Ftse Mib: ecco come operare ora. ENI e Saipem appetibili?

Il Ftse Mib mantiene un'impostazione rialzista di medio termine, ma difficilmente avremo ora indicazioni direzionali. La view di Murano.

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Di seguito riportiamo l'intervista realizzata a Gerardo Murano, consulente finanziario indipendente, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull'indice Ftse Mib e su diverse blue chips.

Il Ftse Mib da alcune sedute sta oscillando intorno ad area 22.000. Quali le sue previsioni per le prossime giornate?

La spinta rialzista per il Ftse Mib è stata sicuramente molto importante a novembre e dopo di questa lo scenario più probabile era quello di un consolidamento.

Questo anche perchè in termini di trading diventava difficile bilanciare ingressi con controllo del rischio. Bisogna evidenziare che al momento non si è avuto uno storno dopo la corsa di novembre, ma un movimento che ha portato il Ftse Mib all'interno di un range di oscillazione di 500 punti.

L'indice nel breve potrebbe anche spingersi verso i 21.500 punti senza destare particolari preoccupazioni.

L'unico elemento che si è verificato nel mese di dicembre è stato sicuramente un aumento di volatilità legato da una parte a prese di beneficio e dall'altra alla convinzione che, una volta risolti alcuni temi fondamentali, il mercato possa continuare a salire.

Al momento l'impostazione di medio termine del Ftse Mib rimane rialzista e su questo non ci sono dubbi. Come operare in tale contesto diventa la domanda più problematica.

In questo momento abbiamo a disposizione due opzioni: in area 22.000 per ora non è possibile avviare operazioni di trading, mentre sarebbe possibile farlo in caso di ritorno del Ftse Mib a quota 21.500 punti, effettuando operazioni in buy area con stop contenuti al di sotto dei 21.000 punti, con target in area 23.000 che dovrebbe essere un livello abbastanza significativo da raggiungere nel breve termine.

La seconda opzione sarebbe quella di entrare sulla forza, quindi al superamento dei 22.400 punti di Ftse Mib.

Uno scenario questo che al momento appare improbabile, considerando che andiamo verso la fine dell'anno e quindi investitori e gestori tendono a mantenere le posizioni in essere senza particolari incrementi.

Nuove indicazioni direzionali le avremo nel mese di gennaio, mentre in quest'ultimo scorcio del 2020 vedremo volatilità un po' accentuata, con sessioni al rialzo e al ribasso ma senza sprint direzionali.

Unicredit e Intesa Sanpaolo si trovano su livello di prezzo appetibili? Quali strategie ci può suggerire per entrambi?

Il settore bancario è stato chiaramente penalizzato nel complesso dagli interventi della BCE sul tema dei dividendi. Questo è un elemento che ha rappresentato un freno per i due big del comparto a Piazza Affari.

Nel caso di Intesa Sanpaolo stiamo assistendo soltanto a delle lievi prese di beneficio rispetto ai massimi raggiunti in area 1,96 euro.

Anche in questo caso quindi abbiamo un incremento di volatilità, ma senza particolari indicazioni di negatività nel breve termine.

Potremmo assistere ad un range di oscillazione tra 1,9 e 2 euro, ma senza particolare sprint nelle prossime settimane.

La tendenza di Intesa Sanpaolo si conferma comunque al rialzo e al momento non ci sono elementi di negatività da valutare.

In caso di rottura dei minimi di periodo a 1,9 euro, ci sarebbe quota 1,8 euro a fungere da supporto, quindi non ci sono particolari problematiche per Intesa Sanpaolo in questa fase.

Lo scenario è diverso per Unicredit che in base ad un ragionamento puramente aritmetico sarebbe da valutare per un acquisto, dal momento che ha stornato il 50% dell'ultima gamba rialzista.

Il problema è che permangono ancora delle tematiche irrisolte: mentre per Intesa Sanpaolo è stato limitato il dividendo, per Unicredit è stato di fatto vietato.

Da non dimenticare poi il tema Banca MPS che non contribuisce a facilitare l'appeal del titolo. Nel caso in cui ci fosse un consolidamento sopra quota 8 euro, Unicredit sarebbe da valutare in termini di trading, con proiezioni a 8,6 euro e stop al di sotto di 7,6 euro.

ENI e Saipem hanno recuperato tanto dai minimi grazie al rialzo del petrolio. Qual è la sua view su questi due titoli?

E' probabile che ci siano dei margini di risalita: ENI ha raggiunto l'area dei 9 euro, corrispondente ai precedenti massimi toccati dopo il forte rimbalzo di aprile.

Nel breve termine le indicazioni non sono nè di particolare positività nè di negatività e quindi abbiamo un movimento di consolidamento che potrebbe anche far calare ENI vero quota 8,35/8,3 euro.

Al di sotto di tal livello potrebbero scattare primi campanelli di allarme e anche nel caso di ENI la strategia migliore potrebbe esere quella in buy-up, con un ingresso al superamento dei 9 euro, con proiezioni a 10 euro.

Leggermente diverso il discorso per Saipem che come gruppo è più diversificato verso attività di energia rinnovabile. Si tratta di un tema molto caldo in questo momento e le quotazioni del titolo lo dimostrano.

Saipem è in fase di leggero consolidamento, ma pronto ad attaccare i massimi, quindi in ottica di trading è probabilmente uno dei migliori titoli da valutare sul mercato, con possibili valutazioni positive al superamento dei 2,22 euro, con target a 2,5/2,6 euro.

Segnali di negatività per Saipem si avrebbero solo con il cedimento dei 2 euro, ma questa è un'indicazione che al momento appare tra quelle meno probabili.

Telecom Italia recupera oggi, ma per ora si mantiene sotto quota 0,4 euro. Che fare ora con questo titolo?

Telecom Italia è sicuramente croce e delizia degli investitori, nel seno che potrebbe essere uno dei titoli più interessanti, ma ogni volta fallisce nel suo obiettivo.

La strategia è sicuramente in buy area al superamento di area 0,4 euro, con proiezioni a 0,48 euro e stop loss sotto 0,36 euro.