Borse verso il letargo. Quando il risveglio? Eur/Usd da evitare?

Le Borse in media hanno reagito in maniera contenuta dopo il crollo, anche se si parla di ripresa: ecco dove è avvenuta. L'analisi di Davide Biocchi.

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Di seguito riportiamo l'intervista a Davide Biocchi, professional trader, al quale abbiamo rivolto alcune domande sulle valute, su alcune commodities e sugli scenari attesi per le Borse.

L'euro-dollaro sta provando a fatica a difendere la soglia degli 1,08. Dai livelli attuali si aspetta una ripresa o una flessione?

Vedo l'euro-dollaro come uno strumento finanziario un po' dimenticato e non da oggi, e in effetti bisogna riconoscere che è una delle previsioni più azzeccate quella che lo vuole di fatto inchiodato sugli stessi valori, in crollo di volatilità rispetto ad un passato storico ormai.

L'euro-dollaro è un asset che si muove poco, è molto stabile e quindi bisogna fare i conti con dei trading range che sono sempre più stretti per certi versi.

Abbiamo un'area di supporto intorno a 1,077 e una resistenza a 1,098, livello che un tempo fungeva da supporto.

Il cross è in trading range tra questi due estremi e sono chiari gli obiettivi sopra e sotto, ciò sotto 1,077 l'euro-dollaro scenderà a 1,065, mentre sopra 1,98 potrà allungare il passo verso 1,113.

Non mi aspetto nel breve grandi movimenti per questo cross che, come detto prima, non mostra alcuna vivacità.

L'oro continua ad oscillare a poca distanza dall'area dei 1.7000 dollari. Quali le sue attese nel breve per questo asset?

Le commodities sono volatili per eccellenza e hanno molto legame con il quotidiano. Quello che si sta vedendo è che sulle materie prima abbiamo una forte riduzione della volatilità e ciò appare evidente per l'oro che ormai è stabile tra i 1.680 e i 1.730 dollari. 

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Il petrolio sta recuperando dai minimi e sta provando ad andare oltre i 25 dollari. Si aspetta ulteriori rialzi?

Il petrolio si sta assestando di fatto tra i 23 e i 25 dollari da un po' di sedute ed è probabile che resti ancora un po' intorno a questi valori.

Il vero problema dell'oro nero è che fino a quando non ci sarà un impatto chiaro del coronavirus sull'economia reale, non credo che assisteremo a movimenti particolarmente eclatanti.

Al momento si danno già per scontati tagli della produzione e c'è anche ci si diverte ad elaborare grafici dei siti che smettono di estrarre petrolio.

La situazione economica congiunturale mi sembra chiara: la domanda di petrolio è infima, ma difficilmente potrà essere più bassa di così.

E' chiaro che c'è una componente finanziaria del prezzo, che è quella soggetta a tecnicalità, per cui più ci si avvicina alla scadenza e più ci si deve aspettare delle sorprese soprattutto legate al contango.

Alla luce del quadro intermarket appena delineato, quali scenari ci può suggerire per le Borse?

Sui mercati azionari aleggia un po' il concetto secondo cui hanno reagito troppo, tanto da essere scollegati dalla realtà.

Vorrei far notare però che non è proprio scontato che sia così, segnalando che stiamo passando da una società "integrata" in cui tutti facevano tutto, ad una società di tipo diverso.

Sta cambiando l'economia globale e attualmente abbiano una cinquantina di giganti mondiali, tra cui ad esempio Amazon, che stanno salendo.

La reazione media dei mercati azionari a livello mondiale è contenuta, anche se si parla di ripresa, ma quest'ultima è tutta a Wall Street, in particolare sul Nasdaq, trasferita poi in parte sull'S&P500.

Se da quest'ultimo paniere togliessimo i 10-15 colossi dell'high-tech, il risultato dell'indice ad oggi sarebbe ben diverso.

Quello che possiamo dire è che esiste un business globalizzato ed è quello che ha beneficiato della crisi generata dal coronavirus.

L'aumento dell'uso di Zoom e degli ordini su Amazon, così come l'incremento degli abbonamenti a Netflix, sono finiti tutti sul Nasdaq.

La capacità degli americani è stata quella di dare i natali a queste imprese globalizzate che di fato realizzano il business al di fuori dell'America.

Quello che voglio dire in sintesi è che i mercati azionari, scesi tanto e saliti pochissimo, stanno rispecchiando le previsioni sull'economia.

Se queste dovessero rivelarsi peggiori delle aspettative allora le Borse scenderanno, come è logico che sia. Non escludo quindi rischi al ribasso, ma mi sembra che i mercati si siano assestati ora.

Mi aspetto che l'azionario ora vada in una specie di letargo da cui si risveglierò solo quando verranno fuori dei numeri più chiari.

Tutto questo al netto di quei giganti mondiali di cui parlavo prima che sono diventate ancora più frizzanti grazie al coronavirus.

Per il resto assisteremo semplicemente alla conta dei danni e la reazione dei vari settori sarà proprio in base a questa.