Ftse Mib: nuovi rialzi in vista? ENI e Saipem, è l'ora del buy?

Il Ftse Mib può allungare il passo, Wall Street permettendo, ma sarà importante un sostegno corale da parte di titoli di peso. La view di Fabrizio Brasili.

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Di seguito riportiamo l'intervista realizzata a Fabrizio Brasili, analista finanziario, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull'attuale situazione dei mercati e in particolare di Piazza Affari. Chi volesse contattare Fabrizio Brasili può scrivere all'indirizzo email: f.bsuperguru@yahoo.it.

A Wall Street nelle ultime due sedute c’è stato un brusco ritorno delle vendite: è solo l’inizio di una correzione più ampia? Quali le attese per le Borse?

Finchè non sarà esaurita la fase di profondo storno del Nasdaq e delle principali big cap, fra cui in particolare Tesla ed Apple che avevano esageratamente performato con multipli fuori da ogni logica, anche gli altri indici come il Dow Jones e l'S&P500 non ritorneranno su livelli fisiologicamente accettabili.

Questo potrà accentuarne la potenza, in modo particolare dopo il risultato elettorale presidenziale, qualsiasi esso. Se dovesse vincere Trump, lui stesso od il braccio armato della FED, potrebbero abbandonare ogni intervento a sostegno di mercati, avendo già raggiunto lo scopo.

Se dovesse invece verificarsi la vittoria di Biden, la sua politica democratica non asseconderebbe di certo la politica espansionistica dei mercati finanziari,  abbandonandoli al loro destino e privilegiando le riforme attese da tempo.

Per l'S&P500 indichiamo come obiettivi di breve termine area 3.050/3.100, sopra i poco significativi ma solo psicologici 3.000 punti.

Negli ultimi due mesi dell'anno ed a medio termine, l'S&P500 potrebbe tranquillamente andare a testare gli importantissimi supporti, vecchie resistenze, di area 2.850/2.860.

Anche il più illustre e conosciuto al grande pubblico, Dow Jones, ne risentirebbe, scendendo verso i 25.500 e i 24.000 punti.

Questa volta non ci dovrebbe essere un pari effetto domino in Europa, sorretta in modo più sano dalla BCE e dalla maggiore attenzione verso l'aspetto sanitario, del lavoro ed economico.

A Piazza Affari il Ftse Mib ha risentito della negatività di Wall Street, ma si è già riportato sopra quota 19.500. Sono possibili ulteriori recuperi nel breve?

Sì certo, a Piazza Affari sono plausibili nuovi allunghi, ma fino a che dagli Usa non arriveranno altri storni, quantomeno della stessa intensità di quello visto giovedì scorso.

Per il momento, come accade ormai da alcune settimane, il Ftse Mib continuerà ad oscillare fra i 19.500/19.600 e i 19.800/19.900 punti, con possibili veloci estensioni anche intraday, più verosimilmente verso i 19.200/19.300 ed anche con ribasso finale a 18.800/18.900 punti, che verso i 20.200/20.300 e poi i 20.500/20.600 punti.

Perchè il mercato si muova però devono aumentare i volumi, con aiuti e sostegni corali che oggi si riducono a qualche bancario rimasto solo, penso ad esempio a Banco BPM e Creval, al ciclico per eccellenza FCA, e alla bella addormentata, che ogni tanto si risveglia, Telecom Italia.

Se il petrolio si dovesse riprendere dalla sua staticità ed ora debolezza, allora sarà da monitorare anche l'osservata speciale ENI.

Come valuta i recenti movimenti di FinecoBank e Azimut e quali strategie ci può suggerire per entrambi?

Decisamente meglio impostata FinecoBank  che si appresta a raggiungere i massimi degli ultimi mesi posti a 13,40 euro.

Su questi livelli usciremmo per gradi dal titolo, almeno per la metà della posizione, mantenendo la restante parte, ma senza acquistarlo anche negli eventuali momenti di storno.

Per Azimut siamo ancora lontani dai massimi di periodo posti poco sopra i 17 euro.Poco spazio per crescere con decisione ed a breve-medio termine, per cui se avessimo il titolo in portafoglio ne usciremmo completamente e ci asterremmo ovviamente dal comprarlo.

Da ciò si evince la nostra avversione ad acquistare titoli bancari, ma per il medio-lungo termine al massimo potremo valutare i due big del comparto, Intesa Sanpaolo ed Unicredit, con le dovute coperture con opzioni.

Saipem sta segnando nuovi minimi dell’anno, mente sta provando a difendersi meglio ENI. Qual è la sua view su questi due temi del settore oil?

Come anticipato precedentemente ed in altre numerose occasioni, abbiamo una preferenza molto netta verso ENI, meglio se sorretto da una ripresa dei corsi del petrolio che si potrebbe intravedere nell' ultima parte dell'anno.

Saipem ci piace molto meno, poiché troppo volatile, con remunerazione cedolare non paragonabile a quella di ENI. Il titolo inoltre è poco adatto al trading anche con opzioni a copertura, per scarsa liquidità delle stesse.

Prevediamo per Saipem un ritorno sui minimi assoluti degli ultimi 5 anni dopo aver toccato anche i 30 euro e poi rovinosamente caduto, con un'illusoria lunga ripresa successiva che non ha tenuto, come stiamo osservando e segnalando da tempo.

L’oro ha imboccato nuovamente la via del ribasso e sta tornando indietro anche il petrolio. Cosa aspettarsi per queste due materi prime ora?

L'oro sta assecondando il rafforzamento del dollaro contro l'euro, con il cross passato da area 1,120 fin poco sotto quota 1,18.

A nostro avviso potrà performare decisamente meglio l'Argento, che i nostri lettori ed abbonati ben sanno essere stato da noi preferito da lungo tempo al metallo giallo.

Una scelta che si è rivelata giusta, come si è visto questa estate quando abbiamo assistito in pratica al raddoppio delle quotazioni.

Per il petrolio, a parte il rafforzamento del dollaro, si attende in novembre una riunione Opec per proporre un taglio ulteriore delle estrazioni.E sappiamo che i mercati non prediligono molto le incertezze.