Borse su, ma possibili brutte sorprese. Eur/Usd, fuori dai long?

Le Borse si trovano sui massimi e almeno per ora non si aprono posizioni short, ma a settembre ci sarà un'importante verifica. La view di Emanuele Rigo.

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Di seguito riportiamo l'intervista ad Emanuele Rigo, General Manager di Newtraderlab, al quale abbiamo rivolto alcune domande sulle valute, su alcune commodities e sugli scenari attesi per le Borse.

L'euro-dollaro si sta riportando verso quota 1,19 dopo aver allungato il passo in mattinata verso i massimi da oltre due anni. C'è spazio per ulteriori progressi?

Come si può notare anche dal movimento delle ultime settimane, il mercato appare un po' alla finestra, con poche oscillazioni in termini di scostamento dai valori correnti.

C'è stata indubbiamente una forte ascesa dell'euro-dollaro che sembra essere un po' arginata intorno ad area 1,19. Molto probabilmente ci manterremo intorno a questi livelli per il resto della settimana, considerando peraltro che i volumi si confermano sottili in linea con la stagionalità.

Probabile quindi un po' di lateralità nel brevissimo, in attesa di maggiori informazioni che arriveranno sia dalle Banche Centrali che dal Congresso Usa, chiamato quest'ultimo a dare una risposta sul fantomatico pacchetto di aiuti da 1.000 miliardi di dollari per il quale non c'è ancora il consenso.

Per il momento non ci sono particolari elementi di sorpresa, ma non è escludere che il dollaro possa anche provare a riprendersi dopo l'indebolimento molto forte accusato fino ad ora.

Il cross potrebbe tornare quantomeno verso quota 1,185, ma siamo in una fase di consolidamento delle quotazioni attuali da però ci muoveremo difficilmente nei prossimi giorni.

C'è chi dice che c'è ancora spazio al rialzo e in effetti l'area di 1,2/1,205 indicata da molti come target non è lontana, ma questo significherebbe un ulteriore incremento della moneta unica nei confronti del biglietto verde che potrebbe non essere così gradito all'Europa.

Ulteriori rialzi che potrebbero condurre l'euro-dollaro anche fino a quota 1,25, come indicato da alcune banche d'affari, difficilmente sarebbero sostenibili.

In Europa comincia a scarseggiare la carta per puntellare un ulteriore rally dell'euro contro il dollaro, quindi difficilmente si andrà molto oltre i livelli attuali.

L'oro sta scivolando nuovamente al di sotto di area 2.000 dollari. Quali le attese per le prossime sedute?

Per l'oro ci sono stati indubbiamente volumi estivi che lo hanno portato a 2.70 dollari e volumi estivi che lo hanno fatto cadere fino a 1.870 dollari.

Il gold si è riposizionato poco sopra la trendline che aveva descritto il movimento nelle settimane precedenti che coincidevano con i minimi toccati a metà marzo e poi le varie fasi di rialzo viste a giugno e a luglio.

Secondo me la soglia dei 2.000 dollari in questa fase potrebbe essere un po' elevata, ma c'è dell'interesse a posizionarsi sull'oro, anche in previsione di tassi Usa bassi a lungo.

Il gold continuerà a mantenere il suo valore tra i 1.850 e i 2.100 dollari, oscillando all'interno di questi due estremi. Per i movimenti di più breve periodo potremmo aspettarsi un po' di tutto, ma è innegabile la forza dell'oro che dovrebbe continuare a contraddistinguere i prossimi mesi.

Il petrolio oggi cala, ma resta a ridosso dei recenti top. A suo avviso si andrà oltre o il rialzo è finito per ora?

Sul petrolio continua a pesare la dinamica della domanda che sembra non accelerare.

Ci sono poi alcuni elementi legati alle prime avvisaglie di screzio tra i Paesi dell'Opec+ che dopo aver siglato gli accordi sui tagli alla produzione, non vedono l'ora di tornare a pompare.

C'è un gioco in cui magari la domanda aumenta un po' ma non in maniera soddisfacente, la produzione inizia a salire rispetto ai livelli di luglio, ma siamo in una fase di perfetta lateralità.

Il tappo di cui avevamo parlato nelle scorse settimane intorno ai 41,5/42 dollari si è spostato a 43/43,5 dollari, ma in fondo non è cambiato nulla.

Siamo ancora in laterale, con quel soffitto che il petrolio non riesce a bucare per ora e il prossimo livello di guardia è a 45 dollari.

Una volta superata questa soglia potremo considerarci fuori dalla fase di crisi petrolifera dei prezzi dell'oro nero. In ottica di medio termine i riposizionamenti almeno per ora non ci sono perchè sono tutti in attesa di vedere chi vincerà la corsa alla Casa Bianca.

Almeno per ora non c'è molta convinzione su questo fronte, quindi per il momento lo scenario resta laterale per il petrolio, con oscillazioni che sono via via più limitate, anche perchè il mercato ricomincia a normalizzarsi.

Alla luce di quanto detto fino ad ora, quali indicazioni ci può fornire per le Borse?

Il mercato ha dato un segnale chiaro: voleva rivedere i massimi storici per l'S&P500 e ce l'ha fatta.

Il Nasdaq Composite si è spinto anche oltre i livelli pre-Covid perchè il settore tech ha avuto una nuova era d'oro nella crisi del coronavirus.

Da un punto di vista dei fondamentali, passata la fase di agosto in cui ci sono volumi estivi e lo si vede dall'entità delle oscillazioni, a settembre inizieremo a vedere le prime analisi che riporteranno un po' alla dimensione dell'economia reale.

I mercati al di là della finanziarizzazione dell'economia devono andare a rispettare i fondamentali e almeno per il momento secondo me sono del tutto fuori range.

A parte le 5 grandi aziende tech sovrappesate sul Nasdaq e l'S&P500, c'è una marea di aziende in grandissima difficoltà e queste prima o poi dovranno fare i conti con la realtà.

Almeno per il momento il mercato è direzionato in questo modo e quindi andare contro significa farsi male. Dal punto di vista meramente operativo in questa fase starei alla finestra, ma sicuramente non andrei short per ora.

Non escludo ulteriori rialzi, ma sto molto attento perchè i mercati prima o poi il bagno di umiltà e di realtà lo dovranno fare.