Come sta il lusso Made in Italy?

Jelena Sokolova, Senior Equity Analyst, fa il punto sulle dinamiche del settore e sulle prospettive future dei brand italiani coperti dall’analisi di Morningstar.

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Jelena Sokolova, Senior Equity Analyst, fa il punto sulle dinamiche del settore e sulle prospettive future dei brand italiani coperti dall’analisi di Morningstar.

Francesco Lavecchia: Benvenuti a Morningstar. Sono Francesco Lavecchia e con me c’è Jelena Sokolova, Senior Equity Analyst di Morningstar. Ciao Jelena.

Jelena Sokolova: Ciao e grazie per avermi invitata.

Lavecchia: Nel tuo ultimo report affermi che il settore del lusso è scambiato a valutazioni di Borsa molto alte in questo momento. Quali aspettative pensi che stia valutando il mercato e perché a tuo avviso sarebbero irrealistiche?

Sokolova: Al momento i ricavi delle società del lusso sono spinti da una serie di fattori favorevoli, ma transitori, come il forte rimbalzo della crescita del Pil, il miglioramento della fiducia dei consumatori, i risparmi accumulati a causa dei mancati viaggi e di esperienze come ad esempio ristoranti raffinati, oltre che il desiderio delle persone di gratificarsi dopo un periodo di forte stress emotivo. Relativamente all’andamento degli utili, le società hanno mantenuto un atteggiamento prudente nel definire i loro budget di spesa e il forte rimbalzo delle vendite nel post-pandemia ha fatto lievitare anche gli utili. Il mercato, a nostro avviso, sta scontando l’ipotesi che questi fattori temporanei permangano anche nel futuro.

Lavecchia: Parliamo di trend di lungo periodo, dici che ci sono due tendenze di lungo periodo: l'aumento del consumo di lusso nei mercati emergenti, soprattutto in Cina e India, e l'aumento delle vendite del canale online. Con riferimento alle società italiane analizzate nel tuo report, ovvero Prada, Ferragamo e Moncler. Quali tra queste, secondo te, sono le meglio posizionate per capitalizzare al meglio questi due tendenze e perché?

Sokolova: Tutte queste aziende hanno marchi ben consolidati in Asia. Penso che Moncler sia leggermente meglio posizionata rispetto alle altre, con possibilità di crescita sia sul fronte del fatturato che della presenza di negozi a marchio Moncler, e recentemente ha acquisito Stone Island. Prada è in fase di ripresa e recentemente ha mostrato segnali di miglioramento incoraggianti. Ferragamo si trova in una posizione più difficile, data la sua forte esposizione al segmento calzature. Negli ultimi anni, la concorrenza è aumentata in maniera significativa in questa categoria di prodotto per effetto dell’ingresso di marchi come Gucci e Louis Vuitton, nonché della maggiore presenza dei giganti dello sportswear come Nike e Adidas, che stanno acquisendo sempre maggiore credibilità nella moda grazie alla tendenza dell’athleisure e di conseguenza guadagnano quote di mercato.

Lavecchia: Restiamo sulle aziende italiane. Come sai ci sono molti piccoli marchi del lusso in Italia che sono spesso associati ad IPO o a M&A. Per quale azienda credi sia più probabile che si concretizzi una di queste operazioni?

Sokolova: Il consolidamento dell'industria del lusso italiana, al fine di far emergere degli equivalenti italiani della francese Kering o LVMH, è stato per molto tempo sollecitato dal mercato. Moncler potrebbe acquisire nuove aziende se l’operazione Stone Island dovesse avere successo. Ci sono delle possibilità per Prada, nonostante il management abbia smentito questa eventualità. Anche se direi che Prada ha dei problemi con alcuni marchi che deve ancora risolvere.

L’attuale contesto è favorevole per le aziende che vengono acquisite: le valutazioni di mercato sono elevate e le società del lusso hanno la necessità di investire per sviluppare il loro canale online. L’IPO è un altro modo che queste aziende hanno per raccogliere capitali, Zegna ci sta lavorando e tra non molto ci aspettiamo che faccia il suo debutto in Borsa.

Lavecchia: Jelena, grazie per la tua disponibilità.

Sokolova: Grazie.

Lavecchia: Per Morningstar, Francesco Lavecchia.

Di Francesco Lavecchia