Gli economisti sempre più preoccupati per il prossimo referendum italiano. Unica certezza è la volatilità che seguirà. Come gestire la barca nella tempesta? Risponde Sante Pellegrino, trader professionista.
Fitse Mib
L'indice italiano si trova nell'ormai famosissimo laterale nello specifico in quell'area che da febbraio di quest'anno va tra i minimo di 15.800 al 17.400/17.500. Attualmente ci troviamo in una fase abbastanza delicata che si trova nella parte bassa di questo range con volatilità compressa; dall'esame delle barre non sembrano evidenziarsi grandi scosse all'orizzonte, forse proprio in vista del referendum. Il risultato del referendum, infatti, potrà far scaturire più di un movimento che attualmente si presenta orientato al ribasso. Infatti si evidenzia na forte area di resistenza in zona 16.700/17mila punti che potrebbe spingere ancora più giù il mercato fino a spingerlo ad appoggiarsi a questa base di supporto costituita dai 16mila/15.800 punti. Molti titoli non hanno ancora scontato l'ipervenduto quindi è molto probabile che questi livelli appena citati possano essere toccati, anche perché da un esame è facile notare come ci siano molti volumi in questa zona. Caso contrario si possono aprire posizioni long solo e solamente con il superamento di area 16.900/17mila punti con obiettivi fissati a 17.400 prima e 18mila poi. Da ricordare ancora come detto prima, che la zona dei 16.500 sta facendo da resistenza e porterà il mercato prima a 16.200, poi ai 16mila netti fino ai 15.800. Solo la forte volatilità con eventuali episodi in stile “cigno nero” potrebbe spingere il ribasso ai 15.200 punti anche se questa sarebbe un'opzione difficilmente verificabile.