Ftse Mib: vicino un brutto segnale. Banco BPM e Ubi: buy o sell?

Per il Ftse Mib non sarà facile superare i recenti top e ora si guarda al supporto chiave che può far ripartire il downtrend. La view di Massimiliano De Marco.

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Di seguito riportiamo l'intervista realizzata a Massimiliano De Marco, analista tecnico di Robotrend.com, con domande sull'indice Ftse Mib e su alcune blue chips.

Il Ftse Mib ha approvato ad allungare nuovamente il passo verso area 20.000, ma sta tornando indietro Si aspetta ancora sviluppi positivi nel breve?

I principali indici azionari hanno passato le ultime sedute a cercare il recupero del grande ribasso del 10 giugno, e non l’hanno ancora terminato, in ossequio al vecchio adagio, “scale in su, ascensore in giù”, che sembra ancora il tema dominante.

Il Ftse Mib ha trovato resistenza proprio nell’area di ritracciamento classico, tra il 50% e il 61,8% del ribasso di febbraio e marzo.

L’inversione da 20.400 punti sembrava inoltre avere carattere impulsivo, quindi non sarà un’impresa facile superare questa soglia: le restanti sedute della settimana ci diranno di più.

Viceversa, per il Ftse Mib cedere il supporto a 19.350 punti, chiudendo il gap a 19.000 punti, sarebbe un cattivo segnale di ripresa di un downtrend, almeno di breve.

Ubi Banca e Banco BPM ieri sono stati i due migliori bancari. Qual è la sua view su questi due titoli?

Ubi ha trovato supporto a marzo e a maggio su una trendline che protegge il titolo sin dal 2016.

È probabile che nel medio periodo la suddetta trendline venga violata, ma intanto il titolo rimane in una correzione al rialzo. Il primo supporto da non perdere è in area 2,78 euro per Ubi Banca.

Banco BPM si trova invece in un ampio consolidamento triangolare, che dovrebbe portarlo ad uno spike, proseguendo il rialzo dal minimo.

Per il titolo segnalo un supporto in area 1,30 euro.

Cosa può dirci in merito al recente andamento di Fca e di Ferrari e quali strategie può suggerirci per entrambi?

Fca sembra trovarsi in una bear flag, un canale ascendente rialzista che corregge un downtrend.

Gli estremi del canale in questo momento si trovano in area 10 e 8,20 euro: per esperienza questo tipo di formazione termina con una finta di rottura al rialzo velocemente invertita.

Ferrari è quasi riuscita nell’intento di chiudere completamente il gap a 159,8 euro, ma il massimo fatto segnare a 157,91 euro potrebbe essere difficile da raggiungere.

Come nel caso dell’indice Ftse Mib, l’inversione sembra impulsiva e i rialzi hanno momentum decrescente. Per Ferrari segnalo un orimo supporto di rilievo a 149,50 euro.

Visti gli attuali prezzi del petrolio, quali indicazioni operative ci può fornire per ENI e Saipem?

ENI è “imprigionata” in un consolidamento tra 9,85 e 8,05 euro: questo consolidamento arriva dopo il minimo a 6,29 euro, che aveva indicatori di momentum molto forti e che solitamente indicano che ci sarà un retest nei prossimi mesi.

Per questo motivo mi aspetterei che il range venga violato al ribasso da ENI.

Saipem continua a non fornire alcuna indicazione ottimistica sull’andamento futuro: il titolo non è riuscito a completare la chiusura del gap del 9 marzo ed è immediatamente tornato giù.

C’è un plateau di supporto poco sopra i 2 euro, che non credo reggerebbe ad un nuovo movimento ribassista.

Quali sono i titoli che sta seguendo più da vicino in questa fase di mercato? A quali consiglia di guardare ora?

Devo dire che le ancora incerte prospettive economiche mi tengono lontano dai grandi titoli industriali, automotive e ancora non mi convincono i bancari, ad eccezione di FinecoBank.

Rimarrei sulle utilities, in primis Enel e A2A, e su qualche titolo dal trend molto forte, come Campari.