Game Collection Volume 2: i videogiochi sbarcano alla Triennale di Milano

I videogiochi sono anche un arte: la Triennale di Milano annuncia Game Collection Volume 2, una mostra esclusiva di game designer indipendenti.

La Triennale di Milano rappresenta un’istituzione culturale a tutto tondo, che non ha certo timore di muoversi nelle esplorazioni più moderne dell’arte. Lo ha dimostrato a più riprese, stupendo i propri ospiti, e oggi lo fa ancora rinnovando un appuntamento affascinante.

Nel 2016 la Triennale indisse per la prima volta la Game Collection, esposizione dedicata ai videogiochi, seguita dalla dicitura “Volume 1”. Il suo obiettivo era mostrare il lato artistico che si nasconde dietro la maggior parte dei videogames, invitando dei game designer indipendenti a cimentarsi nella realizzazione di games relativi a un tema condiviso.

In occasione della 23° Esposizione Internazionale prevista nel 2022, nasce così la Game Collection Volume 2, che non mancherà di riunire appassionati vecchi e nuovi.

Cos’è la Game Collection della Triennale di Milano

La Game Collection ha esordito, appunto, nel 2016, in occasione della 21° Esposizione Internazionale della Triennale di Milano.

Questo appuntamento parte dalla consapevolezza che i videogiochi siano non solo un’ottima forma d’arte, ma anche un’occasione di design di altissimo livello, e una chance per illustrare in modo moderno e interattivo argomenti anche complessi.

Per la Game Collection, la Triennale invita cinque game designer, provenienti da tutto il mondo, a sviluppare un tema tramite il videogioco. Veri e propri artisti videoludici creano così dei titoli sperimentali da esporre nella mostra e, in seguito, da scaricare e videogiocare.

All’interno del Palazzo dell’Arte vengono mostrati a schermo alcuni estratti dei cinque videogiochi, proprio come in una mostra artistica ma virtuale, valorizzando così la funzione culturale di questo settore.

Dopo la mostra i titoli vengono messi a disposizione del pubblico per essere scaricati e videogiocati su diverse piattaforme comuni, in modo da completare l’esperienza videoludica. In fondo, che i videogames siano simili all’arte, ce lo insegnano gli oltre cinquant’anni di storia del settore videogiochi

Nel 2016 la Game Collection Volume 1 ha ricevuto un eccellente successo, con più di 180.000 download dei giochi, e ora si appresta a ripetersi con la Game Collection Volume 2.

Game Collection Volume 2: il nuovo tema dell’ignoto

Gli argomenti centrali del Volume 1 furono la narrativa, i puzzle e l’interattività. In occasione della 23° Esposizione Internazionale ci si sposterà su un nuovo tema: l’ignoto.

Il titolo dell’Esposizione è infatti “Unknown Unknowns, an Introduction to Mysteries” e si incentra su quelli che potremmo chiamare “Sconosciuti sconosciuti”, dove il primo è un sostantivo e il secondo un aggettivo. Insomma tutto ciò che non sappiamo neppure di non conoscere, che nemmeno concepiamo o immaginiamo. E la Game Collection Volume 2 si baserà interamente sullo stesso argomento.

Curatore dell’evento è il game designer Pietro Righi Riva, che ha spiegato come la Triennale voglia puntare sull’attinenza completa al tema della mostra. Per questo ci si è rivolti ai designer dei singoli giochi chiedendo loro di sviluppare appositamente l’argomento, invece che cercare dei videogiochi che già fossero vagamente attinenti.

L’avvicinarsi dei videogiochi a un pubblico generalista dimostra quanto questo settore stia entrando sempre più nelle case di tutti. Anche perché non è riservato a gamers o ricchi: oggi, per fortuna, chiunque può scoprire quest’arte videoludica senza spendere troppo.

I cinque titoli della Game Collection Volume 2

Per la Game Collection Volume 2 stati così sviluppati cinque giochi, che scavano nell’interiorità attraverso la scoperta di ciò che c’è all’esterno, di ciò che non sappiamo che esista e che ci sorprende in modi inaspettati.

Il primo gioco si intitola Wade (realizzato da Yijia Chen & Dong Zhou di Optillusion) e mostra un misterioso cammino attraverso un fiume e un passaggio sotterraneo. Gli elementi che ci attendono durante la passeggiata saranno la vera sorpresa, rappresentando in modo artistico e creativo le emozioni che proviamo guardando l’ignoto.

Il secondo gioco è We Are Poems (di Fern Goldfarb-Ramallo) e si incentra sul mondo queer. Tutto ciò che lo compone si smuove in modi inattesi e imprevedibili, e una componente indubbiamente interessante del titolo è l’esplosione di colori che circonderà questa esperienza.

Abbiamo poi Nonno’s Legend (da Nina Freeman di Star Maid Games). Come dice il titolo c’è dietro un legame familiare, col nonno della creatrice che le mostrava il mondo tramite un mappamondo, immaginando e creando ambientazioni. Questo ricordo diventa un modo per modificare la struttura del globo ed esplorare un ignoto che ancora non esiste.

Il quarto titolo è MINE (di Akwasi Bediako Afrane). Esplorando una miniera aperta e abbandonata, avremo l’opportunità unica di scoprire non solo cosa la compone, ma anche cosa quei minerali diventeranno: alcune pietre ci appariranno come gli oggetti digitali in cui vengono trasformate dopo un lungo processo. Un viaggio nelle opportunità tecnologiche future.

L’ultimo della lista è Contact, sviluppato da Laura McGee di DreamFeel, e ispirato all’esperienza stessa dell’autrice. Ella viveva infatti in un villaggio molto isolato, e fu portata a credere che non esistessero altri con una sensibilità simile a quella che aveva lei. Tramite codici e ricordi d’infanzia, i videogiocatori esploreranno la conoscenza di se stessi.

I giochi saranno disponibili per il download scansionando i QR Code presenti nella mostra, o accedendo ai portali della Triennale su Play Store, Apple Store e Steam per il download gratuito. Ciò avverrà nel corso dei mesi di luglio, agosto e settembre 2022. Saranno quindi giocabili sia su smartphone che su PC.

Ivan Cunzolo
Ivan Cunzolo
Copywriter e SEO Web Writer freelance, classe 1993. Sono nato e vivo a Napoli, amando la mia città. Sin da piccolo ho sempre scritto senza fermarmi mai, prima sulla carta, poi al computer. Al desiderio di diventare giornalista ho unito il nascente interesse per marketing e tecnologie. Mentre iniziavo con tonnellate di articoli in progetti sul web di pura passione, mi sono laureato in Culture Digitali e della Comunicazione alla Facoltà di Sociologia dell'Università Federico II. Da 6 anni sono Copywriter e Web Writer freelance, specializzato nella scrittura SEO.
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