Ftse Mib: brutte sorprese a breve? Buy Unicredit o Intesa?

Il Ftse Mib deve fare i conti con una settimana foriera di notizie e dati importanti: occhio anche a Fed e BCE. La view di Fabrizio Brasili.

Image

Di seguito riportiamo l'intervista realizzata a Fabrizio Brasili, analista finanziario, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull'attuale situazione dei mercati e in particolare di Piazza Affari. Chi volesse contattare Fabrizio Brasili può scrivere all'indirizzo email: f.bsuperguru@yahoo.it.

Il Ftse Mib ha vissuto una brillante settimana che lo ha portato a confrontarsi nuovamente con l’area dei 27.000. Si aspetta nuovi rialzi nelle prossime sedute?

Brusca correzione nel dopo Borsa venerdì scorso per l'indice Ftse Mib che aveva quasi raggiunto il livello psicologico dei 27.000 punti, più volte testato anche sulle vere ed importanti resistenze di 27200/300.

Il Ftse Mib non è riuscito per ora a tenere neanche i 26.800/26.900 punti, scivolando bruscamente venerdì pomeriggio sui successivi livelli tecnici dei 26.500/26.600 punti.

La forza di Unicredit, andato anche ben oltre i 13 euro, ha solo mitigato la pesantezza di alcune big cap come ENI e Intesa Sanpaolo.

Quest'oggi assistiamo ad una ripresa del Ftse Mib, ma attenzione alla settimana appena iniziata, foriera di notizie e dati importanti, oltre alle riunioni della FED e della BCE.

Dati giudicati negativi potrebbero fare scivolare il Ftse Mib verso i 26.300/26.200 punti prima e in seguito anche verso i livelli posti fra 25.500/25.600 e 25.800/25.900 punti.

Unicredit è stato il protagonista della scorsa settimana, lasciando in ombra Intesa Sanpaolo. Cosa puo’ dirci di questi due titoli?

L'uscita dal dossier MPS ed il nuovo piano Orcel, hanno galvanizzato e rivitalizzato Unicredit che in un paio di sedute è passato dagli 11,5/11,6 euro agli 11,8/11,9 euro, e poi, con uno scatto di oltre il 10%, si è stabilizzato fra i 12,8/12,9 e i 13,2/13,3 euro.

Si può ora pensare ad uno short, ma molto meglio con le meno rischiose opzioni che con il titolo stesso, acquistando una Put at the money, strike 13 gennaio, o anche limitando sempre il rischio rispetto al titolo, con la vendita di Call, sempre at the money, strike 14 gennaio.

Dopo la lunga corsa, un salutare storno di Intesa Sanpaolo nelle ultime due sedute della scorsa settimana, passando dai livelli già segnalati ai nostri lettori abbonati, posti a 2,23/2,2350 a poco sopra 2,2050/2,21.

Anche gli arbitraggisti nella settimana scorsa hanno acquistato Unicredit e venduto Intesa Sanpaolo. Ma ora ci si è spostati sul solo short Unicredit, assecondando il mercato.

Come valuta l’attuale impostazione di due temi del risparmio gestito come Banca Mediolanum e Banca Generali?

Dopo la lunga galoppata da poco più di 24 a poco meno di 44 euro toccati in ottobre, Banca Generali, che aveva poi ritracciato l'ipercomprato dell'ultimo anno fino a 36 euro, si è poi ripreso a dicembre, pervenendo a più di 38 euro.

Il mercato dovrebbe privilegiare i bancari ed i finanziari in genere, anche se vi fosse un profondo generale storno dei listini.

Nella peggiore delle ipotesi il titolo potrebbe andare a ritestare i 36 euro, formando un doppio minimo.La sua direzionalità dipenderà anche da questo secondo minimo, se inferiore o superiore al primo.

Banca Generali è da mantenere in portafoglio, e se non posseduto acquistare solo in piccole quantità, ma al ritorno per lo meno sui 36 euro.

Per quanto riguarda Banca Mediolanum, è preferibile essere ancora più cauti e attendere un ritorno verso i minimi gia toccati ad inizio anno fra 6,5 e 7 euro, per chi non lo avesse in portafoglio. In caso contrario sui livelli di venerdì a 8,40/8,50 euro alleggerire un buon 50%.

L’oro si mantiene sotto i 1.800 dollari, mentre il petrolio sta provando ad allungare il passo oltre la soglia dei 70 dollari al barile. Qual è la sua view su questi due asset?

Il meglio in area 2.000 dollari è già stato dato per il metallo giallo. Si può prevedere a breve medio termine solo un'oscillazione fra 1.750 e 1.850 dollari, nulla di più!Da segnalare che l'oro ha perso da tempo ed a favore del dollaro la qualità di bene rifugio per eccellenza.

Invece per il Silver, che sta formando per l'ennesima volta un doppio minimo crescente, tutto dipende dalla ripresa economica dell'industria che lo utilizza; auto elettriche e telefoni su tutte.

Oltre all'effetto rarità, non essendo riutilizzato e difficilmente estraibile puro. Da acquistare piccole quantità soprattutto con l'ausilio delle opzioni call in area 21,5/21,6 dollari, scadenza a breve-medio termine e strike 22.

Per il WTI, non sono bastate le riserva immessa sul mercato in novembre dagli USA, nè la timida manovra dell'OPEC plus.

Temiamo però un ritorno dell'oro nero a medio-lungo termine sui livelli massimi toccati quest'anno in area 85,50 dollari.

Astenersi sul petrolio poiché troppo correlato al dollaro contro euro, che tenderà ad indebolirsi in parallelo e nel lungo termine, dopo un ulteriore rafforzamento a breve-medio periodo, per motivi stagionali dovuti anche alle rimesse dall'estero di multinazionali USA.