Ftse Mib: sarà ancora panic selling nel breve? I titoli in e out

Il Ftse Mib è chiamato ora ad una prova importante, non solo dal punto di vista grafico: quali i possibili scenari? La view di Roberto Scudeletti.

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Di seguito riportiamo l’intervista sull’indice Ftse Mib e su alcune delle blue chips quotate a Piazza Affari, con domande rivolte a Roberto Scudeletti, trader indipendente e titolare del sito www.prtrading.it.

Il Ftse Mib è reduce da un'altra settimana ad alta tensione che lo ha portato su nuovi minimi dell'anno. La tempesta in atto durerà ancora nel breve?

L’ondata di vendite da panico per le note vicende sanitarie che stanno attanagliando l'Italia, verrà messa alla prova dal nuovo decreto governativo che amplia la zona rossa a province intere di diverse regioni del nord del paese.

Per quanto riguarda gli indicatori tecnico-grafici, per il Ftse Mib il banco di prova sarà un importante supporto, ossia la media a 200 periodi settimanale a 20.730 punti circa.

Nel breve, solo sotto i minimi della scorsa ottava a 20.624 punti di Ftse Mib avremo una estensione ribassista, che vedrà un altro importante supporto nella media a 50 periodi mensile a 20.500 punti circa.

Questa soglia dovrebbe favorire pronti rimbalzi, pena un aggravarsi della situazione, con ulteriori vendite verso la quota psicologica dei 20mila punti e il baluardo della media mensile a 100 periodi a 19.620 punti circa.

Viceversa, in caso di rimbalzo, per ora solo tecnico senza ombra di inversione rialzista, per il Ftse Mib i livelli importanti da monitorare sono in zona 21.120 punti.

Oltre questo livello ci sarà spazio per la chiusura del forte gap down di venerdì scorso coi minimi di giovedì a 21.362 punti, ed eventuale estensione verso i 21.480 e i 21.650-22mila circa, e le prime resistenze giornaliere a 22.360-22.480 e 22.690 punti.

Intesa Sanpaolo e Unicredit sono scesi sotto due soglie psicologiche importanti. Cosa si aspetta per questi due titoli ora?

Intesa Sanpaolo è in caduta libera, in stile quasi noioso e ripetitivo tipico del comparto bancario, dopo un rimbalzo percentualmente interessante, sino alla mancata conferma sopra un livello di prezzo intero, seguita dal presente crollo praticamente verticale.

Dopo il minimo relativo poco sopra gli 1,80 euro di agosto 2019, Intesa Sanpaolo aveva infatti intrapreso la strada della salita, seppur caratterizzata da repentine e profonde correzioni, sino alla falsa rottura di quota 2,40 euro, ritracciamento intorno alla media giornaliera a 100 periodi in area 2,255-2,30 euro circa, forte salita verso i 2,50 euro e attuale improvvisa discesa in zona 1,97 euro circa.

Per Intesa Sanpaolo u nuovo scenario rialzista al momento si prospetta molto distante dai prezzi attuali, eventualmente si può anticipare sopra i 2,08 euro, con supporti a 1,97-1,90 euro e prossime resistenze a 2,19 e 2,26 euro.

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Unicredit, sulla tenuta di un importante livello di prezzo intero ad agosto 2019, aveva intrapreso la strada dell’inversione rialzista, ma dopo la recente  mancata conferma su un altro prezzo crescente. ha iniziato la presente  fortissima discesa, seppure rallentata proprio nell’ultima seduta.

In concreto, poco sopra i 9 euro Unicredit ha effettuato una risalita proprio verso i 13 euro, sulla cui rottura ha formato un doppio top a 14,43-14,44 euro, con attuale crollo verticale in area 9,60-9,95 euro circa.

Solo sopra i 10,70 euro si assisterà per Unicredit ad un nuovo impulso rialzista, con supporti a 10,10 e 9,60 euro e resistenze a 11,60 e 12,20 euro.

Venerdì scorso Poste Italiane ha chiuso con un rally in controtendenza sulla scia dei conti, mentre la trimestrale ha affondato Prysmian. Quali indicazioni ci può fornire per questi due titoli?

Poste Italiane sulla rottura dei massimi precedenti di maggio 2018, avvenuta nella primavera del 2019, ha dato vita ad un rally caratterizzato da massimi e minimi crescenti, con accelerazioni verticali, sino ad una recente falsa rottura rialzista che ha favorito la presente fase correttiva.

Infatti, sopra 8,436 euro Poste Italiane ha intrapreso un trend rialzista deciso, con correzioni che non hanno mai rotto i massimi precedenti, sino alla mancata conferma sopra il massimo precedente di 11,265 euro, con top a 11,635 euro e attuale discesa in area 9,20-9,70 euro circa.

Lo scenario rialzista pr Poste Italiane riprenderà timidamente alla rottura di 10,12 euro, con supporti a 9,65 e 9,40 euro e resistenze a 10,85-11,25 euro.

Prysmian a primavera 2019 forma un doppio minimo da manuale dell’analisi grafica, con una pronta ripresa, che presto si trasforma in inversione rialzista, con recente accelerazione e presente improvviso crollo verticale, con aggiunta finale di un bel gap down sulla trimestale.

Infatti, abbiamo assistito ad una duplice tenuta di quota 14,70 euro, dalla quale è scattata una corsa di Prysmian sino alla finta rottura dei 25 euro, con attuale crollo in zona 17,75-18,65 euro circa.

Nuovi rialzi per Prysmian, a meno di non anticipare, si avranno solo sopra i 19,90 euro, con supporti a 18,85 e 18,35 euro e resistenze a 21,40-22,85 euro.

Prima del week-end FinecoBank è salito in controtendenza, mentre Azimut ha subito un altro affondo. Quali strategie ci può suggerire per entrambi?

FinecoBank, dopo la fase correttiva estiva del 2019, ha intrapreso una discreta fase rialzista, sino ad un recente massimo relativo che, essendo peraltro decrescente, ha favorito la presente fase discendente poco sopra i minimi precedenti, con una reazione di rimbalzo da confermare nelle prossime sedute.

Nel concreto, sulla tenuta di 8,40 euro di agosto 2019, per FinecoBank è partita una salita sino alla falsa rottura rialzista dei 12 euro di inizio febbraio, con attuale correzione verso gli 8,55 euro e ripresa poco sotto i 9 euro, in attesa di ulteriori sviluppi in un senso o nell’altro.

Oltre i 9,70 euro avremo un rinnovato impulso rialzista per FinecoBank, con supporti a 9,25 e 8,95 euro e resistenze a 10,30-10,70 euro.

Azimut negli ultimi mesi è stata protagonista, dopo un ampio ribasso di medio termine, di una ripresa al raddoppio, con rottura rialzista di un importante livello, seguita dal recente rialzo verticale e da un doppio massimo decrescente che ha favorito la presente correzione, tramutatasi in un crollo verticale.

Nello specifico a inizio 2019 abbiamo assistito per Azimut ad un duplice minimo rialzista a 9,252-9,614 euro, con profittevole rialzo poco sotto i 24 euro, recente capitombolo veloce a 20,38 euro, con missile rialzista sino a 24,70 euro non confermato, sali e scendi tra 22 e 24 euro e attuale ennesima correzione diventata capitombolo verso la zona 17-16,50 euro circa.

Un nuovo timido impulso rialzista si avrà per Azimut solo sopra i 19,70 euro, con supporti a 18,50 e 18 euro e resistenze a 21,50-22,65 euro.

Quali sono i titoli che sta seguendo da vicino in questa fase? A quali consiglia di guardare ora?

Monitoriamo in ottica rialzista: BANCA GENERALI, ENEL, GENERALI, JUVENTUS, RECORDATI, UBI BANCA e UNIPOL, mentre in chiave ribassista segnaliamo CAMPARI, EXOR, FERRARI, MONCLER e SNAM.