S&P500 e Dax: vendere i rimbalzi. Eur/Usd svolterà con eurobond?

L'S&P500 e il Dax potrebbero anche salire nel breve, ma sarà bene non fidarsi e sfruttare questi rialzi per alleggerire i portafogli. L'analisi di Antonio Zedda.

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Di seguito riportiamo l'intervista realizzata ad Antonio Zedda, Junior Financial Analyst di Unicron Associates, al quale abbiamo rivolto alcune domande sui principali indici azionari, su valute e comomodities.

L'S&P500 ha chiuso la scorsa ottava in calo, riportandosi sotto quota 2.500 punti. Cosa si aspetta per le prossime sedute?

L'indice S&P500 ha chiuso la scorsa ottava in negativo, segnando un ribasso dell'1,75% su base settimanale.

La pausa rialzista causata dalle enormi immissioni di liquidità da parte delle Banche centrali e dallo stimolo fiscale, sembra essere svanita in queste ultime due settimane.

I mercati iniziano a scontrarsi con le conseguenze del virus sull’economia, che come già accennato potrebbero essere state ampiamente sottovalutate.

Non è bastato il rialzo del petrolio di quasi il 40% su base settimanale, dopo il probabile accordo tra RUSSIA e ARABIA SAUDITA in merito ad un potenziale taglio della produzione di circa 10 milioni di barili al giorno, decisione che dovrebbe essere presa nella riunione odierna dell'OPEC+.

Focus sugli ultimi dati macro Usa

I dati macroeconomici nell'ultima settimana hanno avuto un ruolo fondamentale nell’andamento delle quotazioni, in particolare è necessario prestare attenzione ai dati sul mercato del lavoro negli Stati Uniti.

Partendo da giovedì con un aumento di oltre 6 milioni di disoccupati, quasi il doppio del consensus degli analisti pari a 3,5 milioni di richieste.

Segue la mancanza di oltre 700mila buste paga del settore non agricolo per il mese di marzo, contro un calo di 100mila previste dagli analisti. Il dato peggiore dal 2009.

Infine, la ciliegina sulla torta, il conseguente aumento del tasso di disoccupazione, che rompe quel minimo voluto dall’amministrazione Trump del 3-3,5% e si attesta ora al 4,4%.

Correlazione S&P500 e Vix

Interessante anche notare come stia venendo a mancare la forte correlazione negativa tra S&P500 e Vix, quest’ultimo in calo sotto i 50 punti.

Nonostante ciò l’indice azionario non ha reagito come ci si potrebbe aspettare. Dunque, nonostante il Vix possa scendere, dobbiamo interpretare questo calo, non come una diminuzione della paura, ma solo come un calo della volatilità in senso stretto.

Di conseguenza non mi aspetterei movimenti violenti come qualche settimana fa, se l’indice della volatilità dovesse rimanere a questi livelli.

Dal punto di vista strettamente operativo la mia idea rimane ancora short. Nel brevissimo periodo però, su base settimanale, possiamo aspettarci ulteriori rialzi dovuti anche a un accordo tra i Paesi dell’Opec.

In ogni caso considererei questi rimbalzi come ulteriori occasioni per andare short o comunque, per chi ha portafogli anche in asset allocation, momenti di alleggerimento del portafoglio in cambio di liquidità.

Il Dax la scorsa settimana ha provato a spingersi in avanti, salvo poi tornare sui suoi passi. Si aspetta nuovi tentativi di recupero a breve?

Anche l’indice tedesco ci ha regalato una performance negativa questa settimana, con un calo dello 0,8%. Anche nel Vecchio Continente i mercati si scontrano con gli effetti del lockdown sull’economia reale, in particolare sul settore dei servizi.

Markit ha rilevato un forte calo del PMI composito e in particolare del settore servizi in tutta l’eurozona: “I dati sulle PMI del servizio Eurozone di marzo compilati da IHS Markit hanno mostrato un crollo a 26,4 punti dai 52,6 di febbraio, con cifre per l'Italia e la Spagna che sono scese ai minimi storici.

Una cifra inferiore a 50,0 rappresenta una contrazione dell'attività.” – fonte (ICIS)

“Le PMI composite finali di marzo hanno registrato il calo mensile più grande mai registrato ad un minimo record di 29,7.

I dati a livello di paese hanno indicato che i cali di attività sono stati considerevoli e di vasta portata in tutta la zona euro durante il mese di marzo. Le quattro maggiori nazioni coperte dall'indagine hanno registrato cali record di attività.” fonte – (ICIS).

Al di fuori dei dati macroeconomici, i mercati azionari sono alla ricerca di indicazioni positivi per quanto riguarda il Covid-19.

Dax e Coronavirus: quali scenari?

Molti Paesi, tra cui Germania e Italia, hanno deciso di estendere il periodo di quarantena da una fino a due settimane. La Germania attualmente è il quarto paese al mondo per numero di contagiati, superando anche la Cina.

Il 19 aprile è previsto un incontro tra Merkel e i capi dei governi regionali per decidere come fronteggiare la crisi. Secondo il governo tedesco verranno persi circa 1,5 milioni di posti di lavoro a causa del virus e si avrà un rallentamento economico di circa il 5,4%.

Alla luce di quanto detto, la mia view personale rimane short e anche in questo caso il consiglio è di sfruttare i rimbalzi per costruire delle posizioni intraday con stop stretti e capitale ridotto.

Visti i dati, per quanto riguarda gli indici azionari l’invito è di stare attenti ed essere prudenti con il proprio capitale, perché stiamo vivendo un momento di forte incertezza.

L'euro-dollaro continua a scivolare senza freni verso il basso. C'è il rischio di scendere anche oltre i recenti minimi?

Il forte apprezzamento del biglietto verde affonda l'euro-dollaro che su base settimanale perde il 3%. La forte incertezza spinge gli operatori a cercare ancora una volta la sicurezza, che si traduce nella grande ricerca di dollari. 

Non è bastata la notizia di ulteriori aperture di linee di credito da parte della FED, a partire dal 9 aprile, per deprezzare il biglietto verde. In una sola frase: cash is king.

E’ molto probabile dunque che questa situazione possa durare anche per le prossime settimane. Dunque, nonostante la mia view sull'euro-dollaro sia long, fermamente convinto che il suo fair value sia in area 1,25, preferisco stare flat e osservare ulteriori aggiornamenti da parte delle Banche Centrali.

Ancor più ritengo che sia importante monitorare eventuali novità riguardanti gli Eurobond, che potrebbero essere un fondamentale alleato per la moneta unica.

L'oro si conferma al di sopra dei 1.600 dollari l'oncia. Quali i possibili movimenti per le prossime sedute?

Il gold è l’asset tra quelli analizzati che si è dimostrato più resiliente, con una performance positiva su base settimanale dell'1,46%.

La scorsa settimana è partita male, a causa della decisione della Russia di fermare l’espansione delle sue riserve auree, pari al 7% del PIL, e della probabile inversione di rotta, passando da acquirente a venditore, per fronteggiare il basso prezzo del petrolio.

L'oro però ha poi mostrato i muscoli e ha confermato la sua funzione di asset rifugio in momenti di incertezza. Inoltre, una serie di fattori mi fa preferire dal punto di vista operativo questo asset rispetto agli altri.

L’eccessiva liquidità, l’incertezza dei dati macro, la paura per un eventuale lockdown prolungato e la possibilità di un taglio alla produzione di barili di petrolio.

Tutti fattori questi che mi fanno pensare che il gold sia maturo per un'ulteriore settimana positiva. La mia view è dunque long e tra gli asset presi in analisi è quello su cui sicuramente punterei per un eventuale allungo per la settimana entrante.