Europa e Usa a confronto

Le previsioni economiche per le due regioni parlano di crescita. Sul fonte delle valutazioni, invece, il Vecchio continente dà qualche opportunità in più.

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Meglio gli Stati Uniti o l’Europa per chi vuole investire in azioni? Guardando i grafici, nonostante alcune sedute di debolezza, il Vecchio continente sembra essere un po’ più in forma degli Usa.

L’indice Morningstar Europe da inizio anno ha guadagnato (in euro) il 15% mentre il paniere dedicato agli Usa è salito del 13%. I dati cambiano poco calcolando gli indici in dollari. Il basket Global Markets da gennaio ha visto un progresso del 12,7%.

Indici Morningstar a confronto

Dati in euro aggiornati al 10 giugno 2021

Fonte: Morningstar Direct

Sconti in Europa

Dal punto di vista delle valutazioni, il Vecchio continente sembra offrire qualche opportunità in più, anche se la situazione cambia da paese a paese.

Attualmente, secondo il Morningstar Global Market Barometer l’azionario Usa è sopravvalutato del 7% rispetto al rapporto Price/Fair value (relativamente alle stock coperte dall’analisi Morningstar. Dati in dollari aggiornati all’11 giugno 2021). Per quanto riguarda l’Europa, guardando ai principali mercati azionari della regione, le maggiori sottovalutazioni si trovano nel Regno Unito e in Spagna: rispettivamente 5% (in sterline) e 7% (euro). L’equity tedesco è sopravvalutato dell’1%, mentre quello italiano del 2%.

Guardando i mercati azionari attraverso le lenti delle diverse categorie Morningstar in cui sono raccolti i diversi fondi dedicati alle due regioni, si sta assistendo a un cambiamento dei rapporti di forza. I segmenti Usa, che da inizio anno stavano mostrando una certa tonicità (soprattutto per quanto riguarda Large cap value e Mid cap), nell’ultimo mese sembrano aver perso smalto a vantaggio delle categorie Europe (in particolare Large cap Growth e Blend e gli strumenti Small cap). Bene stanno andando ancora anche gli strumenti Europe Large cap value, che nelle ultime quattro settimane hanno lasciato al palo le corrispondenti strategie Usa (anche in questo caso, calcolando in dollari la situazione non cambia).

Categorie a confronto

“Il rally delle azioni europee di valore è iniziato lo scorso novembre quando gli operatori di mercato hanno iniziato a ragionare su una ripresa economica più forte del previsto grazie ai vaccini e agli stimoli fiscali”, spiega Mathieu Caquineau, analista del Morningstar Manager Research team. “Le azioni value tendono ad essere più sensibili alle prospettive dell’economia”.

Il quadro macro

Parlando del fronte congiunturale, secondo le ultime stime della Commissione europea, l’economia dell'Ue crescerà del 4,2 % nel 2021 e del 4,4 % nel 2022, mentre per l'economia della zona euro è previsto un incremento del 4,3% quest’anno e del 4,4% l'anno prossimo. Si tratta di un miglioramento significativo rispetto alle previsioni economiche dell’inverno 2021 che la Commissione aveva presentato in febbraio. I tassi di crescita continueranno a variare all'interno dell'Ue ma, secondo la Commissione, le economie di tutti gli stati membri dovrebbero tornare ai livelli pre-crisi entro la fine del 2022.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, invece, gli analisti di Morningstar hanno alzato la previsione di crescita del Pil reale per il 2021 portandola al +6,2% dal precedente +5,3%.

Cresce l’inflazione

Un elemento che accomuna le aree sulle due sponde dell’Atlantico è la preoccupazione per il ritorno dell’inflazione.

Secondo gli ultimi dati Eurostat, l'inflazione nell’area euro a maggio ha registrato un incremento annuale del 2%, dopo il +1,6% di aprile e dopo il +0,1% dello stesso mese dell'anno scorso. Il dato è stato leggermente superiore al consensus degli analisti (+1,9%).

Per quanto riguarda gli Usa, i prezzi sono cresciuti del 5%. Gli economisti si aspettavano un rialzo del 4,7% dopo il +4,2% registrato ad aprile.

“L'attuale contesto di mercato è complicato, anche a causa della ripresa dell’inflazione”, spiega Bobby Blue, manager research analyst di Morningstar. “E’ ragionevole che gli investitori si chiedano cosa accadrà dopo. Coloro che hanno un lungo orizzonte temporale, farebbero bene ad adattare il portafoglio per permettergli di resistere alle pressioni inflazionistiche. Bisogna essere consapevoli, però che ogni modifica rischia di influenzare il rapporto fra rischio e rendimento”.

Di Marco Caprotti