare la sua decisione e sottostare al programma di condizionalità”. L’asta di titoli spagnoli a 12 mesi di oggi è andata relativamente bene: i rendimenti sono scesi al 2,835% rispetto al 3,070% del mese scorso, in scia alle attese di un intervento della BCE sulla curva breve (da 1 a 3 anni). Inoltre, gli indici ZEW sul clima economico, riferiti sia alla Germania sia all’Eurozona, hanno superato le attese. Oggi seguiremo la pubblicazione del dato sulle transazioni nette TIC a lungo termine negli USA (alle 13:30 GMT), che misura la variazione di valore tra i titoli stranieri a lungo termine acquistati da cittadini USA e i titoli corrispondenti USA acquistati da investitori stranieri. Condividiamo le attese del mercato, che prevede un rilevamento a 45,3 mld, superiore rispetto ai 9,3 mld della lettura precedente. Un risultato superiore alle previsioni avrà un effetto positivo per l’USD.