Ftse Mib, a rischio nuove vendite. Unicredit e Intesa: che fare?

Il Ftse Mib oscilla da quattro settimane tra due importanti medie: i livelli da tenere d'occhio e gli scenari attesi secondo Roberto Scudeletti.

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Di seguito riportiamo l’intervista sull’indice Ftse Mib e su alcune delle blue chips quotate a Piazza Affari, con domande rivolte a Roberto Scudeletti, trader indipendente e titolare del sito www.prtrading.it.

Il Ftse Mib ha perso terreno la scorsa settimana dopo aver avvicinato invano l'area dei 20.000. Cosa potrà accadere nelle prossime sedute?

Piazza Affari per la quarta settimana di fila oscilla come un pendolo tra la resistenza della media settimanale a 24 periodi e la sorella minore giornaliera a 100 periodi.

Il Ftse Mib si muove infatti tra i 19.580 punti, con tentativi intraday di aggredire la quota psicologica dei 20mila, e la zona dei 19.020-18.970 punti circa.

Per le prossime sedute il cedimento da parte del Ftse Mib dei 18.870 punti porterà ulteriori vendite, con primissimo supporto statico intorno a 18.500 punti, sotto cui spazio per i 18.300-18.190 punti e la media settimanale a 12 periodi poco sopra i 18mila punti, che dovrebbe favorire una pronta ripresa dei prezzi, pena ulteriori affondi.

Viceversa, sopra i 19.320 punti assisteremo ad un nuovo attacco del Ftse Mib alla resistenza settimanale di cui sopra, al cui superamento avremo l’ennesimo tentativo di rompere i 20mila punti.

Sopra questo livello ci sarà spazio per il massimo relativo di periodo a 20.400 punti e le successive resistenze multi temporali tra 20.660-20.790 e 20.950 punti prima della zona 21mila-21.045 punti circa.

Unicredit e Intesa Sanpaolo venerdì scorso hanno perso terreno più dell'indice Ftse Mib. Qual è la sua view su questi due titoli?

Unicredit ha concluso un buon trend ascendente di medio termine, riprendendo il crollo verticale tipico del settore bancario per le note vicende sanitarie oramai globali.

C'è stata un'accelerazione su nuovi minimi poco sopra un importante livello di prezzo intero, recente reazione che ha sbattuto su resistenza giornaliera e attuale ennesima correzione.

Infatti, dopo il doppio top a 14,43-14,44 euro abbiamo assistito al crollo verticale di Unicredit in area 9,60-9,95 euro prima, proseguito senza paracadute sino sotto i 7 euro, sino alla ennesima discesa poco sopra quota 6 euro, reazione positiva verso la media giornaliera a 100 periodi in zona 9,25-9,34 euro e presente discesa in area 8,17-7,91 euro circa.

Per Unicredit solo sopra 8,18 euro si assisterà ad una prosecuzione rialzista, con supporti a 7,68 e 7,08 euro e resistenze a 9,18 e 9,58 euro.

Intesa Sanpaolo era in caduta libera, in stile quasi noioso e ripetitivo tipico del comparto bancario, con un rimbalzo percentualmente interessante, sino alla mancata conferma sopra un livello di prezzo intero, seguita da un crollo per vicende sanitarie globali, con recente buon tentativo di rimbalzo e presente ennesima correzione.

Alla falsa rottura rialzista di quota 2,40 euro e dopo il massimo relativo a 2,63 euro circa, abbiamo assistito per Unicredit alla profonda discesa di circa metà del prezzo poco sopra 1,30 euro, con recente tentativo di ripresa verso zona 1,83-1,80 euro circa ed attuale discesa verso 1,63-1,66 euro circa.

Per Intesa Sanpaolo un nuovo scenario rialzista sarà confermato sopra 1,715 euro, con supporti a 1,605-1,535 euro e prossime resistenze a 1,825 e 1,895 euro.

Fca e Ferrari hanno imboccato sentieri opposti venerdì, con il primo in calo e il secondo in rialzo. Cosa può dirci di questi due titoli?

FCA, dopo un lungo ed estenuante andamento laterale, aveva rotto al rialzo con due gap up per le note vicende societarie col gruppo PSA, per poi correggere prima correttamente sulla parte alta e recentemente con un ulteriore approfondimento, addirittura verso nuovi minimi relativi di periodo, dopo il crollo per la nota emergenza sanitaria, con recente trend rialzista, seguito dalla presente fase correttiva.

Infatti, da alcuni mesi Fca era sull’ottovolante di un sali e scendi tra 11,60-11 e 13,70 euro circa, col doppio gap up esplosivo prima a 13 euro e poi a 14 euro, con laterale di breve 14,78-14,37 euro circa, prima del recente capitombolo verticale verso 5,51 euro, ripresa percentualmente interessante poco sotto i 9,70 euro e attuale discesa verso 8,50-8,635 euro.

Per Fca ulteriori scenari positivi si avranno ovviamente sopra 8,95 euro, con supporti a 8,65 e 8,35 euro e resistenze a 9,35 e 9,75 euro.

Ferrari dopo una corsa furiosa ha toccato nuovi massimi storici, per poi intraprendere la recente strada correttiva ribassista, caratterizzata, come da manuale della perfetta analisi tecnica, da massimi e minimi decrescenti e da un prezzo che ha accelerato in maniera verticale, seguita dalla presente forte ripresa in tipica formazione a V, con il prezzo intorno ad importanti resistenze giornaliere.

Infatti, dopo il top di tutti i tempi a 169,05 euro, abbiamo assistito ad un decremento delle quotazioni, con crollo a 114 euro e attuale veloce rialzo respinto al momento dai 158 euro, con correzione laterale verso le medie giornaliere a 100 e 200 periodi tra 155 e 145 euro circa.

Nuovi tentativi di recupero per Ferrari si avranno sopra 154,50 euro, con supporti a 146,50 e 140,50 euro e resistenze in area 165-171,50 euro.

Azimut si è riportato sotto quota 15 euro e FinecoBank sotto i 12 euro. Quali strategie ci può suggerire per entrambi?

Azimut, dopo un doppio massimo decrescente che ha favorito la recente correzione, che si è poi tramutata in un crollo verticale causa note vicende sanitarie globali, ha espletato un tentativo di rimbalzo, con attuale ennesima fase correttiva.

Nello specifico, sul duplice tentativo fallito di superamento di quota 24 euro ha intrapreso una correzione diventata capitombolo poco sopra i 10 euro, con ripresa in area 17,85-17,30 euro e presente discesa verso 14,75-14,90 euro circa.

Per Azimut un nuovo impulso rialzista si avrà sopra i 15,96 euro, con supporti a 14,76 e 14,26 euro e resistenze a 17,10-18 euro.

FinecoBank, dopo la falsa bucatura rialzista di un prezzo intero, ha risentito pure essa dell’effetto pandemia, con una forte discesa durante gli scorsi mesi, a cui è succeduta una cosiddetta V formation, ossia una gamba rialzista di pari intensità, con un ritorno, tra i pochi titoli, sugli stessi prezzi pre-covid, con attuale nuovo massimo non confermato.

Infatti, sulla mancata tenuta dei 12 euro è iniziato un crollo percentualmente molto ampio, sino alla falsa rottura ribassista dei 7 euro, che ha dato il via alla presente risalita imperiosa, con ritorno proprio poco sopra quota 12 euro, massimo a 12,66 non confermato a 11,815 euro.

Oltre i 12,20 euro FinecoBank potrebbe avere un rinnovato impulso rialzista seppure rischioso, con supporti a 11,62 e 11,10 euro e resistenze a 13,10-13,70 euro.

Quali sono i titoli che sta seguendo più da vicino in questa fase di mercato? A quali consiglia di guardare ora?

Monitoriamo con prudenza al rialzo: AMPLIFON, EXOR, PIRELLI e TELECOM ITALIA, mentre al ribasso A2A, BANCA MEDIOLANUM, STM e TENARIS.