Risale a migliaia di anni fa, ecco qual è il gioco da tavolo più antico del mondo

Se credevate che giocare attorno a un tavolo con gli amici fosse un fenomeno recente, dovrete ricredervi. Il gioco da tavolo più antico del mondo risale a diversi millenni fa, ed è sorprendentemente attuale: ecco di quale si tratta.

Gioco da tavolo più antico del mondo

Non lasciatevi ingannare dalla modernità di alcuni di essi: i giochi da tavolo sono una realtà estremamente antica, perché a quanto pare l'umanità vuole un po' di svago da parecchio tempo.

Il gioco da tavolo più antico del mondo risale addirittura a diversi millenni fa, si è conservato più che degnamente e può vantare un "rivale" non da meno. Facciamo un viaggio nel passato e scopriamo questi due mitici giochi di epoche passate.

Il gioco da tavolo dei faraoni è forse il più antico del mondo: Senet

Non sappiamo se si usasse giocare ancor prima di quest'epoca, o in che modi. Fatto sta che il gioco da tavolo più vecchio che sia giunto a noi con sufficienti testimonianze dovrebbe provenire dalla straordinaria civiltà egizia - anzi, per essere precisi, direttamente dai faraoni.

Nella tomba di Nefertari, ad esempio, si può ammirare ancora oggi un antico dipinto della regina che ci gioca; e su diversi tabelloni ancora conservati si leggono i nomi dei faraoni che li avevano posseduti, come Amenofi III.

Con l'origine datata intorno al 3100 a.C. (cioè la bellezza di oltre 5000 anni fa), si chiama Senet ed era in principio prerogativa delle sole dinastie più sacre dell'Egitto. Nei secoli successivi il suo uso fu ampliato anche alla popolazione civile, assumendo uno spiccato significato religioso.

Per gli egizi una partita a Senet poteva significare segnare in bene o in male il proprio destino contro la morte. Nelle tombe, infatti, sono stati ritrovati tabelloni, pedine e immagini del defunto mentre ci giocava, spesso contro un nemico invisibile (la morte stessa). Senet appare anche nell'antico testo funerario "Libro dei morti" e ha dei geroglifici a esso dedicati.

Le regole non ci sono arrivate integre perché il gioco è caduto in disuso durante l'epoca romana, ma alcuni esperti hanno provato a interpretarle. Di sicuro si giocava in 2 come per molti bellissimi giochi odierni. Il tabellone era composto da tre lunghe file di 10 caselle, decorate con differenti illustrazioni sacre, e c'erano due set di 5 pedine per ogni giocatore.

Al tempo si lanciavano dei bastoncini da 1 a 5, che ricordano l'azione dei dadi, e si presume ci si muovesse "a serpente" sul tabellone per raggiungere la casella finale, cercando di superare l'avversario o di scambiarsi a lui quando si raggiungeva la sua stessa casella. Alcune caselle avevano effetti particolari, oggi incerti, come la protezione dallo scambio.

Il gioco da tavolo più antico arriva dalla Mesopotamia

C'è un altro gioco da tavolo considerato uno dei più antichi del mondo, e la battaglia tra i due è accesa perché le datazioni non sono certe. Attorno al 2600 a.C. nasceva il Gioco Reale di Ur, dalla Mesopotamia, anche questo con tabellone e caselle, ma ritenuto leggermente più complesso di Senet.

Sempre disposte su tre file, qui le caselle sono 20 e distribuite con una forma irregolare, poiché al centro c'è una fila sottile che si apre alle estremità. Le decorazioni ritraggono animali o scene naturali, in una sorta di antica versione degli odierni giochi fantasy, mentre su alcune caselle specifiche è dipinta una rosetta.

Proprio la rosetta sembra fosse un elemento dell'antico gameplay, anche in questo caso oggi incerto e soggetto a interpretazioni. Bisognava sempre arrivare alla casella finale con tutte le proprie pedine, a rotazione, ma con alcune possibili regole che sembrano ancora interessantissime.

Come tanti titoli oltre a 7 pedine per ogni giocatore, si usavano veri e propri dadi, ma di forma tetraedrica come quelli moderni a 4 facce. Giungere sulla casella occupata da un avversario gli rimandava la pedina alla partenza, ma sostare su una rosetta proteggeva da questo attacco.

Altre interpretazioni includono il denaro, col pagamento di una posta al banco nel caso si superasse la rosetta senza sostarci, e il ritiro di una posta se ci si riuscisse a fermare; altre ancora, una dinamica di "cattura" dei pezzi quando si arrivava alla stessa casella, e potevano essere liberati solo totalizzando un certo punteggio del dado (ma non potevano essere catturati sulla mitica rosetta).

Agli antichi, insomma, non mancava la fantasia. Forse non sapremo mai esattamente come ci giocavano, ma provare questi giochi in qualche riedizione moderna è un affascinante tuffo nel passato, e ci fa capire che, in fondo, la passione per i giochi è sempre esistita.