Europa, il mercato si prepara alle sfide e aspetta la Bce

I listini della regione stanno viaggiando con il segno meno.

La riunione della Banca centrale europea del 3 febbraio è attesa con una certa impazienza da chi investe nel Vecchio continente. Nessuno si aspetta che vengano prese decisioni di politica monetaria (se ne dovrebbe parlare nel 2023), ma dovrebbe essere un meeting utile per avere maggiori indicazioni sull’andamento futuro dell’inflazione nella regione e sulle misure che l’Eurotower intenderà adottare con l’evolversi della situazione.

Inflazione e altri rischi

È vero che il quadro, dal punto di vista del carovita in Europa, non è così preoccupante come negli Usa. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, l’ultimo dato reso noto dal Labor Department dice che il Cpi (Consumer price index) nel 2021 è cresciuto del 7%, il massimo progresso annuale dal 1982. Le previsioni di Morningstar sono per un rallentamento a partire da metà 2022 per arrivare a una media del 3,6% l’anno prossimo.

Nel Vecchio continente, secondo i dati finali diffusi da Eurostat, il tasso di inflazione annuo dell’area dell’euro è stato del 5% a dicembre 2021, rispetto al 4,9% di novembre. Un anno prima, il tasso era stato del -0,3%. L’inflazione annua dell’Unione europea è stata del 5,3% a dicembre 2021, rispetto al 5,2% di novembre. Un anno prima, il tasso era stato dello 0,3%.

Le pressioni inflazionistiche in tutta l’Eurozona sono molto più basse che negli Stati Uniti, ma rappresentano comunque una sfida per le imprese europee, in particolare se persistono oltre il breve termine, spiega Michael Field, Senior Equity Analyst di Morningstar in report dedicato alla regione dell’11 gennaio 2022. I problemi della catena di approvvigionamento stanno andando avanti più di quanto ci aspettassimo e, in alcuni casi, stanno peggiorando. Le aziende, intanto, si preparano a ulteriori aumenti dei costi di spedizione quest’anno.

Guardando al futuro, però, ci sono altri elementi che bisognerà tenere in considerazione. Uno è la variante Omicron del Coronavirus. “Poi ci sono la carenza di manodopera e di materiali in mercati chiave come Germania, Francia e Paesi Bassi”, dice l’analista. Più nel breve termine si dovrà seguire da vicino anche l’andamento della crisi fra Russia e Ucraina che potrebbe avere conseguenze per il Vecchio continente.

Borse negative

Dal punto di vista azionario, guardando i grafici la situazione che si prospetta è un po’ diversa da quella vista l’anno scorso. Da inizio 2022 (fino al 25 gennaio e in euro) l’indice Morningstar Europe ha perso quasi il 6% (+24,9% nel 2021). Nello stesso periodo il paniere Global Markets ha segnato -6,5% (+26,7% l’anno scorso).

Andamento indici Morningstar Europe e Global Markets a confronto dal 2021

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Fonte: Morningstar Direct

Per quanto riguarda le valutazioni equity, secondo il Morningstar Global Market Barometer la situazione che si vede è quella di una diffusa sottovalutazione. Il mercato tedesco, ad esempio ha uno sconto del 10%, quello italiano una sottovalutazione dell’8%, quello spagnolo del 12% e quello UK del 6% (in sterline). L’unico mercato sopravvalutato (3%) è la Francia (relativamente alle stock coperte dall’analisi Morningstar. Dati in euro per Germania, Italia, Francia e Spagna, aggiornati al 24 gennaio 2022).

“Ma le valutazioni differiscono significativamente tra i settori e sottosettori, con quasi un terzo dell’universo che copriamo con la nostra ricerca che si trova in territorio di 4 o 5 stelle, indicando un interessante potenziale di rialzo”, dice l’analista.

Distribuzione dei rating per settore

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Qualche difficoltà potrebbe averla chi va alla ricerca di azioni da dividendo con buone quotazioni. “Alcune delle società che pagano le cedole più generose, come le utility, sono sopravvalutate”, spiega l’analista.

I dividendi per settore

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Fonte: Morningstar. Dati all’8 dicembre 2021

Tra i fondi qualcosa è cambiato

Anche guardando il mercato attraverso le lenti delle cinque principali categorie Morningstar in cui sono raccolti i fondi che investono sull’azionario Europa si notano delle differenze rispetto al 2021. Da inizio anno, in un quadro caratterizzato dal segno meno, il segmento che resiste di più (-2,1% in euro mediamente) è quello dei fondi Large Cap value che aveva chiuso l’anno scorso in penultima posizione (+22,8%). Seguono i Large cap blend (-6,6% e terzi l’anno scorso con +22,9%), i Mid cap (-11,1% e ultimi nel 2021 a +20,2%), gli Small cap (-11,3% e primi l’anno passato a +22,8%). Chiudono i Large cap growth (-11,5% e secondo nel 2021 con +24,5%).

Andamento categorie Morningstar Europe dal 2020

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Di Marco Caprotti

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Morningstar Italy è la filiale italiana di Morningstar Inc (basata a Chicago), leader nella ricerca indipendente sugli investimenti in Nord America, Europa, Australia e Asia. La società offre una vasta gamma di soluzioni e servizi online, di software e prodotti editoriali per i singoli individui, i promotori e le istituzioni finanziarie. Morningstar fornisce dati su circa 437 mila strumenti di investimento, incluse le azioni, i fondi comuni e veicoli simili, insieme a dati in tempo reale su oltre 10 milioni di azioni, indici, future, opzioni, commodity e metalli preziosi, cui si aggiungono i cambi valutari e i mercati obbligazionari. La società opera in 27 Paesi. Morningstar ha più di 200 analisti nel mondo e fornisce ricerca indipendente su oltre 2.000 fondi ed Etf, oltre a più di 1.800 azioni.
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