Un super-euro che rischia di distruggere quel minimo Pil registrato in positivo per l'Italia, la cui economia, sappiamo, vede nell'export una voce importante. Ma Piazza Affari ignora tutto questo e ha visto un rally che per alcuni è giudicato innaturale o per lo meno fragile. [L'analisi del mercato di Filippo A. Diodovich, Market Strategist per IG
1) Draghi non prende provvedimenti, intanto però la moneta unica vola e arriva a nuovi record sul dollaro. La ripresa del Vecchio Continente è a rischio?
LA situazione dell’euro è particolarmente critica. La Bce a differenza delle altre banche centrali conferma il suo immobilismo. Mario Draghi nella sua ultima conferenza stampa ha deluso molti operatori. Ci si aspettava delle nuove misure, un intervento sul mercato, per lo meno a sostegno della liquidità e del credito che soprattutto nei paesi dell’Europa periferica è ancora un settore che soffre molto. Intanto le armi sono rimaste ancora chiuse nell’arsenale proprio mentre il numero uno della Bce confermava per l’ennesima volta di essere pronti a intervenire qualora fosse necessario. In tutto questo, l’euro si è molto rafforzato sul dollaro aleggiando tra 1,38 e 1,39, un cambio ancora molto forte e soprattutto che non rispecchia i fondamentali: l’economia americana sta mostrando comunque dei dati positivi, in particolare sul tasso di disoccupazione che negli anni ha visto una forte diminuzione, mentre in Europa vediamo evidenziata, su valori minimi, una legera ripresa teorica dell’economia ma ancora con una disoccupazione estremamente elevata soprattutto nei paesi dell’Europa periferica. Crediamo che ne i prossimi mesi la Bce possa modificare tale atteggiamento, anche perchè uno shock sul cambio euro/dollaro al di sopra del valore di 1,42 potrebbe convincere Bruxelles a intervenire per far scendere le pressioni sul cambio e quindi permettere anche un aiuto per le imprese.