La storia dei videogiochi: dagli albori ai giorni nostri

La storia dei videogiochi attraversa un secolo e nasce da antenati inaspettati: vediamone l'evoluzione, dagli anni '40 al boom di fine secolo e oltre.

I videogames sono ormai parte integrante del nostro mondo. Non si tratta più di puro intrattenimento, bensì di un universo con una sua immensa economia intorno, tradizioni, abitudini, storia.

Ed è proprio la storia dei videogiochi che vogliamo esplorare: da quali idee sono nati e in che modo, come sono giunti a essere ciò che vediamo oggi, quali sono state le pietre miliari della sua evoluzione.

E di momenti emozionanti ce ne sono davvero molti, che alcuni potranno ricordare in un tuffo di nostalgia.

Come sono nati i videogiochi: le prime sperimentazioni

I primi videogame della storia sono categorizzabili come antenati. Non sono mai stati messi in commercio o resi disponibili al pubblico per via dei costi elevatie delle proprie nature di esperimenti.

Il primissimo risale al 1948 e prende il nome di Sistema di Intrattenimento a Tubo Catodico: in quel meccanismo, grazie a otto valvole termoelettroniche, si simulava il lancio di un razzo su uno schermo radar per colpire un bersaglio nel giusto punto, grazie a delle manopole. Non c’era nulla di digitale, parliamo di un tempo così ancestrale per i videogame, che non era possibile creare la grafica per davvero dentro lo schermo, tant’è che si applicarono fisicamente delle alette di plastica per segnare il bersaglio.

Il progetto rimase solo un prototipo (il suo schermo tondo coi bersagli, però, ci dà già una certa emozione “da videogioco”). Nel 1951 seguirono due esperimenti per giocare su schermo al nim e a un problema di scacchi. Siamo solo all’alba dei videogiochi veri e propri: si tratta di un’epoca in cui, proprio come accadeva coi computer, le macchine faticavano a risolvere problemi semplici – e quindi non si poteva fare granché.

Il primo videogame è considerato OXO, ossia, semplicemente, il tris. Ci voleva una macchina bella grossa per farlo girare (grande quanto una libreria a 6 ante), ma la grande novità fu l’opportunità di giocare contro un computer: il suo ideatore, Alexander Sandy Douglas, lo sviluppò per dimostrare le interazioni tra uomo e macchina.

Si giunge così a quello che molti, oggi, ricordano come il primo vero videogioco sullo stile odierno: Tennis for Two, realizzato da William Higinbotham nel 1958. Sullo schermo di un oscilloscopio (reale), due giocatori potevano sfidarsi a rilanciarsi la pallina sopra una rete, come nel tennis.

Il videogioco si apre al mercato: gli anni ‘60

L’innovazione del periodo successivo si accompagna all’evoluzione dell’informatica. Si differenzia da quanto detto prima perché non saranno più giochi a scopo dimostrativo o scientifico, bensì, man mano, per essere davvero giocati.

Nel 1962 alcuni studenti del Massachusetts crearono Spacewar su un nuovissimo computer da oltre centomila dollari: l’obiettivo dell’ancestrale PvP era abbattere l’astronave avversaria in mezzo ad alcuni ostacoli spaziali. Nacquero poi i primi esperimenti di manageriale (Hamurabi, un videogioco di solo testo) e di simulatori (l’atterraggio sulla luna e il primo videogame di golf, nel 1966).

Non dobbiamo stupirci se già nel 1966 vediamo nascere la prima console della storia, con una serie di videogiochi collegabili a una normale TV dell’epoca e addirittura la possibilità di adoperare una pistola ottica. La tecnologia correva più veloce del previsto: quella serie di puntini e lucette su antichi schermi stava per stupire il mondo.

Le prime vere console per videogiochi: nasce Atari e arrivano i cabinati

Gli anni ‘70 sono considerabili la vera nascita del videogame come intrattenimento di massa. Si tratta, infatti, della cosiddetta prima generazione di console per videogiochi.

L’intrattenimento stava prendendo piede e volle entrare in due luoghi: le case delle persone, e delle sale adibite appositamente a videogiocare.

Nelle case ci entrò per prima la Magnavox Odissey, che utilizzava 12 cassettine per un totale di 27 giochi di vario genere (principalmente sportivi o di leggera azione). Per una lunga serie di motivi non sfondò, ma consentì ai creatori di aggiudicarsi molte cause per i titoli sullo stile di PONG.

PONG, infatti, fu il primo videogioco da cabinato (1972) e generò il fenomeno delle sale giochi. Due segmenti si muovevano alle due estremità di una normalissima TV, con una pallina da respingersi a vicenda per segnare punto. Nel 1975 fu lanciata anche la versione da casa, sempre da collegare a una qualunque TV.

Nasceva così la Atari, sia come azienda, sia come console casalinga per giocare a PONG (e poi ad altri titoli). Sarebbe stata la prima grande ditta per videogame del mondo a dare il via a una rivoluzione.

Anno dopo anno i videogame entrarono nella loro epoca d’oro, finendo ovunque in tutto il mondo, soprattutto nelle sale giochi, con nuove aziende (come Nintendo e Taito) e titoli indimenticabili: Space Invaders, Galaga, Pac-Man, Galaxian, a cavallo tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli ‘80.

Il videogioco moderno che segue la tecnologia

Da quel momento in poi i videogiochi non hanno più smesso di crescere insieme al comparto tecnologico sempre più in evoluzione. L’interazione tra uomo e macchina, ma anche tra uomo e uomo, non avrebbe più conosciuto limiti. Col tempo il videogioco si è spostato sempre di più a una dimensione casalinga e portatile, non necessitando più delle grosse dimensioni dei cabinati, e diventando a portata delle tasche di quasi tutte le persone.

A rivoluzionare il campo negli anni ‘80 fu soprattutto la terza generazione delle console, in cui comparivano, tra le altre, il Famicom di Nintendo e il Master System di Sega (oltre ad altre console Atari). I personaggi dei videogame cominciarono a diventare icone riconosciute in tutto il mondo: Super Mario, Pac-Man, Sonic, Legend of Zelda, Prince of Persia.

Col tempo, ogni brand di successo avrebbe poi deciso di farsi rappresentare in un videogame, a partire dai supereroi, o dai personaggi dei fumetti come Topolino. L’evoluzione era lanciata e nulla l’avrebbe più fermata. Il picco fu il lancio delle console completamente portatili, con il Game Boy, in particolar modo grazie al successo del brand di videogiochi più venduto e remunerativo al mondo: i Pokémon, lanciati nel 1996 e ancor oggi sulla cresta dell’onda.

Negli anni ‘90, con la progressiva diminuzione dei nuovi cabinati (fino a smettere di aggiornarsi nei 2000), le console per casa divennero la norma, facendo risaltare alla fine del millennio tre competitor: Nintendo, Sony e Sega. Quest’ultima sarebbe progressivamente svanita lasciando il campo a Microsoft, che con la sua Xbox segue le PlayStation e le console Nintendo.

Dopo un’epoca di cassette e cassettine e una di CD e DVD, oggi il videogioco è perfettamente integrato con internet, e di giochi ne escono tanti ogni mese. Molte console sono dei veri e propri centri di intrattenimento simili a computer che fanno molto altro, oltre che riprodurre videogiochi di qualità spaventose.

Ivan Cunzolo
Ivan Cunzolo
Copywriter e SEO Web Writer freelance, classe 1993. Sono nato e vivo a Napoli, amando la mia città. Sin da piccolo ho sempre scritto senza fermarmi mai, prima sulla carta, poi al computer. Al desiderio di diventare giornalista ho unito il nascente interesse per marketing e tecnologie. Mentre iniziavo con tonnellate di articoli in progetti sul web di pura passione, mi sono laureato in Culture Digitali e della Comunicazione alla Facoltà di Sociologia dell'Università Federico II. Da 6 anni sono Copywriter e Web Writer freelance, specializzato nella scrittura SEO.
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