Di seguito riportiamo l'intervista a Pietro Paciello, CEO e Chief Analyst della Pro Markets Sagl, Asset Management Company, al quale abbiamo rivolto alcune domande sulla situazione di Piazza Affari e sulle strategie da seguire per diversi titoli.Pietro Paciello vi aspetta il lunedì e il venerdì alle ore 16 con il Market Talk OPENING BELL - NewTraderLab. Per info clicca qui.
L'euro-dollaro sta cercando un allungo sopra quota 1,22, mentre il dollaro-yen è sceso sotto area 109. Cosa aspettarsi per questi due cross ora?
Dei due cambi citati il più rappresentativo dal punto di vista tecnico è senza dubbio il dollaro-yen.
Nella giornata di ieri, quando c'è stato un movimento abbastanza interessante sul fronte del biglietto verde, il dollaro-yen è andato a testare il supporto dinamico di lungo che regge da gennaio scorso.
Si tratta di un'area molto sensibile e mi riferisco a quota 108,75, visto che una chiusura del cross al di sotto della stessa andrebbe ad annullare questo timido tentativo di rimbalzo del dollaro e ciò darebbe nuovamente spinta ai listini azionari.
La prima resistenza, abbastanza evidente, è in area 109,5, e la fuoriuscita da una di queste due dinamiche, supportive o resistenziali, ci darà quello che sarà il movimento intermarket decisivo.
L'euro-dollaro sta continuando in una fase di accumulo abbastanza precisa e ormai da fine marzo si muove in questa dinamica di accelerazione long, rispettando le attese.
Poichè ritengo che il dollaro-yen potrebbe davvero rompere al ribasso il supporto dinamico, la mia chiave di lettura sull'euro-dollaro è rialzista.
Credo che nelle prossime giornate, stante questa correlazione, potremmo ritrovare l'euro-dollaro in area 1,232/1,233 e in quella zona andremo a rivedere l'analisi.
Se oggi dovessi ipotizzare un movimento direzionale, l'euro-dollaro sembra ben improntato al rialzo e il dollaro-yen vicino ad un importante supporto.
L'oro si sta progressivamente avvicinando all'area dei 1.900 dollari: cosa può dirci di questo asset?
L'oro ha fatto un movimento di breakout di una resistenza dinamica di lungo molto bello e la sua impostazione rialzista nasce dal famoso doppio minimo in zona 1.675 dollari.
Non mi aspettavo che il gold riuscisse a superare questa resistenza così facilmente, ma lo ha fatto e nella fase di indebolimento di ieri pomeriggio è andato a fare un movimento di pull-back.
Per me, per quanto sia in eccesso di comprato di breve, la debolezza eventuale sarà da comprare per l'oro che a mio avviso ha una proiezione in area 1.950 dollari.
Il petrolio continua ad arretrare, allontanandosi progressivamente dai recenti massimi: quali le attese nel breve?
Vedo il petrolio proiettato un po' più in basso e credo che una zona di stabilizzazione del petrolio sia stimabile in area 57 dollari al barile.
Quando parliamo di petrolio ricordiamo che si tratta di uno strumento molto volatile, quindi caratterizzato da oscillazioni e da riferimento tecnico-numerici più larghi rispetto ad altri asset.
Prima di arrivare in area 57 dollari l'oro nero dovrebbe trovare una zona supportiva a quota 60 dollari, rotta la quale darei per scontata una discesa verso i 57 dollari.
A questi prezzi non mi sembra che abbia una valenza intermarket particolare, quindi fino a quando si muoverà nell'intervallo 58-67 dollari rimarrà in trading range.
Alla luce indicazioni fornite fino ad ora, quali previsioni si possono fare per le Borse?
Quando parliamo di mercati azionari il mio faro è l'S&P500 che in questo momento ha una correlazione negativa con il dollaro rispetto a quella storica.
Post Covid i mercati azionari hanno apprezzato la svalutazione del dollaro come maggiore margine competitivo sull'export.
Fino a quando il dollaro rimarrà così debole, le Borse non scenderanno: ieri in un momento di debolezza l'S&P500 ha toccato con estrema precisione il supporto dinamico portante in area 4.050.
Se il dollaro non tirerà su la testa, l'azionario, per quanto in fase di evidente eccesso, rimarrà saldamente in sella, mentre quando vedremo il dollaro apprezzarsi sarà probabilmente il momento di scappare via.
Attenzione ai movimenti rialzisti dell'azionario che sono diventati sempre più stretti: la capacità di reazione degli indici è sempre più contenuta e questo fa pensare che ci sia un po' di stanchezza.
Prescindendo dal dollaro, se dovessi dare un livello di chiamata short per l'S&P500, mi piacerebbe riferirlo alla famosa area psicologica, ma anche tecnica dei 3.990 punti.
Fino a quando l'S&p500 si manterrà sopra tale ara non ci sarà da aver paura, ma sotto il livello appena segnalato qualche pericolo potrebbe palesarsi.