Tre azionari Europa di qualità e con un basso rischio ESG

L’offerta di fondi sostenibili è più ampia rispetto alle altre regioni del globo. Ecco come scegliere.

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Negli investimenti sostenibili, l’Europa batte il resto del mondo. Il patrimonio ammonta a 1,3 mila miliardi di euro e rappresenta oltre l’80% di quello globale. L’offerta è la più ampia e diversificata con 3.444 fondi ed Exchange traded fund (Etf) e la regolamentazione sta spingendo sulla transizione verso un sistema economico e finanziario rispettoso dei fattori ambientali, sociale e di governance (ESG).

Per gli investitori che desiderano mettere in portafoglio dei fondi con bassi rischi legati alla sostenibilità, il Morningstar Sustainability Rating, espresso dai globi, può essere di aiuto, perché permette di misurare il rischio ESG finanziario e materiale di uno strumento d’investimento e confrontarlo con quello dei concorrenti. Alla base del calcolo c’è l’ESG Risk Rating prodotto da Sustainalytics (società del gruppo Morningstar) per le singole società. Esso misura il grado in cui il valore economico di un’impresa potrebbe essere a rischio a causa di questioni ambientali, sociali o di governance.

I cinque globi

Cinque globi indicano i comparti con un più basso rischio di questo tipo all’interno della categoria globale di riferimento. Tra gli azionari Europa con il massimo Sustainability Rating, che sono disponibili agli investitori privati in Italia, tre hanno anche un elevato Analyst Rating. Si tratta di Comgest Growth Europe, iShares MSCI Europe SRI e Uni-Global Equities Europe. Tutti e tre hanno un giudizio pari a Silver (nelle classi analizzate in questo articolo).

I fattori ESG nel processo di investimento

Il team di gestione del fondo Comgest cerca società europee di qualità, in grado di accrescere gli utili indipendentemente dal ciclo economico. “Queste aziende tendono ad avere un ruolo dominante nel loro settore, essere ben gestite e godere di una buona salute finanziaria”, spiega Mathieu Caquineau in un report del 1 settembre 2020. “I titoli appartenenti ai segmenti più ciclici, inclusi i finanziari e gli energetici, sono deliberatamente esclusi. Per contro, la preferenza va a beni di consumo, tecnologia e salute, dove le imprese possono più facilmente costruire un solido vantaggio competitivo e garantire tassi di crescita duraturi”. Oltre ad avere cinque globi, il comparto ha un ESG Commitment level pari ad Advanced, che gli analisti di Morningstar spiegano con “un approccio che realmente integra i fattori ESG nel processo di costruzione del portafoglio e ha solidi programmi di azionariato attivo”.

ESG low cost

L’Etf di iShares offre una esposizione a basso costo al mercato azionario europeo, replicando un indice che tiene in considerazione i fattori ESG. “Con spese correnti dello 0,2% annuo, il fondo è competitivo sia nei confronti dei concorrenti passivi sia di quelli attivi”, precisa Dimitar Boyadzhiev, analista di Morningstar, in un report del 9 giugno 2020. Oltre a focalizzarsi sulle migliori aziende in termini di sostenibilità, il paniere di riferimento prevede l’esclusione di quelle che violano norme e principi internazionali o sono fortemente coinvolte in aree controverse come il gioco d’azzardo o le armi. In pratica, il 75% della capitalizzazione del mercato europeo è esclusa, per cui il paniere di riferimento ha la più alta esposizione ai fattori ESG all’interno della categoria.

Bassa volatilità e low carbon risk

Il fondo Uni-Global Equities Europe beneficia di un solido team di investimento, pioniere in Europa nelle strategie a bassa volatilità. Dal 2010, il responsabile della strategia è Alexei Jourovski, che può contare su una squadra di 25 esperti con differenti competenze, molti dei quali sono nel settore da molto tempo. “Il lavoro di squadra è incoraggiato e la stabilità garantita da un sistema di remunerazione di lungo periodo”, spiega Caquineau (report del 19 febbraio 2021). “Inoltre, i gestori devono investire personalmente nel fondo”. Secondo gli analisti di Morningstar, un altro punto di forza è l’approccio al controllo del rischio, che combina modelli quantitativi a valutazioni qualitative. “Le performance sono coerenti con questa strategia”, dice Caquineau. “Il fondo è stato meno volatile e ha protetto di più dai ribassi nel 2011, 2018 e durante il sell-off causato dal Covid-19 all’inizio del 2020. Per contro, in fasi di rally del mercato, tende a rimanere indietro rispetto ai concorrenti”. Oltre ad avere il massimo Sustainability rating, il comparto ha la designazione Low carbon che viene attribuita agli strumenti con un basso rischio carbonio e una esposizione alle fonti fossili inferiore al 7% degli asset totali.

Di Sara Silano