La manovra espansiva per 38 miliardi si poggia su un maggiore debito per 22 miliardi, la scommessa è che riesca a spingere la crescita all’1,5% nel 2019, dopo un terzo trimestre di quest’anno piatto e un progresso annuale che potrebbe a malapena segnare l’1,0%.
Le misure per rilanciare il PIL sono controverse e le cifre riservate agli investimenti sembrerebbero non sufficienti a raggiungere quel risultato così convintamente sostenuto dall’esecutivo.
Il rischio è che alla fine resti solamente il debito e gli obiettivi per ridurlo si allontanino ulteriormente, nella piena tradizione italiana che non ha saputo sfruttare le condizioni favorevoli ormai al capolinea.
Dichiarazioni scomposte e protagonismi al momento hanno solo fatto aumentare i costi per finanziare il debito; i miglioramenti della crescita non li abbiamo ancora visti, ma la spesa aggiuntiva per interessi è già oggi una realtà.
Sullo sfondo resta la partita con Bruxelles: la Commissione Europea non può trascurare la possibilità che altri paesi seguano la condotta sfidante dell’Italia; il Governo rischia di trovarsi in un vicolo cieco e l’isolamento se la procedura di infrazione verrà avviata prima delle elezioni europee di maggio.
Il rischio è massimo: tutti contenti se le cose andranno per il meglio; ma qualora gli eventi precipitassero, il popolo italiano non si merita dopo dieci anni di sofferenza le conseguenze dell’irresponsabilità di pochi.
Di questo e molto altro parleremo nella tavola rotonda di domani, 22 novembre 2018 alle ore 18.00, alla quale potrai prendere parte iscrivendoti gratuitamente da qui.