Borse: fase delicata, ecco a cosa si guarderà. Eur/Usd in salvo?

Per le Borse lo scenario è in forte evoluzione, quindi bisognerà vedere cosa accadrà ora: i livelli chiave di alcuni indici secondo Davide Biocchi.

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Di seguito riportiamo l'intervista a Davide Biocchi, professional trader, al quale abbiamo rivolto alcune domande sulle valute, su alcune commodities e sugli scenari attesi per le Borse.

L'euro-dollaro guadagna terreno in avvio di settimana. Si aspetta ulteriori nel breve o c'è il rischio di nuovi ribassi?

Secondo me a contare parecchio è un livello ben preciso ora per l'euro-dollaro e mi riferisco ad area 1,172. Al di sotto di questa soglia il cross è favore del biglietto verde, mentre da 1,172 fino a 1,19 a mio avviso c'è l'equilibrio attuale.

Se l'euro-dollaro poi dovesse andare sopra area 1,20 ci troveremmo in presenza di un problema del tutto differenze, ma tra 1,172 e 1,19 il cross può trovare un equilibrio.

C'è stato un momento di grande forza del dollaro, ma secondo me è già alle spalle e solo sotto 1,172 vedrei debolezza per l'euro.

A quel punto il supporto tornerebbe quello di prima, corrispondente ai recenti minimi di periodo in area 1,162. Fino a quando però l'euro-dollaro non tornerà stabilmente sopra area 1,177 non si potrà dire di essere ritornati nella situazione di prima.

L'oro si riporta sotto quota 1.900 dollari dopo il recuperi dai recenti minimi. Quali i possibili scenari ora?

Per l'oro tra 1.900 e 1.920 dollari troviamo un'area di congestione e il gold tornerà ad essere forte solo sopra i 1.920 dollari.

Sotto quota 1.900 lo scenario torna negativo, con target in area 1.850 dollari, fermo restando che il movimento di oggi non mi sta piacendo.

L'oro venerdì è arrivato in area 1.920 dollari, ma come vediamo è tornato indietro: se si guarda il grafico si può notare che il gold ha realizzato anche dei movimenti verso area 1.900 dollari quando era supporto, ma ha sempre chiuso sopra questa soglia.

La situazione dell'oro non è chiara e graficamente per ora non mi piace più di tanto.

Da notare che dopo essere stato più forte dell'oro per lungo tempo, ora l'argento è più debole, segnalando un chiaro supporto a 22 dollari, mentre tra 26 e i 26,7 dollari ha una bella resistenza. In questo intervallo di prezzi si muove l'argento ed è difficile dire ora cosa potrebbe accadere.

Il petrolio sta ripartendo con vivacità al rialzo dopo le forti vendite dei giorni scorsi. Cosa può dirci di questo asset?

Il petrolio ha testato l'area di supporto appena sotto i 37 dollari e oggi sembrerebbe rimbalzare da lì.

L'oro nero è più volatile di lì, è tornato ad essere il petrolio che si muove rispetto a prima, ma il problema è che per ora ciò avviene verso il basso.

L'area compresa tra i 41 e i 43-44 dollari è talmente impantanata che il petrolio farà grande fatica per superarla. Per ora dunque le quotazioni rimarranno nel range indicato prima e difficilmente andranno oltre i 42 dollari nel breve.

Al ribasso le due aree supportive sono a 36,5 e a 34 dollari al barile.

Alla luce di quanto detto fino ad ora, quali indicazioni ci può fornire per le Borse?

Continuo a vedere un Nasdaq avanti e indietro tra i 10.600 e gli 11.600 punti, mentre l'S&P500 è un po' più forte, visto che la volatilità riguarda soprattutto i big five dell'high-tech che pesano più sul Nasdaq che sull'S&P500.

Quest'ultimo indice potrebbe anche tornare, ma sarà dura, sopra quell'area che identificherei tra i 3.400 e i 3.430 punti, mentre al ribasso il supporto è a quota 3.200.

Per le Borse in generale la situazione è piuttosto complessa e in forte evoluzione, per cui stiamo a vedere quello che verrà fuori.

Penso che mai come prima siamo entrati non solo in campagna elettorale Usa, ma anche in una specie di bolla legata a Trump e al Covid che diventerà un tormentone.

I mercati azionari guarderanno solo a Trump, considerando che hanno tante incertezze e sono quindi portati a vendere.

A ciò si aggiunga la paura di una vittoria dei democratici che potrebbe portare ad un cambio improvviso delle regle fiscali negli Stati Uniti.

I democratici devono togliere ai ricchi per dare ai poveri e quindi devono tassare le imprese, con ricadute negative per queste ultime e per i titoli azionari ad esse legati.