Proseguono anche oggi gli acquisti sui listini azionari, con la fiducia degli investitori che sul mercato valutario premia le valute ad alto rendimento come dollaro australiano, sterlina e in parte anche euro: la valuta unica recupera leggermente contro dollaro statunitense, tornando su grafico orario sopra le medie mobili di breve e medio periodo (con queste a fungere da doppio supporto dinamico) e abbandonando quindi, al meno al momento, la configurazione ribassista. Per ora comunque, l'euro sarà mosso più che altro dalle singole notizie, con la possibilità di un nuovo pacchetto di aiuti dall'Unione Europea alla Grecia che resta al centro della scena, sebbene ieri le indiscrezioni su un'ulteriore tranche di prestiti del valore di 60 miliardi di euro, riportata dall'agenzia Dow Jones, sia stata smentita da fonti qualificate del ministero delle Finanze ellenico e da un alto funzionario dell'euro zona. Intanto, in un'intervista a Le Figaro, il ministro delle finanze francese Christine Lagarde ha smentito che ci possa essere una ristrutturazione del debito greco "sotto ogni forma", confermando che difficilmente Atene potrà tornare sul mercato dei capitali nel 2012, come sperato, e che l'Ue dovrà continuare a finanziare il paese per scongiurarne una ristrutturazione del debito. Ipotesi che nonostante le numerose smentite il mercato continua in realtà a scontare. E parallelamente, resta anche la questione di un eventuale alleggerimento delle condizioni applicate sui prestiti correnti, non solo alla Grecia ma anche all'Irlanda, mentre lo slittamento del voto del parlamento finlandese per l'approvazione del pacchetto di aiuti al Portogallo rappresenta un ulteriore fattore di potenziale incertezza sull'euro: al momento infatti la divisa unica non riesce a scambiare stabilmente sopra area 1.44 contro dollaro statunitense. Nella prima mattinata è stata pubblicata la statistica di aprile sull’inflazione tedesca, in linea con le attese a livello tendenziale (+ 2.4% dal precedente +2.1% di marzo) e marginalmente al di sotto del consensus a livello congiunturale (+0.2% dal precedente + 0.5%): il dato, sebbene fondamentale, non ha comunque creato grossi scossoni sul valutario, mentre ben più risonanza ha avuto il discorso del governatore BoE King sulla sterlina, con il cable schizzato insù in area di ipercomprato sull’indicatore RSI, verso la media mobile a 200 sedute, che funge ora da test in area 1.6490. Lo yen cede posizioni contro il dollaro statunitense, con il cambio che si riporta nei pressi di soglia 81 figura, dopo i cali nella notte. Durante aprile lo yen è rimasto comunque piuttosto sostenuto, e dalle statistiche delle transazioni sull’azionario giapponese pubblicate ieri se ne è trovata una motivazione: è emerso che ad aprile, ancora una volta, e ininterrottamente da gennaio, gli investitori esteri siano rimasti acquirenti netti di azioni giapponesi (il boom rimane però nel mese di marzo), con l’appetibilità dell’investimento in Giappone che ha contribuito a ritardare l‘atteso deprezzamento dello yen. Continua invece il suo recupero il dollaro australiano, aiutato dal rafforzamento dei prezzi delle materie prime: contro dollaro statunitense forte segnale long con il ritorno del cambio sopra la MM200 su chart orario, con prossimo obiettivo di medio termine il massimo di inizio mese sul supporto psicologico di 1.10. In calendario nel pomeriggio alle 14.30 la bilancia commerciale statunitense per il mese di marzo, attesa in deficit di 47,0 miliardi, mentre in serata attenzione agli interventi di alcuni esponenti Fed: alle 18.20 intervento di Lockhart, sull’economic out look, alle 19 invece intervento di Kocherlakota e Pianalto.